Il pianeta Mercurio canta come un bicchiere di cristallo.
Canta sempre.
Una faccia di Mercurio guarda il Sole. Quella faccia ha sempre guardato il Sole. Quella faccia è un mare di polvere incandescente.
L'altra faccia guarda il nulla dello spazio eterno. Questa faccia ha sempre guardato il nulla dello spazio eterno. Questa faccia è una foresta di giganteschi cristalli biancazzurri, freddi da far star male.
È la tensione tra l'emisfero caldissimo del giorno senza fine e l'emisfero gelido della notte senza fine che fa cantare Mercurio.
Mercurio non ha atmosfera, così il suo canto è per il senso del tatto.
È un canto lento. Mercurio tiene una singola nota nel canto anche per un millennio terrestre. Vi sono alcuni che credono che un tempo il canto fosse rapido, folle e brillante... tormentosamente vario. È possibile.
Vi sono creature nelle profonde grotte di Mercurio. Il canto che il loro pianeta canta è importante per loro, perché quelle creature si nutrono di vibrazioni. Si nutrono di energia meccanica.
Le creature stanno aggrappate alle reti canore delle loro grotte.
In questo modo, mangiano il canto di Mercurio.
Le grotte di Mercurio sono piacevolmente calde, in profondità.
Le pareti delle grotte in profondità sono fosforescenti. Emanano una luce lo-giunchiglia.
Le creature nelle grotte sono trasparenti. Quando si aggrappano alle pareti, luce delle pareti fosforescenti le attraversa. La luce gialla delle pareti tuttavia diventa, quando passa attraverso corpi delle creature, di un vivido colore acquamarina.
La Natura è una cosa meravigliosa.
Le creature nelle grotte assomigliano molto a piccoli aquiloni privi di ossatura.
Hanno forma di rombo, e sono lunghe trenta centimetri e larghe venti quando raggiungono la maturità.
Hanno uno spessore non superiore all'involucro d'un palloncino.
Ogni creatura ha quattro deboli ventose, una a ogni angolo. Queste ventose permettono di strisciare, in modo simile a quello d'un verme, e di aggrapparsi, e di distinguere i punti in cui canto di Mercurio è migliore.
Quando hanno trovato un punto che promette un buon pasto, le creature attaccano alle pareti come carta da parati umida.
Quelle creature non hanno bisogno un sistema circolatorio. Sono così sottili che le vibrazioni datrici di vita fan fremere tutte le cellule senza bisogno di intermediari.
Quelle creature non hanno secrezione.
Quelle creature si riproducono per sfaldamento. I piccoli, quando si staccada un genitore, non si distinguono dalla forfora.
C'è un sesso solo.
Ogni creatura produce semplicemente scaglie del suo genere, e il suo genere è uguale al genere di tutti gli altri.
Non esiste l'infanzia. Le scaglie cominciano a sfaldarsi tre ore terrestri dopo essere state prodotte. Non raggiungono la maturità per poi deteriorarsi e morire. Raggiungono la maturità e rimangono in pieno fiore, per così dire, fino a che Mercurio canta.
Non c'è modo in cui una creatura possa fare del male a un'altra, e non c'è motivo per cui una creatura faccia del male a un'altra.
Fame, invidia, ambizione, paura, indignazione, religione, desiderio sessuale sono irrilevanti e sconosciuti.
Quelle creature hanno un solo senso: il tatto.
Hanno deboli poteri telepatici. I messaggi che sono capaci di trasmettere e di ricevere sono monotoni quasi come il canto di Mercurio. Hanno soltanto due messaggi. Il primo è una risposta automatica al secondo, e il secondo è una risposta automatica al primo.
Il primo è: «Sono qui, sono qui, sono qui».
Il secondo è: «Sei contento, sei contento, sei contento».
C'è un'ultima caratteristica di quelle creature che non è stata spiegata su basi utilitaristiche: quelle creature sembrano trovare piacere nel disporsi in disegni sbalorditivi sulle pareti fosforescenti.
Sebbene cieche e indifferenti all'osservazione di chiunque, spesso si dispongono in modo da presentare un disegno regolare e abbagliante di giallo-giunchiglia e di rombi di vivida acquamarina. Il giallo viene dalle pareti nude della grotta. L'acquamarina è la luce delle pareti filtrata attraverso i corpi delle creature.
A causa del loro amore per la musica e della loro tendenza a mettersi al servizio della bellezza, quelle creature hanno ricevuto un nome splendido dai terrestri. Sono chiamate harmonium.