Baylee started reading Nazione by Rosario Romeo
Nazione by Rosario Romeo
Di “nazione” – e “nazionalismi” – si sente parlare quotidianamente, con le più diverse declinazioni e anche derive ideologiche, ma …
Femminista in fieri, aroace, atea agnostica, lettrice curiosa, book blogger, amante dell'inverno e del tè caldo.
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Di “nazione” – e “nazionalismi” – si sente parlare quotidianamente, con le più diverse declinazioni e anche derive ideologiche, ma …
Google decide come dobbiamo avere accesso alle notizie, scegliendo per noi quelle più adatte. Facebook ci consiglia gli amici, le …
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L'atmosfera sinistra di una vecchia casa abbandonata o di un cimitero, una sensazione improvvisa di gelo, rumori inspiegabili, una figura …
David Baddiel sarebbe felicissimo se Dio esistesse, e ha passato un sacco di tempo a fantasticare su quanto sarebbe meglio …
L'atmosfera sinistra di una vecchia casa abbandonata o di un cimitero, una sensazione improvvisa di gelo, rumori inspiegabili, una figura …
Non so quale sia la vostra esperienza, ma per quanto mi riguarda ogni volta che parlo di droghe con i miei genitori finisco per sbattere contro un muro: non importa quanto faccia notare che avremmo bisogno di affrontare l’argomento con più razionalità e più empatia, mi ritrovo sempre davanti un rifiuto assoluto. Le droghe sono il male e non si può fare altre che vietarle e rinchiudere in carcere il più a lungo possibile chiunque le venda.
Faccio molta fatica anche solo a capirla questa totale chiusura mentale figlia dell’emergenza sanitaria degli anni Settanta e Ottanta, dovuta al consumo massiccio di eroina in Europa e al conseguente aumento di persone dipendenti e purtroppo anche di morti per overdose e per contagio da altre gravi patologie a causa della condivisione delle siringhe.
Forse pensano che la legislazione attuale sia stata efficace nello sconfiggere il problema della dipendenza da droghe, ma …
Non so quale sia la vostra esperienza, ma per quanto mi riguarda ogni volta che parlo di droghe con i miei genitori finisco per sbattere contro un muro: non importa quanto faccia notare che avremmo bisogno di affrontare l’argomento con più razionalità e più empatia, mi ritrovo sempre davanti un rifiuto assoluto. Le droghe sono il male e non si può fare altre che vietarle e rinchiudere in carcere il più a lungo possibile chiunque le venda.
Faccio molta fatica anche solo a capirla questa totale chiusura mentale figlia dell’emergenza sanitaria degli anni Settanta e Ottanta, dovuta al consumo massiccio di eroina in Europa e al conseguente aumento di persone dipendenti e purtroppo anche di morti per overdose e per contagio da altre gravi patologie a causa della condivisione delle siringhe.
Forse pensano che la legislazione attuale sia stata efficace nello sconfiggere il problema della dipendenza da droghe, ma in realtà è un problema che è semplicemente cambiato con l’evolversi della società: è solo diventato meno visibile e quindi, come da buona tradizione italiana, comodamente ignorabile. Sono felice che Il Post, abbia pubblicato una delle sue guide dedicata alle droghe, dove spiega con molta semplicità, com’è nel suo stile, come la demonizzazione delle droghe oltre a non far sparire il problema delle dipendenze, ha anche bloccato la ricerca sugli effetti benefici che alcune di queste sostanze potrebbero avere per gli esseri umani.
Mi fa piacere anche constatare che si sta aprendo una riflessione volta a superare gli approcci proibizionisti, sebbene sia ancora molto timida e di certo avversata ancora da una grossa fetta della popolazione, che, come i miei genitori, ha ancora il rigetto anche solo nel parlare di droghe e nel riconoscere che si tratta di molte sostanze diverse e con molti effetti diversi. Quindi ben vengano gli spiegoni de Il Post, che di certo non può essere accusato di essere un covo di fattonə che vuole la droga libera per sballarsi.
Visto che tra i miei acquisti c’era anche L’anarchia è una cosa semplice ed ero in argomento, ho pensato di leggere anche questo, considerato che è pure un libriccino molto breve.
È il mio secondo libro di Thomas e pure la mia seconda delusione: io e lui evidentemente non siamo in sintonia e sarebbe proprio l’ora che smettessi di comprata i suoi libri abbagliata dai suoi titoli accattivanti (giusto per ricordarmi che potrebbe essere una cattiva idea dargli una terza possibilità con Il comunismo spiegato ai bambini capitalisti).
Il fatto è che, consapevole della vastità delle cose che non so, sono felice quando qualcunǝ che quelle cose le sa si prende la briga di spiegarle anche a me, con pazienza e semplicità: viva la buona divulgazione in qualunque ambito, non ce n’è mai abbastanza. Il problema per me è che Thomas più che semplificare i concetti per renderli accessibili …
Visto che tra i miei acquisti c’era anche L’anarchia è una cosa semplice ed ero in argomento, ho pensato di leggere anche questo, considerato che è pure un libriccino molto breve.
È il mio secondo libro di Thomas e pure la mia seconda delusione: io e lui evidentemente non siamo in sintonia e sarebbe proprio l’ora che smettessi di comprata i suoi libri abbagliata dai suoi titoli accattivanti (giusto per ricordarmi che potrebbe essere una cattiva idea dargli una terza possibilità con Il comunismo spiegato ai bambini capitalisti).
Il fatto è che, consapevole della vastità delle cose che non so, sono felice quando qualcunǝ che quelle cose le sa si prende la briga di spiegarle anche a me, con pazienza e semplicità: viva la buona divulgazione in qualunque ambito, non ce n’è mai abbastanza. Il problema per me è che Thomas più che semplificare i concetti per renderli accessibili a chiunque tende più a banalizzarli e questo non è fare divulgazione, ma buttarla in caciara, ritenendo accettabile non trasmettere anche la complessità delle teorie e dei concetti. Se a tutto questo aggiungiamo anche una spolverata di sentimentalismo, potete ben capire che il mio livello di seccatura è aumentato finché non ho terminato la lettura.
E meno male che era un libro corto.
Questa lettura è stata il fallimento più proficuo che mi sia capitato ultimamente, perché è palesemente un libro intervista pensato per chi già conosce la figura e il pensiero di Colin Ward, mentre io penso di non averlo mai sentito nominare prima di incrociarlo così, totalmente per caso.
Tuttavia sono contenta di averlo letto: così ho potuto avere un assaggio del pensiero di Ward, che mi ha incuriosita abbastanza da volerne sapere di più, principalmente perché sembra rispondere alla critica, spesso rivolta alla teoria anarchica, di essere poco concreta e poco applicabile alla realtà. Ward sembra determinato a tirare fuori l’anarchia dall’utopia e non ho potuto fare a meno di segnarmi le sue opere, soprattutto Anarchia come organizzazione. Fortunatamente sono state portate in Italia da Elèuthera e sono quasi tutte disponibili.
Quindi se anche per voi è un nome nuovo, vi consiglio di tornare su questo libro dopo che …
Questa lettura è stata il fallimento più proficuo che mi sia capitato ultimamente, perché è palesemente un libro intervista pensato per chi già conosce la figura e il pensiero di Colin Ward, mentre io penso di non averlo mai sentito nominare prima di incrociarlo così, totalmente per caso.
Tuttavia sono contenta di averlo letto: così ho potuto avere un assaggio del pensiero di Ward, che mi ha incuriosita abbastanza da volerne sapere di più, principalmente perché sembra rispondere alla critica, spesso rivolta alla teoria anarchica, di essere poco concreta e poco applicabile alla realtà. Ward sembra determinato a tirare fuori l’anarchia dall’utopia e non ho potuto fare a meno di segnarmi le sue opere, soprattutto Anarchia come organizzazione. Fortunatamente sono state portate in Italia da Elèuthera e sono quasi tutte disponibili.
Quindi se anche per voi è un nome nuovo, vi consiglio di tornare su questo libro dopo che avrete conosciuto meglio il suo autore tramite le sue opere: non c’è bisogno che anche voi facciate lo sbaglio di incontrarlo in Lo sguardo anarchico quando avete la possibilità di andare direttǝ a quello che ha scritto.
Nato a Vercelli nel 1861, Luigi Galleani è considerato, insieme a Errico Malatesta, il militante più influente dell’anarchismo di lingua …
Galleani, fin dall’inizio del suo soggiorno americano, aveva prestato specifica attenzione a svelare le ipocrisie del cosiddetto Free country, un paese che si autodefinisce libero ma che nei fatti si distingue per la propria politica antioperaia e razzista. Non solo i padroni hanno l’abitudine ad affrontare le richieste dei lavoratori con violenza, per mezzo dell’utilizzo tanto della Guardia nazionale quanto delle polizie private, ma la stessa libertà di pensiero e di espressione trova ben poca concretezza sul piano pratico, come era stato messo in evidenza dal dispositivo di legge varato già nel 1903, che aveva subordinato la domanda di naturalizzazione a un giuramento in cui il candidato doveva assicurare di non essere anarchico.
— Luigi Galleani by Antonio Senta (73%)
Chi nella vita non ha mai vissuto un periodo lontano dal sesso? Si tratta di un'esperienza diffusa e molteplice, ma …
“Vi andrebbe di disegnare un manga?” Con queste parole il Dio del Manga in persona, Osamu Tezuka, apre la sua …
All’interno di un contesto, quello dell’emigrazione italiana negli Stati Uniti, culturalmente ostico alle istanze di genere, le donne partecipano attivamente alla vita del movimento e nel corso degli anni anche su “Cronaca Sovversiva” compaiono numerosi articoli per dimostrare che la presunta superiorità dell’uomo non ha fondamento razionale ed è la semplice risultante di un “desiderio di dominio”. Obiettivo prioritario per la donna è quindi emanciparsi dal rapporto di dipendenza economica e morale che la tiene succube all’uomo e affrancarsi dai lavori servili, dai bassi salari e da una scarsa educazione.
— Luigi Galleani by Antonio Senta (52%)
Che succede quando si incontrano una donna alla fine della vita ma che ha goduto appieno del suo tempo e una donna bloccata in una routine che le fa vedere tutto nero? Succede che ci si ritrova a fare un viaggio nostalgico nel passato e a muovere i primi passi in un futuro che sembra la barzelletta di un pessimo comico tanto sembra improbabile.
Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è la storia di un mondo dove volersi bene e supportarsi a vicenda al di là di ogni differenza era normale e di come la trasmissione di quel diverso modo di essere possa far del bene a chi ha smarrito la strada e non sa bene come andare avanti con la sua vita.
Evelyn ha fatto tutto quello che chi ci sarebbe aspettatə da una donna: ha rispettato il manuale alla lettera. Eppure, a quarantotto anni, non si …
Che succede quando si incontrano una donna alla fine della vita ma che ha goduto appieno del suo tempo e una donna bloccata in una routine che le fa vedere tutto nero? Succede che ci si ritrova a fare un viaggio nostalgico nel passato e a muovere i primi passi in un futuro che sembra la barzelletta di un pessimo comico tanto sembra improbabile.
Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è la storia di un mondo dove volersi bene e supportarsi a vicenda al di là di ogni differenza era normale e di come la trasmissione di quel diverso modo di essere possa far del bene a chi ha smarrito la strada e non sa bene come andare avanti con la sua vita.
Evelyn ha fatto tutto quello che chi ci sarebbe aspettatə da una donna: ha rispettato il manuale alla lettera. Eppure, a quarantotto anni, non si sente affatto soddisfatta come pensava dopo aver seguito tutte le regole del gioco della vita. E quindi? Che si fa adesso? Come si risolve questa situazione improvvisa? Evelyn non ne ha idea, così la sua salute mentale peggiora e il pantano si fa sempre più molle e insidioso.
Finché, nella casa di riposo dove alloggia sua suocera, fa la conoscenza della signora Threadgoode, altra ospite della struttura e decisamente in vena di trovare un orecchio per le sue storie. All’inizio si tratterà di un orecchio piuttosto riluttante – e chi di noi ascolterebbe volentieri una persona sconosciuta che si mette a chiacchierare della sua vita quando speravamo di aver trovato un angolo tranquillo dove nessunə ci avrebbe disturbato? – ma con il procedere dei racconti Evelyn finisce per affezionarsi alla signore Threadgoode e noi con lei, perché le sue storie e la sua dolcezza farebbero venire voglia di passare da Whistle Stop a chiunque tanto è forte l’amore che si snoda attraverso le vicissitudini dei personaggi che ruotano intorno a questo locale.
Nonostante Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop non sia parco di tragedie ed eventi terribili, la sensazione che lascia alla fine è di un’enorme serenità e contentezza per aver letto questa storia. Questa piccola storia normale di persone che si curano l’una dell’altra.