Baylee reviewed Antichi demoni, nuove divinità by Tenzin Dickie
Antichi demoni, nuove divinità
3 stars
Siccome sono una lettrice curiosa, mi ci vuole un attimo a incuriosirmi davanti alla prima antologia di narrativa tibetana contemporanea pubblicata in Italia e un altro attimo per prenderlo in prestito. Poi una volta iniziato mi ci è voluto solo un altro attimo per capire che io del Tibet non so davvero nulla – non ho nemmeno avuto il periodo di fascinazione per il buddhismo o Sette anni in Tibet (mai visto). Ma da qualche parte bisogna pur iniziare per imparare cose nuove, no?
Quindi nella mia crassa ignoranza ho capito che l’occupazione cinese attraversa questi racconti come una frattura e anche quelli che non si occupano direttamente delle conseguenze di quell’evento storico sembrano comunque contenerne l’eco. La raccolta, infatti, si apre e si chiude con due racconti che, pur da punti di vista diversi, ci raccontano del trauma dell’occupazione cinese e del suo impatto sulla vita e sulla cultura …
Siccome sono una lettrice curiosa, mi ci vuole un attimo a incuriosirmi davanti alla prima antologia di narrativa tibetana contemporanea pubblicata in Italia e un altro attimo per prenderlo in prestito. Poi una volta iniziato mi ci è voluto solo un altro attimo per capire che io del Tibet non so davvero nulla – non ho nemmeno avuto il periodo di fascinazione per il buddhismo o Sette anni in Tibet (mai visto). Ma da qualche parte bisogna pur iniziare per imparare cose nuove, no?
Quindi nella mia crassa ignoranza ho capito che l’occupazione cinese attraversa questi racconti come una frattura e anche quelli che non si occupano direttamente delle conseguenze di quell’evento storico sembrano comunque contenerne l’eco. La raccolta, infatti, si apre e si chiude con due racconti che, pur da punti di vista diversi, ci raccontano del trauma dell’occupazione cinese e del suo impatto sulla vita e sulla cultura del Tibet. Moltissimi racconti poi contengono critiche al culto della personalità di Mao, riferimenti all’esilio e alla perdita di contatto con la propria cultura o alle difficoltà di vivere in un Paese che cambia velocemente ma anche sembra sempre abitato dai fantasmi del passato.
Com’è tipico delle antologie, non tutti i racconti mi sono sembrati notevoli – alcuni mi sembravano essere stati scelti più per la loro rilevanza politica che per quella letteraria. Ho trovato, però, molto interessante il breve saggio introduttivo della curatrice, che è molto utile per farsi almeno un’idea della letteratura moderna tibetana e di com’è nata, se come me non ne sapete niente.