Baylee ha recensito Il libro della scomparsa di Ibtisam Azem
Il libro della scomparsa
5 stelle
Avviso sul contenuto Conflitto israelo-palestinese
Se non avete mai prestato troppa attenzione al conflitto israelo-palestinese e alla condizione dei palestinesi e arabi israeliani, è probabile che siate disorientatə dalla retorica disumanizzante del governo israeliano che precede il ripetersi di crimini di guerra nella Striscia di Gaza. Gli ha dato barta il cervello tutto insieme? Come si può ritenere accettabile portare la catastrofe della Shoah a giustificazione di una risposta così sproporzionata a un evento certo terribile, ma di cui l’intera popolazione della Striscia di Gaza non può certo essere ritenuta colpevole – e anche se lo fosse, tortura e pena di morte dovrebbero essere ben lontane dall’agire di uno Stato che si definisce democratico e pure civile?
Azem cerca di indagare cosa impedisca a questi due popoli di convivere pacificamente e lo a partire dalla realizzazione del sogno sionista: la scomparsa, senza colpo ferire, di tutti i palestinesi dall’oggi al domani. Il punto di vista che Azem usa è quello di un ebreo israeliano, Ariel, che si ritrova tra le mani il diario del suo amico palestinese Alaa e decide di iniziare a leggerlo, nella speranza che gli dia qualche indizio per capire cosa sia successo e dove siano finiti i palestinesi.
L’evoluzione che segue a un evento tanto imprevedibile e inspiegabile all’inizio ci sembra comprensibile: sta per accadere qualcosa di terribile? Ci sarà un attentato? La guerra? Qualche Paese ostile ha aiutato i palestinesi a fuggire e li sta nascondendo? A mano a mano che il romanzo va avanti, però, emergono sempre di più le lacerazioni nascoste sotto le luci, i colori, la libertà e lo spasso. Lacerazioni che così coperte non hanno potuto iniziare il loro processo di guarigione e hanno suppurato per decenni, finendo per incancrenire e minare la pace e la sicurezza per gli stessi israeliani.
Tendiamo a immaginarci il male come qualcosa di eclatante e palese, qualcosa di così evidentemente sbagliato che non lo si può confondere con nient’altro. Da quest’idea deriva forse il nostro sconcerto davanti alle tragedie della storia: com’è stato possibile? Perché non ci si è fermatə prima? Invece il male è semplicemente a portata di mano: è facile, comodo, lo si raggiunge senza fatica e lo si mantiene senza sforzo. Il male è facile come far cambiare la serratura della porta di una casa rimasta vuota dopo che il suo proprietario è scomparso.