Un bel libro per bambini sulle differenze di genere
Nessuna valutazione
Mo, su incorraggiamento dei genitori, parte per un viaggio studio sulla Terra della durata di dieci anni. Al suo arrivo si rende conto che un particolare che pensava essere di scarsa importanza è invece fondamentale per i coniugi Olivieri, i suoi genitori adottivi: capire se Mo sia una bambina o un bambino, una cosa che i terrestri sanno sin dalla nascita ma gli abitanti di Deneb, il suo pianeta di origine, scoprono solo al raggiungimento della maggiore età, a meno che non facciano un costoso (e illegale) test.
Con la scusa di fare osservare la cultura terrestre a un bambinə alienə Bianca Pitzorno riesce a scrivere un libro per bambini che analizza e prende in giro le differenze culturali tra ruoli di genere. Il libro è scritto negli anni 80, ed è invecchiato benissimo
Esistono periferie fisiche, fatte di zone industriali, caseggiati anonimi o cantieri abbandonati, …
Interessante
3 stelle
Sarebbe una raccolta di racconti di fantascienza, ma ben poco interessata ai temi tipici del genere. Le protagoniste abitano le periferie di mondi non troppo futuri, luoghi sporchi, decadenti, dimenticati da dio: le astronavi, i robot e le meraviglie della tecnica di solito le osservano da lontano, oppure le ricordano con nostalgia o odio mentre lavorano come cameriere o sex worker. Molti racconti non avrebbero nessun problema a essere trasposti in un'ambientazione più realistica. Lo stile è crudo, le descrizioni di corpi imperfetti e malattie aliene realistiche, c'è molta influenza del body horror, ma molti racconti passano da questo stile a uno più onirico e metaforico. Il centro della trama sono di solito i sentimenti dei personaggi e le relazioni con gli altri; l'autrice sembra interessata a creare immagini icastiche più che allo sviluppo narrativo delle storie. Forse l'unica pecca che ho trovato è che in alcuni racconti la trama …
Sarebbe una raccolta di racconti di fantascienza, ma ben poco interessata ai temi tipici del genere. Le protagoniste abitano le periferie di mondi non troppo futuri, luoghi sporchi, decadenti, dimenticati da dio: le astronavi, i robot e le meraviglie della tecnica di solito le osservano da lontano, oppure le ricordano con nostalgia o odio mentre lavorano come cameriere o sex worker. Molti racconti non avrebbero nessun problema a essere trasposti in un'ambientazione più realistica. Lo stile è crudo, le descrizioni di corpi imperfetti e malattie aliene realistiche, c'è molta influenza del body horror, ma molti racconti passano da questo stile a uno più onirico e metaforico. Il centro della trama sono di solito i sentimenti dei personaggi e le relazioni con gli altri; l'autrice sembra interessata a creare immagini icastiche più che allo sviluppo narrativo delle storie. Forse l'unica pecca che ho trovato è che in alcuni racconti la trama appare troppo surreale e risulta difficile da seguire. In ogni caso lo consiglio
An engaging exploration of what it means to be asexual in a world that's obsessed …
Spero arrivi in italiano
Nessuna valutazione
Ho scoperto questo libro da alcuni post nel fediverso e letto inizialmente una traduzione del capitolo In sickness and in health, che tratta dei rapporti tra asessualità e disabilità, sul blog del collettivo Carrodibuoi. Purtroppo non esiste ancora una traduzione in italiano.
Fra i libri sull’asessualità è quello che mi ha colpito di più. Idealmente si pone a metà strada tra i saggi accademici che ho letto su quel tema, testi a volte illuminanti ma spesso troppo impersonali, e le raccolte di storie vissute da membri della comunità, in cui potevo trovare qualcosa in cui riconoscermi, questo è certo, ma spesso mi lasciavano confuso per la quantità di esperienze diverse che trovavo.
Credo che il libro abbia tre scopi. Il primo, naturalmente, è descrivere l’asessualità a qualcuno che non conosce l’argomento, sia che il suo sia un interesse personale sia che sia spinto dalla semplice curiosità. Il secondo è evitare …
Ho scoperto questo libro da alcuni post nel fediverso e letto inizialmente una traduzione del capitolo In sickness and in health, che tratta dei rapporti tra asessualità e disabilità, sul blog del collettivo Carrodibuoi. Purtroppo non esiste ancora una traduzione in italiano.
Fra i libri sull’asessualità è quello che mi ha colpito di più. Idealmente si pone a metà strada tra i saggi accademici che ho letto su quel tema, testi a volte illuminanti ma spesso troppo impersonali, e le raccolte di storie vissute da membri della comunità, in cui potevo trovare qualcosa in cui riconoscermi, questo è certo, ma spesso mi lasciavano confuso per la quantità di esperienze diverse che trovavo.
Credo che il libro abbia tre scopi. Il primo, naturalmente, è descrivere l’asessualità a qualcuno che non conosce l’argomento, sia che il suo sia un interesse personale sia che sia spinto dalla semplice curiosità. Il secondo è evitare di trattare l’asessualità come un qualcosa di isolato, ma descrivere tutte le interazioni che questa può avere con altre categorie che utilizziamo per giudicare il mondo, come la disabilità o l’appartenenza a una minoranza etnica, avendo una visione del fenomeno il più possibile varia. Ognuno degli undici capitoli del libro tratta un argomento, e lo fa di solito prendendo come filo il vissuto di uno degli intervistati o un racconto personale dell’autrice. I punti di svolta del racconto e i dubbi dei personaggi danno lo spunto per approfondirne i concetti, portare ad esempio ulteriori storie, parlare dei dibattiti tuttora in corso sull’argomento. Concetti, dati, l’esperienza personale dell’autrice e quelle delle decine di persone che intervista sono inseriti in un discorso coerente che riesce a toccare molti temi diversi senza diventare caotico o didascalico.
Il terzo scopo, quello dichiarato dal titolo, è partire dall’insieme di esperienze diverse che l’autrice raccoglie per capire qualcosa di più generale sul mondo in cui viviamo. Questo è sicuramente ciò che mi ha fatto apprezzare più il libro: il fatto che per quanto le storie degli intervistati potessero essere diverse dalla mia, le loro testimonianze avevano comunque qualcosa di personale da dirmi sulle maniere in cui sino a quel momento avevo guardato me stesso e gli altri.