Il classico nerd sinistronzo: leggo narrativa fantastica classica, narrativa realistica con una trama (quindi niente dick lit), saggi di scienze sociali marxisti-femministi-decoloniali-froci, testi di mitologia, filosofia pagana e magia, e roba che tiene assieme tutto ciò.
While Lord of the Rings took the world by storm, Leiber’s fantastic but thoroughly flawed …
Narrativa sword & sorcery, quella bella... all'incirca, ma diciamo di sì
3 stelle
[Vecchia recensione esportata da un altro sito]
Ed ecco che dopo circa un anno, con lunghe pause, completo la saga di Lankhmar!
Prima di commentare questo settimo e ultimo volume, però, urge un riepilogo dei precedenti sei, per fare il punto del mio lungo viaggio assieme a Fafhrd e al Grigio Acchiappatopi:
Swords and Deviltry ci aveva mostrato le origini dei due personaggi e la loro natura fedifraga, ribalda e anche un po' tragica con una sequenza di tre bei thiller.
2.Swords Against Death raccoglieva le avventure autoconclusive dei giovani Fafhrd e Acchiappatopi, alle volte un po' troppo aderenti alla formula del "mostro della settimana" howardiano, altre volte basate sui primi semi di un worldbuilding raffinatissimo.
Swords in the Mist ci ha presentato il duo ormai adulto e in preda a una caratteristica Wunderlust, che li porta a incrociare i propri cammini con divinità, stregoni sarcastici …
[Vecchia recensione esportata da un altro sito]
Ed ecco che dopo circa un anno, con lunghe pause, completo la saga di Lankhmar!
Prima di commentare questo settimo e ultimo volume, però, urge un riepilogo dei precedenti sei, per fare il punto del mio lungo viaggio assieme a Fafhrd e al Grigio Acchiappatopi:
Swords and Deviltry ci aveva mostrato le origini dei due personaggi e la loro natura fedifraga, ribalda e anche un po' tragica con una sequenza di tre bei thiller.
2.Swords Against Death raccoglieva le avventure autoconclusive dei giovani Fafhrd e Acchiappatopi, alle volte un po' troppo aderenti alla formula del "mostro della settimana" howardiano, altre volte basate sui primi semi di un worldbuilding raffinatissimo.
Swords in the Mist ci ha presentato il duo ormai adulto e in preda a una caratteristica Wunderlust, che li porta a incrociare i propri cammini con divinità, stregoni sarcastici ma letali e donzelle in pericolo per niente in pericolo.
Swords Against Wizardry consolida la formula raggiungendo picchi eccezionali di sarcasmo e pittoresco, in particolare regalandoci la città di Quarmall – come se Lankhmar non fosse già abbastanza affascinante.
The Swords of Lankhmar rende Lankhmar ancora più affascinante di prima e contrappone con successo Fafhrd e l'Acchiappatopi a rivali e comprimari che escono dalla pagina.
Swords and Ice Magic rappresenta quel magico momento in cui Leiber ormai è invecchiato, i suoi due eroi pure, e quindi tutto il worldbuilding disseminato nei precedenti libri si compatta finalmente in una continuity ragionata: è la festa dei rimandi al passato, ma non per citazionismo, bensì per mostrarci che i nostri hanno fatto due volte il giro del mondo e hanno visto tutto o quasi. E c'è un po' troppo porno gratuito, ma dettagli.
Ebbene, questo ultimo volume, The Knight and Knave of Swords, è il momento ancora più magico in cui Leiber ormai è in pensione e vuole pensionare pure Fafhrd e l'Acchiappatopi: da una parte si riprende direttamente il finale di Swords and Ice Magic con nuove avventure sull'Isola di Brina, dall'altra è ormai evidente che i nostri beniamini sono vecchi e un giorno dopo l'altro stanno appendendo le spade al chiodo – e siccome la prosa di Leiber è ancora affilata come un rasoio, questo ritiro dalle scene oscilla senza problemi dal sarcasmo al fantasmagorico, con dei momenti di autentica commozione in "The Curse of the Smalls and the Stars" (che per certi versi considero spettacolare tanto quanto "The Lords of Quarmall"). Epperò, stanti così le cose, come mai do solo 3/5? Perché nel gran finale della serie, "The Mouser Goes Below", Leiber ha perso la trebisonda e ha esagerato con le scene autoconclusive eccessivamente dettagliate, a scapito degli intrecci coesi e impeccabili cui si dedicava da giovane (per altro molte di tali scene sono pornografia lesbica sadomaso, il che immagino sia un pregio per molti); l'impatto emotivo del finale c'è lo stesso, ma il viaggio per raggiungerlo non è avvincente quanto avrei sperato. Però non lo nascondo, anche così mette malinconia congedarsi da Fafhrd e l'Acchiappatopi, lasciarli alla loro meritata pensione e dire "addio" al mondo di Nehwon, cui pian piano mi sono appassionato quasi come a Terramare. Tanti complimenti, Fritz!
The Hugo and Nebula Award–winning series of sword and sorcery—featuring two unorthodox heroes—from a Grand …
Narrativa sword & sorcery, quella bella, due volte
4 stelle
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Dopo circa un anno proseguo la mia lettura della saga di Lankhmar con The Adventures of Fafhrd and the Gray Mouser: Volume Two, e inizio ribadendo quanto già indicato per il primo omnibus: la Open Road Media ha fatto un lavoro indecente e vende a un prezzo esagerato degli ebook mal impaginati, con refusi di battitura onnipresenti e punteggiature tutte sballate che disturbano il dizionario digitale degli e-reader, al punto che c'è da chiedersi se questi ebook non siano il risultato della scansione di una stampa cartacea e conversione automatica del file immagine in html (e ciò è, per i non iniziati, il modo peggiore di fabbricare un ebook). Io avevo comprato la serie in blocco durante un saldo, ma ribadisco il mio invito: boicottate questa edizione spazzatura e comprate la serie in un cartaceo di seconda mano.
Passando alla recensione dei testi, …
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Dopo circa un anno proseguo la mia lettura della saga di Lankhmar con The Adventures of Fafhrd and the Gray Mouser: Volume Two, e inizio ribadendo quanto già indicato per il primo omnibus: la Open Road Media ha fatto un lavoro indecente e vende a un prezzo esagerato degli ebook mal impaginati, con refusi di battitura onnipresenti e punteggiature tutte sballate che disturbano il dizionario digitale degli e-reader, al punto che c'è da chiedersi se questi ebook non siano il risultato della scansione di una stampa cartacea e conversione automatica del file immagine in html (e ciò è, per i non iniziati, il modo peggiore di fabbricare un ebook). Io avevo comprato la serie in blocco durante un saldo, ma ribadisco il mio invito: boicottate questa edizione spazzatura e comprate la serie in un cartaceo di seconda mano.
Passando alla recensione dei testi, sarebbe un 3.5/5 ma concedo volentieri l'arrotondamento a 4/5. Le speranze che avevo espresso recensendo The Adventures of Fafhrd and the Gray Mouser Volume One: Swords and Deviltry, Swords Against Death, and Swords in the Mist si sono realizzate e in questa seconda fase del ciclo Fritz Leiber spicca il volo, abbandona le convenzioni narrative howardiane (che chiaramente gli stanno strette) e raggiunge delle vette degnissime di qualità letteraria, quella felice combinazione fra situazioni fantasmagoriche e prosa affabulatoria che rende valido un feuilleton. Andando più nello specifico:
4. Swords against Wizardry si apre con un dittico di novelle a tema alpinistico che francamente mi hanno preso poco (ma a me non piace l'alpinismo) pur presentando delle gustose scene di quella magia fiabesca che Leiber tanto ama; si prosegue poi con un racconto breve di raccordo ricco di sarcasmo; si conclude con lo spettacolare "The Lords of Quarmall", un piccolo capolavoro di thriller politico che mette in scena le mosse e contromosse di tanti contendenti entro un microcosmo suggestivo, oliato come un orologio svizzero e trasudante atmosfera – se un giorno mi metterò a elencare i miei racconti brevi preferiti, questo andrà sul podio.
5. The Swords of Lankhmar itera sulla struttura di "The Lords of Quarmall" e mette in scena un thriller di scala ancora più ampia costruito su un crescendo di fantasmagorie, fra viaggiatori dimensionali in sella a serpenti marini, delitti nei gabinetti pubblici e pozioni magiche di rimpicciolimento che rispettano la legge di Lavoisier (sic!). Forse l'intreccio non sarà il più articolato che il genere abbia mai visto, ma la voce narrante sorniona e la costruzione calibratissima di sottotrame parallele lo rendono un romanzo egregio; francamente lo antepongo senza esitare all'Ian Fleming di Thunderball: Operazione tuono.
6. Swords and Ice Magic è al tempo stesso il pezzo forte e il pezzo debole della raccolta: la sua prima metà è una sequenza di quattro racconti comico-esistenziali sul duello perpetuo fra la Morte e i due protagonisti (sic!) che oscillano fra il gustosamente maestoso e il banalmente sconcio (non livello Howard ma quasi), il quinto testo è un pezzo comico-esistenziale di qualità assai superiore che mette in moto l'evoluzione piscologica di Fafhrd e l'Acchiappatopi, segue un pezzo marinaresco un po' insipido (tranne che per i lettori astronomi di mestiere), si chiude con il dittico delle avventure marinaresche sull'Isola di Brina, che oscilla anch'esso fra valida fantasmagoria e lungaggini un po' inerti (sì oggi mi piace la parola "fantasmagoria").
Tirando le somme, il ciclo di Fafhrd & Gray Mouser si riconferma come un esempio sapiente e rifinito di narrativa avventurosa per l'intrattenimento, con guizzi di acume e profondità emotiva che lo elevano sopra la media del genere; non sempre è impeccabile e di sicuro non appaga un animo sentimentale come sa fare Ursula K. Le Guin in The Tombs of Atuan, però nel suo ambito è materiale pregiato.
The Hugo and Nebula Award–winning series of swords and sorcery, featuring two unorthodox heroes, from …
Narrativa sword & sorcery, quella bella
3 stelle
[Vecchia recensione esportata da altro sito]
Una premessa: a questo giro sono obbligato a separare la recensione del testo in sé e per sé dalla recensione del prodotto editoriale.
In termini di qualità editoriale, questa edizione Open Road Media di The Adventures of Fafhrd and the Gray Mouser: Volume One è uno 0/5 passabile denuncia: i tre volumi singoli sono stati letteralmente copincollati uno dietro l'altro senza neanche rimuovere le copertine individuali, ma solo aggiungendo come "copertina" complessiva un orrendo volantino pubblicitario; le copertine individuali stesse sono dozzinali; in apertura e chiusura dell'omnibus ci sono ulteriori volantini pubblicitari mal disegnati, roba che neanche in un tascabile economico da edicola; i segni di punteggiatura nei testi hanno un sacco di spaziature sbagliate, che per di più inteferiscono con le funzioni di dizionario degli e-reader (auguri a cercare una certa parola se il software la seleziona assieme a quella successiva per colpa …
[Vecchia recensione esportata da altro sito]
Una premessa: a questo giro sono obbligato a separare la recensione del testo in sé e per sé dalla recensione del prodotto editoriale.
In termini di qualità editoriale, questa edizione Open Road Media di The Adventures of Fafhrd and the Gray Mouser: Volume One è uno 0/5 passabile denuncia: i tre volumi singoli sono stati letteralmente copincollati uno dietro l'altro senza neanche rimuovere le copertine individuali, ma solo aggiungendo come "copertina" complessiva un orrendo volantino pubblicitario; le copertine individuali stesse sono dozzinali; in apertura e chiusura dell'omnibus ci sono ulteriori volantini pubblicitari mal disegnati, roba che neanche in un tascabile economico da edicola; i segni di punteggiatura nei testi hanno un sacco di spaziature sbagliate, che per di più inteferiscono con le funzioni di dizionario degli e-reader (auguri a cercare una certa parola se il software la seleziona assieme a quella successiva per colpa di un trattino posizionato male); chi ha compilato l'indice è stato/a così imbecille e noncurante da sbagliare i titoli di due racconti e trasformare The Bleak Shore ("La spiagga desolata") in The Bleak Store ("Il negozio desolato") e The Price of Pain-ease ("Il prezzo della quiete") in The Prince of Pain-ease ("Il principe della quiete") – e tutto questo viene a costare una somma esagerata per un'edizione digitale. A quanto ho potuto verificare, Open Road Media ha ottenuto l'esclusiva completa sulle opere di Leiber, pertanto fatevi un favore: boicottate questo e-book spazzatura e comprate la serie in un'edizione cartacea di seconda mano.
Passando alla recensione dei testi veri e propri, do un 3/5 ben meritato. Sono approdato alla saga di Fafhrd e dell'Acchiappatopi Grigio dopo anni di recupero archeologico dei classici dello sword & sorcery e, per quanto mi riguarda, il magnum opus di Leiber dà la birra sia a tutta la produzione fantasy meno che eccellente di Robert Howard sia al Michael Moorcock giovane della saga di Elric (che, siamo sinceri, è l'unico Moorcock che i più leggano): le 20 novelle contenute in questo omnibus battono la concorrenza per varietà di situazioni fantastiche, per finezza retorica (non ho mai usato così spesso il dizionario bilingue) e soprattutto per l'umorismo caustico che pervade molte trame senza mai scadere nel puerile né nel pomposo (cosa tremendamente rara nel fantasy commerciale). Andando più nello specifico:
1. Sword against Deviltry ci propone una veloce introduzione al mondo secondario di Nehwon, le origin stories di Fafhrd e dell'Acchiappatopi, secondo me un filo troppo contorte ed elaborate, e il primo incontro del duo, una gran bella combinazione di buddy comedy e thriller con un pregevole tocco tragico.
2. Swords against Death raccoglie le otto novelle composte per prime dal giovane Leiber e altre due aggiunte a posteriori per ottimizzare la trama orizzontale. Secondo me qui si sente tanto che la serie è stata iniziata in medias res e dotata a posteriori di un antefatto: in questi racconti la psiche dei due protagonisti è leggermente più sempliciotta rispetto a quanto mostrato nel primo volume (che a rigori è un prequel) e le situazioni risentono molto del modello howardiano, con cacce al tesoro, città perdute e malvagi stregoni – ma grazie al cielo niente donnine nude per attirare i lettori allupati. I veri picchi di qualità sono i pezzi ambientati nella metropoli di Lankhmar, con le sue fazioni sociopolitiche, i suoi costumi eccentrici e le sue architetture labirintiche – ora capisco perché la serie è chiamata anche "saga di Lankhmar", trattando la città come una coprotagonista.
3. Sword in the Mist include un dittico di buoni pezzi lankhmariani (in particolare "Lean times in Lankhamr" è un capolavoro di commedia), un dittico più howardiano ma comunque con un tocco sardonico, e un'altro ancora di fantasy storico davvero davvero gustoso; si sente che Leiber stava ormai sviluppando un gusto suo specifico, che spero sbocci appieno nei successivi volumi.
Questo detto, ci tengo a ribadire che (almeno in questa prima fase di composizione) Fafhrd & Gray Mouser è una serie di racconti d'avventura di largo consumo: sicuramente è più sofisticata degli altri classici del suo genere, ma resta entro il suo genere e non si spinge verso quella complessità d'intreccio raggiunta da opere posteriori (penso al mio beneamato The Birthgrave di Tanith Lee). Va comunque rimarcato che quelle opere posteriori si poggiano sull'esempio di Leiber e che i suoi brani non sono invecchiati più di tanto: leggerli uno al giorno a scopo archeologico è piuttosto gradevole.
Night Shade Books is proud to present The Collected Fantasies of Clark Ashton Smith in …
Meno fantascienza e più orrore, per favore!
3 stelle
Nel corso di questa primavera non ho avuto il tempo di leggere romanzi corposi, ergo ho scelto un paio di raccolte di racconti e le ho lette ad alternanza, incastrandoci un romanzo breve qua e là. Una delle due antologie l'ho finita oggi ed è appunto questo The Door to Saturn, secondo volume dell'opera omnia di sua eminenza Clark Ashton Smith, ed è stata una gran bella cavalcata.
Ora, secondo me questa raccolta non raggiunge la qualità notevolissima della precedente The End of the Story, ma mi rendo conto sia anche una questione di gusto: a me piace poco lo Smith autore di fantascienza che prende astronauti più o meno improvvisati e li scaraventa su un pianeta alieno abitato da esseri contorti, impostando la prosa come una relazione di viaggio alla Jonathan Swift, e questo volume comprende non pochi racconti di quel filone, alcuni dei quali pure costruiti …
Nel corso di questa primavera non ho avuto il tempo di leggere romanzi corposi, ergo ho scelto un paio di raccolte di racconti e le ho lette ad alternanza, incastrandoci un romanzo breve qua e là. Una delle due antologie l'ho finita oggi ed è appunto questo The Door to Saturn, secondo volume dell'opera omnia di sua eminenza Clark Ashton Smith, ed è stata una gran bella cavalcata.
Ora, secondo me questa raccolta non raggiunge la qualità notevolissima della precedente The End of the Story, ma mi rendo conto sia anche una questione di gusto: a me piace poco lo Smith autore di fantascienza che prende astronauti più o meno improvvisati e li scaraventa su un pianeta alieno abitato da esseri contorti, impostando la prosa come una relazione di viaggio alla Jonathan Swift, e questo volume comprende non pochi racconti di quel filone, alcuni dei quali pure costruiti su premesse molto simili (e infatti le note storiografiche segnalano che, effettivamente, il gusto personale di Smith si era felicemente armonizzato con le richieste del mercato), pertanto ho provato un certo qual senso di ridondanza – che però si è sciolto come neve al sole al cospetto dei racconti macabri e crudeli, di cui invece mi ingozzo come fossero ciliegie. Deliziosamente dolceamari "Told in the Desert" e "The Ghoul", commovente "The Willow Landscape", assolutamente terrificante "The Hunter from Beyond" – e mi sono ufficialmente appassionato anche al ciclo di Hyperborea, il cui primo racconto contenuto nel volume primo mi aveva lasciato freddino.
Che dire, Smith si conferma a mio modello artistico postumo, e non credo aspetterò altri due anni per passare al volume terzo.
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Il BRAVO autore horror yankee degli scorsi anni Trenta
4 stelle
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Quando qualcuno dice "letteratura pulp degli Trenta", pensiamo subito all'orrore cosmico di Howard Lovecraft e allo sword & sorcery di Robert Howard, molto più raramente al povero Clark Ashton Smith, il "Terzo Moschettiere" di «Weird Tales» – ed è un vero peccato, visto che, detto fuori dai denti, Smith era un autore di racconti horror nettamente più bravo di Lovecraft. Da un lato, il Solitario di Providence ha avuto LA grande intuizione dei Grandi Antichi e affini e l'ha eseguita estremamente bene in una manciata di testi, ma il resto del suo corpus è ripetitivo come tematiche, appesantito da una prosa troppo forbita e piagato dal razzismo e dalla misoginia di un maniaco; viceversa il bravo Clark Ashton, il Bardo della California, sapeva scrivere in modo raffinato senza diventare soporifero, passava senza difficoltà dal macabro in stile Poe al thriller realistico fino al "mondo …
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Quando qualcuno dice "letteratura pulp degli Trenta", pensiamo subito all'orrore cosmico di Howard Lovecraft e allo sword & sorcery di Robert Howard, molto più raramente al povero Clark Ashton Smith, il "Terzo Moschettiere" di «Weird Tales» – ed è un vero peccato, visto che, detto fuori dai denti, Smith era un autore di racconti horror nettamente più bravo di Lovecraft. Da un lato, il Solitario di Providence ha avuto LA grande intuizione dei Grandi Antichi e affini e l'ha eseguita estremamente bene in una manciata di testi, ma il resto del suo corpus è ripetitivo come tematiche, appesantito da una prosa troppo forbita e piagato dal razzismo e dalla misoginia di un maniaco; viceversa il bravo Clark Ashton, il Bardo della California, sapeva scrivere in modo raffinato senza diventare soporifero, passava senza difficoltà dal macabro in stile Poe al thriller realistico fino al "mondo perduto", aveva un gustoso senso dello humor, era piacevolmente delicato nelle scene amorose e mi sembra che fosse meno razzista della media del suo tempo, il che non guasta – e tutto questo emerge già qui in The End of the Story, il primo volume su cinque della sua opera omnia (va dal 1928 al 1930 con un paio di testi isolati del '25), per cui chissà quante altre piccole perle ha prodotto più avanti! Poi certo, i racconti di fantascienza orrorifica mi hanno fatto addormentare perché erano impostati come minuto resoconto tecnico delle stranezze geologiche e botaniche di un pianeta alieno, ma erano solo 3 su 20, e i primi racconti dei cicli di Poseidonis e Averoigne sono tutti eccellenti e compensano ampiamente.
Mi limito a 4 stelle solo perché l'apparato critico di queste edizioni Night Shade Books, seppur valido, non è vasto come quello spettacolare delle edizioni Ballantine/Del Rey di Robert E. Howard, che per me resta un non plus ultra.