Prosegue l'autobiografia introspettiva di Michele Rech, e a circa dieci anni dal grande romanzo grafico di analisi della sua famiglia materna, ecco quello dedicato alla famiglia paterna – e se in Dimentica il mio nome fu la scomparsa della nonna a permettere a Zerocalcare di riconoscere che mamma Elisabeth è una persona, non solo un genitore, qui in Quando muori resta a me è la fatidica vacanza col padre Pin nella casa d'origine dei nonni a innescare un complesso lavoro di ripescaggio e sbrogliamento dei non detti, degli abbandoni, degli allontanamenti voluti e subiti, dei grovigli di torto e rancore ereditati di generazione in generazione – e il tutto non si limita al vissuto personale dei Rech padre e figlio, ma lo inquadra nelle lontane origini della famiglia nel Veneto bellunese, ieri come oggi relegato a "Meridione del Nord", nelle vergogne e nelle ombre che la generazione di papà Pin …
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Il classico nerd sinistronzo: leggo narrativa fantastica classica, narrativa realistica con una trama (quindi niente dick lit), saggi di scienze sociali marxisti-femministi-decoloniali-froci, testi di mitologia, filosofia pagana e magia, e roba che tiene assieme tutto ciò. Salvo dove indicato diversamente, ho composto le recensioni a ridosso della prima lettura, quindi le primissime risalgono al 2017 quando avevo ventun anni e qualcosa – abbiate pietà delle mie ingenuità.
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cretinodicrescenzago wants to read Questa notte non sarà breve by Michele Rech
cretinodicrescenzago reviewed Quando muori resta a me by Michele Rech
Un'opera necessaria sull'affettività maschile nella nostra società machista
5 stars
Prosegue l'autobiografia introspettiva di Michele Rech, e a circa dieci anni dal grande romanzo grafico di analisi della sua famiglia materna, ecco quello dedicato alla famiglia paterna – e se in Dimentica il mio nome fu la scomparsa della nonna a permettere a Zerocalcare di riconoscere che mamma Elisabeth è una persona, non solo un genitore, qui in Quando muori resta a me è la fatidica vacanza col padre Pin nella casa d'origine dei nonni a innescare un complesso lavoro di ripescaggio e sbrogliamento dei non detti, degli abbandoni, degli allontanamenti voluti e subiti, dei grovigli di torto e rancore ereditati di generazione in generazione – e il tutto non si limita al vissuto personale dei Rech padre e figlio, ma lo inquadra nelle lontane origini della famiglia nel Veneto bellunese, ieri come oggi relegato a "Meridione del Nord", nelle vergogne e nelle ombre che la generazione di papà Pin si porta dietro dai "maledetti anni Settanta", nella consapevolezza da parte di Michele di non essere più il giovane punkabbestia picchiato dalla Forestale al G8 di Genova, bensì un uomo ampiamente adulto che ha ampiamente fatto il giro di boa del tempo che potrà trascorrere coi suoi genitori (e questo in tavole di rara potenza lirica). Se è vero che i meccanismi narrativi utilizzati per la gestione delle proiezioni interiori dello Zerocalcare personaggio sono un po' classici e telefonati, è altrettanto vero che l'opera nel suo complesso è di profonda delicatezza e dolcezza – tanto più per me, che anche grazie ad essa ho sbloccato un po' la situazione comunicativa col mio, di padre!
cretinodicrescenzago finished reading Quando muori resta a me by Michele Rech

Quando muori resta a me by Michele Rech
Un viaggio con suo padre verso il paesino tra le Dolomiti da cui proviene la famiglia paterna sarebbe la scusa …
cretinodicrescenzago reviewed No Sleep till Shengal by Michele Rech
La strada verso la libertà ce la insegna il Sud globale
5 stars
Ci sono letture che ti segnano dentro, del tipo che ti spingono a fare davvero quella certa tesi di laurea triennale, a seguire con costanza quel certo argomento anno dopo anno, e in men che non si dica ti ritrovi a studiare Angela Davis e Antonio Gramsci; per il me circa ventenne, quella lettura fu Kobane Calling, e questa prosecuzione del reportage è arrivata al momento giusto, ed era altamente necessaria. Primo, perché aveva ragione la comunità curda di Roma: le tavole di Michele Rech smuovono e informano più di buona parte della stampa italiana, e si stanno rivelando un punto di partenza per la controinformazione di tante persone (e comunque non sono mai abbastanza). Secondo, perché Calcare sa il fatto suo, e il suo caratteristico umorismo è integrato benissimo nell'esposizione documentaristica per punteggiare le situazioni grottesche, mentre nei momenti più drammatici si respira una gravitas solennissima. Terzo, e …
Ci sono letture che ti segnano dentro, del tipo che ti spingono a fare davvero quella certa tesi di laurea triennale, a seguire con costanza quel certo argomento anno dopo anno, e in men che non si dica ti ritrovi a studiare Angela Davis e Antonio Gramsci; per il me circa ventenne, quella lettura fu Kobane Calling, e questa prosecuzione del reportage è arrivata al momento giusto, ed era altamente necessaria. Primo, perché aveva ragione la comunità curda di Roma: le tavole di Michele Rech smuovono e informano più di buona parte della stampa italiana, e si stanno rivelando un punto di partenza per la controinformazione di tante persone (e comunque non sono mai abbastanza). Secondo, perché Calcare sa il fatto suo, e il suo caratteristico umorismo è integrato benissimo nell'esposizione documentaristica per punteggiare le situazioni grottesche, mentre nei momenti più drammatici si respira una gravitas solennissima. Terzo, e più importante di tutti, per ricordare a noi nella Fortezza Europa che
Questa autonomia è nata nel sangue dei nostri figli e delle nostre figlie e finché la madre di un martire sarà viva, non ce la porteranno via.
Grazie Michele, di "contrigerci a stare nei posti in cui bisogna stare." Prossima tappa, il reportage gemello La montagna sola. Gli ezidi e l’autonomia democratica di Şengal.
cretinodicrescenzago finished reading No sleep till Shengal by Michele Rech

No Sleep till Shengal by Michele Rech
Nella primavera del 2021 Zerocalcare si reca in Iraq, per far visita alla comunità ezida di Shengal, minacciata dalle tensioni …
il giornalismo appassionato e militante di cui l'Italia ha bisogno
5 stars
Lo avevo già segnalato quando nel 2020 lessi Scavare Fossati, Nutrire Coccodrilli, ma Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia mi impone di ribadirlo di nuovo e in modo più articolato: la produzione di Zerocalcare è intrinsecamente, visceralmente e irriducibilmente politica, leggerlo come semplice divertissement era sensato con le storie brevi del blog giovanile, ma il livello di riflessione etica e sociologica è diventato centrale quantomeno dal racconto cornice di Ogni maledetto lunedì su due – e con questa raccolta di pezzi medi il giro di boa è definitivo e ineluttabile. Per la prima volta Rech ci propone un'antologia di graphic journalism priva di brani "leggeri" di recensione e di inserti vignettistici, bensì composta esclusivamente da pezzi di cronaca pesanti come mattoni, il cui filo conduttore, di fatto, è l'essenza collettiva della vita umana (Santa Brigida che paroloni) – la collettività dei carcerati e delle loro famiglie in uno …
Lo avevo già segnalato quando nel 2020 lessi Scavare Fossati, Nutrire Coccodrilli, ma Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia mi impone di ribadirlo di nuovo e in modo più articolato: la produzione di Zerocalcare è intrinsecamente, visceralmente e irriducibilmente politica, leggerlo come semplice divertissement era sensato con le storie brevi del blog giovanile, ma il livello di riflessione etica e sociologica è diventato centrale quantomeno dal racconto cornice di Ogni maledetto lunedì su due – e con questa raccolta di pezzi medi il giro di boa è definitivo e ineluttabile. Per la prima volta Rech ci propone un'antologia di graphic journalism priva di brani "leggeri" di recensione e di inserti vignettistici, bensì composta esclusivamente da pezzi di cronaca pesanti come mattoni, il cui filo conduttore, di fatto, è l'essenza collettiva della vita umana (Santa Brigida che paroloni) – la collettività dei carcerati e delle loro famiglie in uno Stato dove si incarcera tanto e si incarcera, di fatto, per torturare; la collettività di un quartiere, quando lo Stato sociale si dilegua per demandare i servizi "fondamentali" al libero mercato; la collettività dell'insurrezione curda, assediata ogni giorno dalla dittatura fascista in Turchia; la collettività culturale, spaccata fra chi parassita lo status quo patriarcale come una sanguisuga e chi spinge per una comunicazione onesta e inclusiva (e in tal senso le spinte si possono sempre migliorare). È evidente la continuità concettuale con il bellissimo "Questa non è una partita a bocce" (ora in La scuola di pizze in faccia del professor Calcare), e che dire, ogni singola tavola finale riesce a commuovere e far ribollire il sangue; ancora, una volta, ringraziamo Rech per essere riuscito a portare nella distribuzione mainstream la cultura progressista antifascista che a inizio secolo era stata schiacciata in minoranza – mai Cavallo di Troia fu più salutare per questo paese. Chiude poi la raccolta il consueto pezzo autobiografico lungo, però stampato in un'unica tornata, non intervallato a puntate fra gli altri brani, e ciò ha perfettamente senso: si tratta di fatto di un nuovo mini-volume dell'autobiografia autoriale di Rech che porta avanti il filone avviato già da La profezia dell'armadillo e arrivato fino a Macerie prime. Sei mesi dopo, e specificamente ci racconta da dentro la produzione della serie animata Strappare lungo i bordi, la quale, ormai lo sappiamo, è stata un secondo Cavallo di Troia – a livello che metà di una mia classe aveva le lacrime agli occhi dopo essersela sciroppata. Daje Michele, sono dieci anni che ci proponi grandi cose e inneschi risveglio politico in noi pischellɜ millenial, ci rivediamo per il ventennale!
cretinodicrescenzago finished reading Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia

Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia
Dalla condizione dei carcerati di Rebibbia durante la prima ondata della pandemia all'importanza della sanità territoriale, da una disamina approfondita …
cretinodicrescenzago reviewed Scheletri by Michele Rech
L'inizio della maturità di Michele Rech
5 stars
Quando nell'autunno 2021 è uscito su Netflix Strappare lungo i bordi, in tanti ci siamo chiesti se Calcare non fosse entrato in una fase di stanca e non stesse iniziando a riproporre (seppur sempre con grande stile) un repertorio di pezzi sicuri. Per tot motivi io recupero solo ora Scheletri, uscito nell'autunno 2020, e, per quanto mi riguarda, la preoccupazione si è dissolta. Perché qui trasuda proprio che Michele Rech sta crescendo (ma non diteglielo o si sente vecchio), che ormai è ampiamente finita la fase "giovanile" sviluppatasi da La profezia dell'armadillo a L'elenco telefonico degli accolli e siamo entrati in acque nuove. La struttura di quest'ultimo romanzo si rifà certamente a Un polpo alla gola, con una lunga narrazione nel passato cui seguono degli sviluppi a vent'anni di distanza (e mi ha fatto stranissimo ritrovare, per la prima volta, la pandemia rappresentata in diretta in una …
Quando nell'autunno 2021 è uscito su Netflix Strappare lungo i bordi, in tanti ci siamo chiesti se Calcare non fosse entrato in una fase di stanca e non stesse iniziando a riproporre (seppur sempre con grande stile) un repertorio di pezzi sicuri. Per tot motivi io recupero solo ora Scheletri, uscito nell'autunno 2020, e, per quanto mi riguarda, la preoccupazione si è dissolta. Perché qui trasuda proprio che Michele Rech sta crescendo (ma non diteglielo o si sente vecchio), che ormai è ampiamente finita la fase "giovanile" sviluppatasi da La profezia dell'armadillo a L'elenco telefonico degli accolli e siamo entrati in acque nuove. La struttura di quest'ultimo romanzo si rifà certamente a Un polpo alla gola, con una lunga narrazione nel passato cui seguono degli sviluppi a vent'anni di distanza (e mi ha fatto stranissimo ritrovare, per la prima volta, la pandemia rappresentata in diretta in una narrativa contemporanea), ma concettualmente porta avanti il discorso di Macerie prime e Macerie prime. Sei mesi dopo: c'è un Calcare autocritico, che si chiede con vera preoccupazione dove sta andando la sua vita dopo tanti anni a navigare a vista. C'è il microcosmo degli amici di Calcare sempre più dettagliato e fluido, con un paio di colpi di scena interni che spiazzano alquanto. C'è una rievocazione dell'Italia a cavallo fra 2001 e 2002, quando c'è già stata la macelleria del G8 di Genova ma la crisi economica del 2008 ancora non si preannuncia. C'è una sala giochi ghermita di cabinati Capcom e SNK, cui Michele dedica un'ode che fa sanguinare il cuore a noi tardo-millenial che le sale giochi non le abbiamo viste e abbiamo dovuto arrangiarci con surrogati mediocri di spazio aggregativo (e non oso immaginare quanto stiano male gli zoomer). E, porco Giuda, c'è una crudezza di temi da romanzo sociale, ci sono tavole a tutta pagina che potrebbero essere dei quadri o veristi o dell'orrore (o ambedue assieme, perché niente è più orribile del vero), c'è per molti versi un nichilismo nuovo, il nichilismo di un uomo e un artista cui stanno montando le preoccupazioni dei quarant'anni incipienti. Forse i meccanismi narrativi, sul finale, cercano di essere sin troppo "puliti", rinunciando a lasciarsi dietro qualche nodo irrisolto in più, ma è una piccolezza in quello che probabilmente è il primo pezzo "esistenziale" di un Michele Rech in divenire. Perché, checché ne dica lui, non sta marcendo come muffa.
P.S.: ormai è palese che Calcare, i primi 883 e il mai abbastanza compianto Cranio Randagio hanno dato voce a uno spirito nazionale italiano al tempo stesso tossico e colmo d'amore.
cretinodicrescenzago finished reading Scheletri by Michele Rech

Scheletri by Michele Rech
Diciotto anni, e una bugia ingombrante: Zero ogni mattina dice alla madre che va all’università, ma in realtà passa cinque …
cretinodicrescenzago finished reading A babbo morto by Michele Rech

A babbo morto by Michele Rech, Alberto Madrigal
Natale… i regali, il cenone, i parenti… ma ci avete mai pensato alle condizioni di lavoro dei folletti nella fabbrica …
cretinodicrescenzago reviewed A babbo morto by Michele Rech
Una fiaba satirica che ne vorresti ancora
4 stars
Calcare batte un terreno nuovo e centra in pieno il bersaglio: ha preso di peso una quantità paurosa di fatti di cronaca e situazioni della narrativa popolare, li ha rivestiti di identità fittizie e li ha montati assieme in un finto reportage fluidissimo, coerente, avvincente e truculento. Non metto le cinque stelle solo perché, pur capendo la volontà di farne una breve "favola", avrei pagato oro per averne un romanzo lungo.
Una raccolta varia, diversa, stimolante
3 stars
Terza antologia di racconti brevi del buon Calcare: ora che il blog è quasi fermo è il turno delle produzioni per Wired, Repubblica, L'Espresso, Best Movies e qualche inedito; molti sono pezzi d'occasione, quindi li si apprezza di più se ci si ricorda almeno vagamente il contesto che il nostro stava commentando. A rileggere i brani sull'intervento turco in Siria e l'approvazione della Legge Cirinnà mutilata sembra passato un secolo intero... Personalmente mi sono reso conto che i brani più permeati di cultura pop tengono meglio se letti uno ogni tanto per rallegrarsi (del resto sul blog uscivano ogni lunedì su due), invece i pezzi più politici me li terrei sotto il cuscino. Perché per parte mia Michele Rech sta diventando la letteratura nazionalpopolare che serve disperatamente a questo Paese*.
[* A trascrivere la recensione più di 5 anni dopo, questa mia posizione è sempre più solida e certa. Grazie …
Terza antologia di racconti brevi del buon Calcare: ora che il blog è quasi fermo è il turno delle produzioni per Wired, Repubblica, L'Espresso, Best Movies e qualche inedito; molti sono pezzi d'occasione, quindi li si apprezza di più se ci si ricorda almeno vagamente il contesto che il nostro stava commentando. A rileggere i brani sull'intervento turco in Siria e l'approvazione della Legge Cirinnà mutilata sembra passato un secolo intero... Personalmente mi sono reso conto che i brani più permeati di cultura pop tengono meglio se letti uno ogni tanto per rallegrarsi (del resto sul blog uscivano ogni lunedì su due), invece i pezzi più politici me li terrei sotto il cuscino. Perché per parte mia Michele Rech sta diventando la letteratura nazionalpopolare che serve disperatamente a questo Paese*.
[* A trascrivere la recensione più di 5 anni dopo, questa mia posizione è sempre più solida e certa. Grazie Michele, grazie davvero.]
cretinodicrescenzago finished reading La scuola di pizze in faccia del professor Calcare by Michele Rech

La scuola di pizze in faccia del professor Calcare by Michele Rech
Questa nuova raccolta di storie di Zerocalcare, precedentemente apparse sul suo blog, su Wired, su Best Movie, su Repubblica, l’Espresso …
La formazione di un genio contemporaneo
5 stars
È praticamente da La profezia dell'armadillo che Zerocalcare ha messo in piazza che è un punk postmarxista: come lettore puoi rispecchiartici appieno, puoi metterti in confronto critico o puoi schifarlo, ma se te ne rendi conto solo dopo aver letto Kobane calling evidentemente hai una cecità selettiva che si spegne solo se ti sbattono in faccia l'ovvio. Questo detto, per noi che abbiamo scoperto Calcare con i romanzi e le storielle brevi è facile liquidare le due righe della sua biografia che parlano delle copertine per fanzine e delle locandine per concerti disegnate dal nostro a inizio Duemila; meno male, meno male che c'è questo catalogo a farci entrare dentro quelle due righe e mostrarci che Michele Rech è stato prima di tutto un artista di punta della scena culturale punk, con tutto quello che ci sta dietro: i concerti, l'aggregazione sul territorio, le persone ammazzate dai neonazisti – il …
È praticamente da La profezia dell'armadillo che Zerocalcare ha messo in piazza che è un punk postmarxista: come lettore puoi rispecchiartici appieno, puoi metterti in confronto critico o puoi schifarlo, ma se te ne rendi conto solo dopo aver letto Kobane calling evidentemente hai una cecità selettiva che si spegne solo se ti sbattono in faccia l'ovvio. Questo detto, per noi che abbiamo scoperto Calcare con i romanzi e le storielle brevi è facile liquidare le due righe della sua biografia che parlano delle copertine per fanzine e delle locandine per concerti disegnate dal nostro a inizio Duemila; meno male, meno male che c'è questo catalogo a farci entrare dentro quelle due righe e mostrarci che Michele Rech è stato prima di tutto un artista di punta della scena culturale punk, con tutto quello che ci sta dietro: i concerti, l'aggregazione sul territorio, le persone ammazzate dai neonazisti – il trauma culturale del G8 di Genova, che per la mia generazione è solo un passato rimosso, ma è stato ferite nella carne viva di fratelli e sorelle maggiori e di partner un filo più grandi. Mi azzardo a dire che per capire davvero Michele Rech come artista si dovrebbe partire da qui e incastrare tutti gli altri suoi lavori nel quadro che ci restituisce Scavare Fossati, Nutrire Coccodrilli.