Ufficialmente deceduta nel 1912, Adèle Blanc-sec è in realtà tenuta in ibernazione da sei anni …
Talmente complicato da essere quasi sconclusionato (ma comunque geniale)
4 stelle
Le avventure di Adèle Blanc-Sec si fanno sempre più intricate con nuovi mostri, nuovi cattivi e nuove situazioni paradossali. Adèle si ritrova sempre impelagata in situazioni per caso, un po' kafkianamente colpevole senza sapere di cosa. Tardi è un genio, ma di quelli intricatissimi: se ti distrai, sei perdutə.
Una serie di illustrazioni che appartengono a anni lavori e stili diversi, messe insieme per cercare di raccontare una vita che è estremamente strereotipata. Non c'è dolore, non c'è emozione, solo impressioni. Che magari a qualcunu può piacere, io l'ho trovato una gabbianata di discrete proporzioni.
Alcune delle illustrazioni sono davvero molto belle, ma non abbastanza da salvarsi accostate a frasi finto poetiche appoggiate addosso.
Santo vive e lavora a Firenze. E ruba orecchini e collane nei negozi, rischiando sempre …
Barba di perle
3 stelle
Barba di perle è uno dei primi fumetti pubblicati di Flavia Biondi, fumettista nata in quel di Toscana che mi ripromettevo da anni di leggere. Si tratta di una storia molto breve – meno di cento pagine – ed è abbastanza sorprendente che Biondi sia riuscita a delineare una storia di questo tipo in così poco spazio.
Dico questo perché una storia dove si passa dalla più rigida chiusura nei confronti della propria identità a una timida apertura mi sembra necessitare di molto spazio. Biondi, invece, è riuscita a rendere il percorso di Santo, il protagonista, molto realistico, sia con l’accortezza di non arrivare a un coming out plateale, sia con un linguaggio visivo essenziale, ma capace di sintetizzare molto bene le sue difficoltà e le sue speranze.
Ci sono comunque delle ingenuità narrative, con parti nelle quali avrei preferito una maggiore finezza e che suonano uscite da un manuale …
Barba di perle è uno dei primi fumetti pubblicati di Flavia Biondi, fumettista nata in quel di Toscana che mi ripromettevo da anni di leggere. Si tratta di una storia molto breve – meno di cento pagine – ed è abbastanza sorprendente che Biondi sia riuscita a delineare una storia di questo tipo in così poco spazio.
Dico questo perché una storia dove si passa dalla più rigida chiusura nei confronti della propria identità a una timida apertura mi sembra necessitare di molto spazio. Biondi, invece, è riuscita a rendere il percorso di Santo, il protagonista, molto realistico, sia con l’accortezza di non arrivare a un coming out plateale, sia con un linguaggio visivo essenziale, ma capace di sintetizzare molto bene le sue difficoltà e le sue speranze.
Ci sono comunque delle ingenuità narrative, con parti nelle quali avrei preferito una maggiore finezza e che suonano uscite da un manuale del buon coming out e del quali persone evitare, ma in definitiva si tratta di una storia che lascia delle sensazioni estremamente positive e con alcune scelte molto felici (a partire dalla copertina, che raffigura alla perfezione il riserbo di Santo nel mostrarsi come se stesso).