@twisterrm@bookwyrm.gatti.ninja potreste considerare l'idea di utilizzare "L'angolo del lettore" su Feddit. Credo che Lemmy si presti bene allo scopo e attualmente federa abbastanza bene anche con Mastodon quindi non è necessario avere un account lemmy/feddit per interagire... nel caso siete benvenutɜ 🤗
alephoto85 ha risposto allo stato di twisterrm@bookwyrm.gatti.ninja
Yaku.ninja ha risposto allo stato di twisterrm@bookwyrm.gatti.ninja
@twisterrm Va bene, apriamo le danze in grande stile con una domandona: Secondo voi, cosa voleva comunicare l'autore ai lettori con questo libro?
E metto qui la mia. Non ho un'idea precisa, ma penso che volesse comunicare due cose, partendo dall'insensatezza della vita senza scelte o senza il coraggio delle scelte, in attesa di eventi futuri propizi che possano cambiare le cose, esattamente nel modo in cui Drogo non sceglie mai veramente di andarsene da un luogo che sembra tenerlo bloccato in una prigione senza catene, e in contrapposizione l'idea che una vita abitudinaria, statica e senza gloria, possa essere comunque una vita degna di essere vissuta, fino alla fine, tra piccole cose, poche persone amiche, routine marziali familiari e un luogo che nonostante tutto diventa casa.
ninja.banshee ha risposto allo stato di Yaku.ninja
@twisterrm (metto qui degli appunti mentre leggevo il libro che in parte rispondono, perchè ho il fantastico superpotere di dimenticarmi i libri letti dopo 1 giorno dalla lettura )
È come se Buzzati avesse rovesciato la teoria del piacere leopardiana per poi schiantarla addosso a tuttə, a chi legge e al romanzo stesso: il tempo una volta trascorso tra attesa e fantasticazioni fini a se stesse non è piacevole ma una condanna ad una vita infelice.
È sorprendente quanto intrattiene un racconto che per tutta la sua durata resta sospeso in un'attesa via via sempre più deprimente, anzi arrivando a dire che bisogna rassegnarsi, perchè le cose sono così: Drogo è il naturale protagonista destinato per affinità ad un luogo del genere. Ho anche apprezzato alcuni elementi tragicomici (su tutti il falsoallarme di un'invasione) ma meno il finale (a mio avviso dello stesso tono): sbrigativo a congendarsi da Drogo facendogli …
@twisterrm (metto qui degli appunti mentre leggevo il libro che in parte rispondono, perchè ho il fantastico superpotere di dimenticarmi i libri letti dopo 1 giorno dalla lettura )
È come se Buzzati avesse rovesciato la teoria del piacere leopardiana per poi schiantarla addosso a tuttə, a chi legge e al romanzo stesso: il tempo una volta trascorso tra attesa e fantasticazioni fini a se stesse non è piacevole ma una condanna ad una vita infelice.
È sorprendente quanto intrattiene un racconto che per tutta la sua durata resta sospeso in un'attesa via via sempre più deprimente, anzi arrivando a dire che bisogna rassegnarsi, perchè le cose sono così: Drogo è il naturale protagonista destinato per affinità ad un luogo del genere. Ho anche apprezzato alcuni elementi tragicomici (su tutti il falsoallarme di un'invasione) ma meno il finale (a mio avviso dello stesso tono): sbrigativo a congendarsi da Drogo facendogli accettare e apprezzare in quattro quattr'otto la sua esistenza (probabilmente l'editore non avrebbe accettato un finale totalmente amaro)
Mi chiedo inoltre (senza aver trovato riscontri, se qualcunə avesse fonti le condivida :) ) se la scelta di ambientare la storia tra le milizie volesse avere una sfumatura satirica, a maggior ragione perchè Buzzati ha avuto una formazione militaresca.
@Yaku.ninja concordo sui due aspetti. Leggendo alcuni approfondimenti Buzzati ha sempre insistito sull'autoreferenzialità dell'opera, chissà se per (falsa) modestia o perchè non voleva fare la morale a nessuno.
Lilith@bookwyrm.gatti.ninja ha risposto allo stato di twisterrm@bookwyrm.gatti.ninja
@twisterrm allora, premetto che a un certo punto l'ho dovuto mollare per un paio di giorni perché Drogo mi innervosiva, la sua passività esasperante era diventata claustrofobica. Detto questo lui, secondo me, è un non-personaggio, sospeso in un non-tempo, totalmente succube del ritmico fluire di un non-luogo. Un uomo banale, piccolo e che non sa alzare la testa in nessun momento, lascia che la vita gli fluisca addosso e d'improvviso si ritrova vecchio senza aver concluso nulla. Trovo che sia una grossa critica sociale verso quelle ideologie che in generale portano a non fare nulla perché tanto nulla serve a cambiare le cose. Nemmeno l'ingiustizia riesce a fargli scrollare di dosso la passività, la vede, la riconosce, ne soffre, ciononostante la manda giù, incapace di imporre la sua personale scelta. Quello che traspare leggendo è che nei casi come quelli di Drogo, ciò che succede è l'abbandono ad una vita …
@twisterrm allora, premetto che a un certo punto l'ho dovuto mollare per un paio di giorni perché Drogo mi innervosiva, la sua passività esasperante era diventata claustrofobica. Detto questo lui, secondo me, è un non-personaggio, sospeso in un non-tempo, totalmente succube del ritmico fluire di un non-luogo. Un uomo banale, piccolo e che non sa alzare la testa in nessun momento, lascia che la vita gli fluisca addosso e d'improvviso si ritrova vecchio senza aver concluso nulla. Trovo che sia una grossa critica sociale verso quelle ideologie che in generale portano a non fare nulla perché tanto nulla serve a cambiare le cose. Nemmeno l'ingiustizia riesce a fargli scrollare di dosso la passività, la vede, la riconosce, ne soffre, ciononostante la manda giù, incapace di imporre la sua personale scelta. Quello che traspare leggendo è che nei casi come quelli di Drogo, ciò che succede è l'abbandono ad una vita totalmente abitudinaria, dove non c'è bisogno di fare scelte personali perché tanto risulta tutto già stabilito e ordinato. In questo l'ordine marziale, la vita di caserma, è un esempio perfetto con i suoi ritmi e attività spesso totalmente inutili e senza senso, fatte solo perché devono essere fatte e non per una vera utilità. Quanto è più facile per chi ha un temperamento come quello di Drogo, lasciarsi comandare anziché prendere in mano la propria vita?
twisterrm@bookwyrm.gatti.ninja ha risposto allo stato di twisterrm@bookwyrm.gatti.ninja
Drogo è un personaggio brutto, uno di quelli che mentre leggi un libro con più storie vuoi scrollarti di dosso presto, un riempitivo. Ecco, di un riempitivo è stato fatto un personaggio, lui non è niente, come niente arriva e come niente se ne va, senza aver compiuto nulla di notabile, senza che sia conosciuto o ricordato neanche quando dopo una vita di caserma e nonostante sia un graduato viene preso per il culo dai giovani che vanno in guerra a "morire da eroi", invidia anche il gesto stupido di Angustina che muore assiderato solo perché il momento era propizio a fare una fine degna. È tanto inutile che Buzzati gli fa saltare 25 anni di vita con una pagina a dimostrazione del fatto che vive in uno stato di stasi, attesa, del tutto trascinato dalla vita e dal tempo.
ninja.banshee ha risposto allo stato di twisterrm@bookwyrm.gatti.ninja
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@twisterrm Dal capitolo 17 "Di notte, nelle camerate, le assi che sostengono gli zaini, le rastrelliere per i fucili, le stesse porte, anche i bei mobili di noce massiccio nella camera del signor colonnello, tutti i legni della Fortezza, compresi i più antichi, mandavano scricchiolii nel buio. Certe volte erano colpi secchi come pistolettate, sembrava che qualche cosa andasse veramente in pezzi, uno si risvegliava nella branda e tendeva le orecchie: nulla però riusciva a sentire se non altri scricchiolii che bisbigliavano nella notte. Ecco il tempo in cui nelle vecchie assi risuscita un ostinato rimpianto di vita. Moltissimi anni prima, nei giorni felici, era un giovanile flusso di calore e di forza, dai rami uscivano fasci di germogli. Poi la pianta era stata abbattuta. E adesso che è primavera, in ognuno dei suoi frammenti ancora si sveglia, infinitamente minore, un palpito di vita. Un tempo foglie e fiori; ora soltanto un vago ricordo, quel tanto per fare crac e poi basta fino all’anno venturo".
Dal capitolo 24 (amarissima questa)
"Proprio in quel tempo Drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangano sempre lontani; che se uno soffre, il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l’amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita."