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La filosofia nel Medioevo by Michela Pereira
Il volume introduce a una visione d'insieme del pensiero filosofico, teologico e scientifico nella cultura occidentale dal VI al XV …
DE SUMMA MANNAGGIA
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Il volume introduce a una visione d'insieme del pensiero filosofico, teologico e scientifico nella cultura occidentale dal VI al XV …
Composta nella prima metà del XII secolo, l'Edda di Snorri costituisce uno dei principali monumenti della letteratura islandese medioevale e …
Lolita is a 1955 novel written by Russian-American novelist Vladimir Nabokov. The novel is notable for its controversial subject: the …
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Tutti conosciamo il Signore degli Anelli, per cui una recensione di questo capolavoro mi sembra oltremodo superflua. Mi limiterò ad alcune osservazioni sull'impianto ideologico del romanzo e sulla traduzione.
Tanto si è detto sul Signore degli Aneli, e ancora molto si dirà. In Italia, inoltre, l'opera di Tolkien ha avuto il singolare destino di diventare patrimonio culturale della destra neofascista di stampo esoterico, in cui è prevalsa una lettura simbolista dell'opera, ben esemplificata nell'introduzione (datatissima e decisament fuori luogo) di E. Zolla. Tolkien ha sempre detto della sua opera essere di matrice "profondamente cristiana", e questo è indubbio (esaltazione della pietà, dell'umiltà, della semplicità d'animo) ma è un cristianesimo senza rivelazione, senza messaggio dogmatico e dottrinario, men che meno simbolista (motivo per cui Tolkien avrà da ridire sulle Cronache di Naria dell'Amico C.S. Lewis, che invece sono una paese allegoria cristiano-evangelica). In quest'edizione è stata ripristinata la fondamentale prefazione di …
Tutti conosciamo il Signore degli Anelli, per cui una recensione di questo capolavoro mi sembra oltremodo superflua. Mi limiterò ad alcune osservazioni sull'impianto ideologico del romanzo e sulla traduzione.
Tanto si è detto sul Signore degli Aneli, e ancora molto si dirà. In Italia, inoltre, l'opera di Tolkien ha avuto il singolare destino di diventare patrimonio culturale della destra neofascista di stampo esoterico, in cui è prevalsa una lettura simbolista dell'opera, ben esemplificata nell'introduzione (datatissima e decisament fuori luogo) di E. Zolla. Tolkien ha sempre detto della sua opera essere di matrice "profondamente cristiana", e questo è indubbio (esaltazione della pietà, dell'umiltà, della semplicità d'animo) ma è un cristianesimo senza rivelazione, senza messaggio dogmatico e dottrinario, men che meno simbolista (motivo per cui Tolkien avrà da ridire sulle Cronache di Naria dell'Amico C.S. Lewis, che invece sono una paese allegoria cristiano-evangelica). In quest'edizione è stata ripristinata la fondamentale prefazione di Tolkien alla seconda edizione del romanzo, in cui l'autore confessa di non amare l'allegoria, in quanto si tratta di una sorta di imposizione, da parte dell'autore, di una lettura forzatamente simbolica. Il Signore degli Anelli ha chiaramente una forte affinità con il mito, ma il mito non è allegoria, semmai è simbolo, e di conseguenza ambiguo, e ciò che conta è il nostro rapporto con esso, non tanto con ciò che l'autore impone ad esso. La nuova traduzione di Fatica è magistrale, rispecchia i vari registri dell'opera Tolkeniana, restituisce i preziosismi del suo inglese. Le polemiche si erano arrestate alle questioni relative ai toponimi e alla nuova nomenclatura, ma poco si è detto sulla qualità della sua prosa, sulla sua bellezza e sulla sua eleganza (un esempio per tutti: l'assalto di Gondor), per non parlare della sua resa delle poesie che, chi è capace di andare al di là del mero "prima erano più evocative", sono state magistralmente rese. Un'operazione editoriale straordinaria, di cui la galassia tolkeniana italiana aveva decisamente bisogno.
Content warning Spoiler sulla trama e sul finale
Alcune considerazioni a caldo dopo aver letto "Il Signore degli Anelli", per considerazioni più lunghe forse scriverò qualcosa sul mio blog.
Mi sembra ovvio che si tratta di un romanzo anti-moderno: nella forma, nelle tematiche, nell'esaltazione della virtù eroica... eppure è mi risulta ancora incredibile come abbia fatto la destra neofascista ad appropriarsene. Tolkien era certamente un conservatore, un tradizionalista, un cattolico che amava il latino a messa; eppure tutto il romanzo pullula di suggestioni anti-totalitariste: il reame di Gondor è un reame giusto perché il Re permette ai suoi sudditi di essere liberi, dona le terre agli uomini di Sud, esercita la tolleranza. Ciò che corrompe la società è la brama di potere e la coercizione (questo, in fin dei conti, è l'Anello). Se di "messaggio" dobbiamo parlare (ammesso che sia lecito) mi verrebbe da dire che è una grande ode alla maestosità della natura, una denuncia dell'ottusità umanala critica all'esercizio smodato del potere, la diffidenza nei confronti della tecnica, il tutto attraversato da un grande afflato morale che - come anche l'autore affermò - è certamente cristiano.
Come la destra fascista neo-pagana ne abbia fatto una lettura esoterica è un mistero. Inoltre c'è quell'incredibile penultimo capitolo, "the scouring of the Shire", dove emerge chiaramente una condanna quasi politica dei totalitarismi, della corruzione, della burocrazia, finanche del mercato e del socialismo realizzato (gli sgherri di Saruman che arraffano tutto per "redistribuire", l'erba pipa esportata a sud...).
Il Signore degli Anelli è certamente grandissima letteratura universale, e solo dei mentecatti come i fascisti nostrani potevano leggere, tra le righe di quella che forse è l'ultima epica contemporanea, richiami alla Tradizione e a tutte quelle fesserie.
@Shunrei libro che vorrei leggere da tempo, ne consigli la lettura?
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Leggo colpevolmente in ritardo un libro che ha fatto molto discutere di sé. Accusato di passatismo, di nostalgismo sterile, di "reazionarismo", è stato al centro del dibattito teorico e politico sulla scuola e sul suo ruolo sociale. Al netto di qualche nostalgismo di troppo, però, mi sembra assolutamente scorretto bollarlo semplicemente come "passatista". L'analisi dello statuto oramai normativo e schiacciato sulle esigenze del mercato della scienza (sic)! pedagogica, l'appiattimento culturale dell'insegnamento, il vilipendio delle materie umanistiche, la colpevole mancanza di progettualità civile della scuola; sono tutti quanti temi che vanno affrontati con coraggio e senza servilismi. Una scuola che non forma più non è scuola, una scuola che "promuove tutti" (anche quando non si hanno i riferimenti più basilari della lingua italiana una volta arrivati al liceo) è una scuola che, ahimé, ha perso, ha colpevolmente perso. Chi vive nel mondo della scuola, e non nell'iperuranio dei testi teorici della …
Leggo colpevolmente in ritardo un libro che ha fatto molto discutere di sé. Accusato di passatismo, di nostalgismo sterile, di "reazionarismo", è stato al centro del dibattito teorico e politico sulla scuola e sul suo ruolo sociale. Al netto di qualche nostalgismo di troppo, però, mi sembra assolutamente scorretto bollarlo semplicemente come "passatista". L'analisi dello statuto oramai normativo e schiacciato sulle esigenze del mercato della scienza (sic)! pedagogica, l'appiattimento culturale dell'insegnamento, il vilipendio delle materie umanistiche, la colpevole mancanza di progettualità civile della scuola; sono tutti quanti temi che vanno affrontati con coraggio e senza servilismi. Una scuola che non forma più non è scuola, una scuola che "promuove tutti" (anche quando non si hanno i riferimenti più basilari della lingua italiana una volta arrivati al liceo) è una scuola che, ahimé, ha perso, ha colpevolmente perso. Chi vive nel mondo della scuola, e non nell'iperuranio dei testi teorici della "nuova pedagogia delle competenze" se ne accorge immediatamente. Il fatto che vi siano alunni di liceo classico che non sanno usare gli avverbi e le locuzioni avverbiali è un fatto assolutamente rilevante. E la cosa che più preoccupa è che è trasversale alle classi sociali, ai contesti di riferimento e alle aree geografiche. La scuola è egualitaria sì, ma verso il basso, e ci penserà poi la società a mantenere vive le disuguaglianze e le ingiustizie.
Appena finito questo opuscoletto. Iniziato perché ero curioso di leggere qualcosa che trattasse il satanismo "di sinistra", ho trovato il libro interessante, sebbene forse troppo semplicistico.