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alephoto85

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Libri di alephoto85

Obiettivo di lettura 2025

Completato! alephoto85 ha letto 23 di 20 libri.

Slavenka Drakulić: La gatta di Varsavia (Paperback, Italiano language, 2010, B.C. Dalai editore) 5 stelle

Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una …

Di libri di cucina questo mondo ne è pieno, ce ne sono troppi. A volte, quando entro in una libreria e mi metto a guardare tra gli scaffali, mi viene una depressione mostruosa, davanti a tutti quei volumi patinati e luccicanti.

Molti libri di cucina includono sontuose fotografie di pietanze varie, tutta roba da far venire l'acquolina in bocca. Però questi volumi sembrano più albi illustrati per bambini che manuali di cucina. Io sono contraria all'uso delle fotografie nei libri di cucina, innanzitutto perché ne fanno salire il prezzo, e poi fanno passare per stupido chi legge, come se il lettore (o, più spesso, la lettrice) avesse bisogno di vedere il cibo con i propri occhi, prima di potersi fidare di una ricetta. Con la conseguenza che poi quando la persona, seguendo quella ricetta, prepara la pietanza e la serve nel piatto, l'aspetto è completamente diverso. La carne non è rosata come quella della fotografia, la crosta non è così croccante, l'insalata non è così verde. Persino la tovaglia buona non è bella come quella della foto, neanche un po'!

La gatta di Varsavia di  (Pagina 128)

Slavenka Drakulić: La gatta di Varsavia (Paperback, Italiano language, 2010, B.C. Dalai editore) 5 stelle

Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una …

Oggi, la maggior parte di loro ha semplicemente smesso di nutrire interesse per gli ordinamenti politici o per la «politica» in sé (è così che chiamano lo scontro di potere finalizzato a stabilire le regole della comune convivenza). Mi spingerei a dire che, ormai, gli Uomini cercano semplicemente di sopravvivere in un mondo ostile dove a comandare non sono più i «compagni» o altre personalità in carne e ossa, ma un'entità superiore e totalmente impersonale chiamata «mercato globale», che è uno dei prodotti derivati dalla democrazia e dal capitalismo. Si tratta di un fenomeno che trovo di difficile descrizione, poiché, com'era prevedibile, non dispongo di sufficienti fonti in merito. Ma si dice che quest'entità sia più grande di tutti i centri commerciali messi insieme, che sia così grande da inglobare l'intero Mondo di Sopra e forse anche quello di Sotto. A quanto ho capito, il mercato globale è un meccanismo che rende tutto possibile, e intendo dire proprio tutto, compravendita di esseri umani inclusa; dalla sera alla mattina, i poveri possono diventare ricchi e, viceversa, i ricchi possono diventare poveri (anche se ciò si verifica più di rado). Sembra un nuovo tipo di miracolo, fondato sul possesso e sugli oboli. Se non hai oboli da offrire, cadi sempre più in basso e sei fuori dal gioco.

La gatta di Varsavia di  (Pagina 79)

Per ora mi sembrano tutte estremamente belle e ben costruite ma questa in particolare, "Le leggenda del muro di Berlino, illustrata da una talpa", credo sia un piccolo capolavoro.

Slavenka Drakulić: La gatta di Varsavia (Paperback, Italiano language, 2010, B.C. Dalai editore) 5 stelle

Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una …

I nuovi arrivati provenivano da quella parte del Mondo di Sopra dove la religione era decisamente poco amata, se non bandita in ogni sua forma. Ma nell'ex prigione di Berlino Ovest, le chiese del consumismo non erano bandite neanche un po'. Al contrario, ce n'erano ovunque, ne trovavi lungo le vie principali della città come negli insediamenti più periferici; si trattava di edifici pieni di lucette sfavillanti e dall'aspetto molto seducente. Grande fu l'ammirazione dei neo-arrivati quando scoprirono che, in queste enormi chiese del consumismo, chiamate «centri commerciali», potevi trovare di tutto e di più, e senza dover neanche recitare preghiere. Ma questa religione nascondeva un trabocchetto. Gli adepti erano liberi di entrare in chiesa, ma non di uscirne!

La gatta di Varsavia di  (Pagina 76)

Slavenka Drakulić: La gatta di Varsavia (Paperback, Italiano language, 2010, B.C. Dalai editore) 5 stelle

Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una …

«Se credete a quello che dice la gente, ne dovreste dedurre che in questo Paese non una singola persona sia mai stata iscritta al Partito Cominusta Cecoslovacco! Erano tutte vittime! Il che è da idioti, soprattutto alla luce del fatto che il 10% della popolazione aveva la tessera del partito, punto e basta. Fanno un milione e settecentomila persone! Dubito che fossero tutti sostenitori convinti, in molti casi si trattava solo di tessere "formali", prese per il lavoro e la carriera e i benefici che la tessera stessa comportava. Ma nessun regime, per quanto totalitario, può esistere senza la complicità di una parte della popolazione - per quanto estorta controvoglia», diceva il professor Perlik. «Non prendiamoci in giro, se la maggior parte di noi si allineava non lo faceva solo per sopravvivere - perché la Cecoslovacchia non era l'Unione Sovietica - ma semplicemente per vivere meglio. Capisco che sia una verità dura da ingoiare oggi come oggi. »

La gatta di Varsavia di  (Pagina 16)

citazione da La gatta di Varsavia di Slavenka Drakulić

Slavenka Drakulić: La gatta di Varsavia (Paperback, Italiano language, 2010, B.C. Dalai editore) 5 stelle

Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una …

E qui, in questo cinema, finisce la storia del comunismo. Quella del museo, intendo.

<<Che me n'è venuto dal cambiamento?» dice Milena. «Ho perso il lavoro. Ho meno soldi. Mio marito beve. La libertà? Quale libertà? Non possiamo fare un viaggio, non ci possiamo comprare niente. Non abbiamo neanche più la macchina, non ce la possiamo permettere», si sfoga con Dasha, che non può fare altro che concordare. Ogni tanto provo pena per entrambe, fanno palesemente parte della schiera dei perdenti. Queste due signore non sono forse la migliore pubblicità per la democrazia e il capitalismo, direi. Il cambiamento è arrivato troppo tardi per loro. Effettivamente, deve essere proprio frustrante ritrovarsi finalmente nell'era dell'opulenza, ma non potersela godere, non trovi, Hans?

La gatta di Varsavia di  (Pagina 26)

citazione da La gatta di Varsavia di Slavenka Drakulić

Slavenka Drakulić: La gatta di Varsavia (Paperback, Italiano language, 2010, B.C. Dalai editore) 5 stelle

Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una …

Pensa a come viveva la gente - centinaia di milioni di persone con la sensazione di avere una stanza d'interrogatorio installata nel cervello. Non la vedevi ma c'era. Penserai che sto di nuovo esagerando , ma sto semplicemente parlando di autocensura, di una situazione in cui diventi l'interrogatore di te stesso - l'esatto contrario della libertà di espressione. Ti chiedi se non fosse un modo per essere politically correct? Caro Hans... mettiamola così, se mi permetti di citare ancora una volta il professore: «Il politically correct nasce dalla sensibilità verso l'altro - l'autocensura nasce dalla paura dell'altro». La sorveglianza reciproca era un sistema messo a punto nell'Urss e praticato in tutti i Paesi del blocco sovietico.

La gatta di Varsavia di  (Pagina 23)