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ha risposto allo stato di Scartafaccio

@Mannivu @Scartafaccio

oddio, rientra nel planetary romance?

Direi proprio di sì. Lo definirei – da quello che ricordo – un esempio di “planetary romance classico”... poi si potrebbero fare altri discorsi sul genere e parlare anche di “new planetary romace”, tipo la trilogia di Virga (stra-consigliata), ma non sono la persona adatta. Non per fare il pignolo che corregge gli errori grammaticali altrui, ma hai scritto “personaggia”! :-)

ha risposto allo stato di Quoll

@Mannivu @quoll

Nope, era voluto. :-) Prendo dalla Crusca: Va però detto che la SIL (Società Italiana delle Letterate), di ispirazione femminista, usa da tempo il termine personaggia con riferimento a figure femminili create da scrittrici e non da scrittori: si vedano specificamente il volume L’invenzione delle personagge, a cura di Roberta Mazzanti, Silvia Neonato, Bia Sarasini, [Roma], Iacobelli, 2016, e il sito dell’associazione.

ha risposto allo stato di Scartafaccio

@Mannivu @Scartafaccio Sinceramente “personaggia” mi mancava, mai avrei pensato fosse un errore voluto.

Non per fare delle inutili polemiche, ma giusto per dare l'informazione completa; la risposta della Crusca – della quale hai citato una parte – dice: Cominciamo con il caso, molto particolare, di personaggio. Nessun dubbio sull’utilizzo esclusivo del maschile, che è l’unica forma registrata nei nostri dizionari, anche per indicare protagoniste o comprimarie di opere poetiche, narrative o teatrali. Va però detto che la SIL (Società Italiana delle Letterate), di ispirazione femminista, usa da tempo il termine personaggia con riferimento a figure femminili create da scrittrici e non da scrittori: si vedano specificamente il volume L’invenzione delle personagge, a cura di Roberta Mazzanti, Silvia Neonato, Bia Sarasini, [Roma], Iacobelli, 2016, e il sito dell’associazione, in cui si segnala che è in programma un Dizionario delle personagge. La scelta della Società Italiana delle Letterate è ricordata (ma forse non ben percepita nel suo senso) da un lettore; tra le domande pervenuteci, varie, anche di lettori maschi, mostrano un’apertura a personaggia, mentre una lettrice ritiene preferibile parlare di personaggio femminile. Data la presenza crescente, dal punto di vista sia quantitativo sia qualitativo, di poetesse (o poete), narratrici, drammaturghe, critiche letterarie, ecc., l’uso di personaggia sembra destinato ad aumentare, ma, come si è detto, ha una restrizione importante rispetto al maschile e implica l’accoglimento di un ben definito orientamento ideologico (oltre a una sicura competenza storico-letteraria).