Claustrofobico, deprimente e angosciante, Epepe è un'opera che esplora il tema dell'incomunicabilità. Il romanzo evidenzia come la mancata comprensione di una lingua possa isolare l'individuo, escludendola dalla vita sociale e condannandola a una condizione di emarginazione. Anche se volutamente confusionario, talvolta - soprattutto nel finale - risulta troppo caotico e fine a sé stesso.
Recensioni e Commenti
scrivo a penna sui libri e ho un bias per bernhard, cèline, sartre e pavese.
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giu ha finito di leggere Epepe di Ferenc Karinthy
Epepe di Ferenc Karinthy, Laura Sgarioto
Ci sono libri che hanno la prodigiosa, temibile capacità di dare, semplicemente, corpo agli incubi. Epepe è uno di questi. …
giu ha valutato Avere tutto: 3 stelle
Moby-Dick
Nel febbraio 1850 Herman Melville si accingeva a scrivere l'ennesimo libro ispirato alle sue avventure nei Mari del Sud. A …
giu ha recensito Goethe muore di Thomas Bernhard
Una ferocia sublime
5 stelle
Avviso sul contenuto breve riassunto dei quattro racconti.
Quattro racconti che, nella loro ferocia, si rivelano divertenti anche grazie al loro essere immancabilmente dissacranti. A dispetto della somiglianza nei temi e la linearità martellante dello stile, Bernhard non cessa mai stupire: è implacabile. Sembra godere nel suo gioco di gatto e topo, individuando ogni volta una nuova vittima (tra quelle ben delineate del suo arsenale: Austria e genitori sono le sue predilette), studiandola, stuzzicandola e mordendola, per poi sputarla disinteressato.
Goethe muore.
Al proprio capezzale Goethe, facendo il bilancio della sua vita e dell'influenza su gran parte dell'Austria, esprime il suo ultimo desiderio: incontrare Ludwig Wittgenstein (richiesta anacronistica, appartenendo egli alla generazione successiva allo scrittore). A causa della sua testardaggine nel volere Wittgenstein a Weimar, si scatenano una serie di avvenimenti (spesso comici nella loro drammaticità) che culminano con la morte di Wittgenstein, avvenuta a Cambridge pochi giorni prima di quella di Goethe. Il critico Riccardo De Gennaro afferma: "La scelta di far morire Wittgenstein prima di Goethe non è solo il risultato di una costruzione ucronica, ma riflette la convinzione di Bernhard che «tutto si può paragonare a tutto», che «tutti i concetti sono intercambiabili», persino la morte, di fronte alla quale egli si dichiarò sempre indifferente: «Scrivo della morte come altri potrebbero parlare di un panino»."(Wikipedia)
Montaigne. Un racconto.
La tragedia dell'infanzia emerge quando i figli diventano vittime impotenti delle decisioni dei genitori. "Prima mi hanno reso dipendente, poi mi hanno rimproverato questa mia dipendenza da loro per tutta la vita." Il protagonista, un uomo di quarantadue anni incapace di liberarsi dai suoi procreatori (evitando accuratamente di chiamarli madre e padre), trova nell'opera di Montaigne l'unico rifugio per salvarsi da loro, distruttori di ogni aspirazione intellettuale.
Incontro.
Il racconto narra delle escursioni in montagna di due bambini, legati da un'amicizia, che si trovano costretti a seguire i genitori nelle loro passeggiate alla ricerca di quiete. Un'impresa impossibile, dato che sono proprio i loro genitori la causa principale dell'irrequietezza, sia loro che degli altri. Incontratisi casualmente in una stazione, rievocano insieme le terribili passeggiate in montagna, ricordando come erano non solo soggiogati al volere dei loro genitori, ma anche il loro capro espiatorio qualsiasi fosse l'avvenimento. Il protagonista brucia tutti i berretti e calzini che costellavano le gite ad alta quota in un rogo, simboleggiando la dissacrazione di quel passato opprimente.
Andata a fuoco. Relazione di viaggio a un ex amico.
In questo scenario onirico prende vita un sogno di natura piromane e distruttiva. La demistificazione culmina nell'incenerimento dell'Austria cattolico-nazionalsocialista. Le fiamme consumano l'intera città e ciò che la rendeva insopportabile al protagonista, in un atto salvifico di purificazione. Il fuoco diventa così un agente di distruzione che simbolicamente dissolve le strutture ideologiche e politiche, lasciando spazio solo il ricordo.
giu ha recensito Il Canto di Natale di Charles Dickens
colui che terrorizzava i ricchi
4 stelle
non solo una novella natalizia ma un'aspra critica sociale. dickens crea scrooge e lo affida a tre fantasmi che gli fanno (ri)percorrere la sua vita perchè, come il passato è responsabile di ciò che siamo divenuti, la consapevolezza di sè nel presente ci permetta di cambiare il futuro.
anche in questo caso dickens si diletta nel terrorizzare i ricchi spregiudicati che vivono a spese del prossimo con un libro pieno di verve.
giu ha recensito Se la morte ti ha tolto qualcosa tu restituiscilo di Naja marie adit
come si supera la morte di un figlio?
5 stelle
frammenti, ripetizioni, citazioni e divagazioni. la lingua muore, la scrittura diventa impossibile. un tentativo di elaborare un lutto atroce, di indagare la maternità e la fatalità, di ritrovare le parole.
è istantaneo, straziante, delicato. i diversi font sottolineano un cambiamento di tono, come in un discorso orale talvolta le frasi si spezzano, talvolta la punteggiatura sparisce in un rigurgito di parole incontrollabile.
nel suo dolore e nella sua rabbia, è un ritratto pieno d'amore di Carl Emil.
giu ha recensito Meno di zero di Bret Easton Ellis
Lo scrittore della MTV Generation
5 stelle
«Siamo diventati tutti insensibili»
Scritto nell'85, Meno di Zero è il primo libro pubblicato dall'allora ventunenne Bret Easton Ellis.
Privo di trama o di una storia da raccontare, Meno di Zero è una cronaca della vita di un gruppo di ragazzini americani degli anni '80, la MTV Generation a cui lo stesso Ellis appartiene.
La sua scrittura minimale, oggettiva, distaccata ma non per questo priva di profondità (il cartello stradale "Sparire Qui" che continua a comparire nella prima metà del libro ne è esempio lampante) si sposa perfettamente con i personaggi vuoti, stanchi e insensibili che seguiamo per duecento pagine scarse. Clay e i suoi amici, sempre che si possano definire tali, sono immersi in una società culturalmente vuota, dove tutto è già stato visto, vissuto e provato - emozioni comprese. Le loro vite sono segnate dalla convizione che non valga la pena vivere nulla perchè tutto è già stato …
«Siamo diventati tutti insensibili»
Scritto nell'85, Meno di Zero è il primo libro pubblicato dall'allora ventunenne Bret Easton Ellis.
Privo di trama o di una storia da raccontare, Meno di Zero è una cronaca della vita di un gruppo di ragazzini americani degli anni '80, la MTV Generation a cui lo stesso Ellis appartiene.
La sua scrittura minimale, oggettiva, distaccata ma non per questo priva di profondità (il cartello stradale "Sparire Qui" che continua a comparire nella prima metà del libro ne è esempio lampante) si sposa perfettamente con i personaggi vuoti, stanchi e insensibili che seguiamo per duecento pagine scarse. Clay e i suoi amici, sempre che si possano definire tali, sono immersi in una società culturalmente vuota, dove tutto è già stato visto, vissuto e provato - emozioni comprese. Le loro vite sono segnate dalla convizione che non valga la pena vivere nulla perchè tutto è già stato consumato, immersi nella loro apatia non hanno nulla da perdere e cercano in comportamenti autodistruttivi (dalla cocaina alla visione di snuff films) un'uscita da questo vuoto, da questa noia che il perseguita.
«E mentre l’ascensore ci porta giù, oltre il secondo primo, oltre il primo, ancora più giù, mi rendo conto che i soldi non c’entrano. Che quel che voglio è toccare il fondo».
Gente bellissima, ricchissima e vuotissima che, tra una striscia di cocaina e l'altra, sperimenta il deperimento sociale sulla propria pelle e, disperata, ricerca il "fondo" pur di provare qualcosa.
giu ha valutato Meno di zero: 4 stelle
Meno di zero di Bret Easton Ellis
«Cos'è giusto? Se si vuole una cosa è giusto prendersela. Se si vuole fare una cosa è giusto farla.» Sesso …
giu ha valutato Se la morte ti ha tolto qualcosa tu restituiscilo: 5 stelle
giu ha valutato Il Canto di Natale: 4 stelle
Il Canto di Natale di Charles Dickens
È il più famoso tra i racconti natalizi scritti da Dickens, nel 1843. Scrooge è talmente cattivo e avaro da …
Giardini di Virginia Woolf
Pubblicato per la prima volta nel 1921, il racconto "Giardini" riproduce come in un dipinto impressionista un seducente gioco di …
giu ha valutato Natale a Thompson Hall: 3 stelle
Natale a Thompson Hall di Anthony Trollope
Da anni, il Natale lo trascorrono in Francia. Ma quest’anno, lei è decisa a far ritorno a Thompson Hall, splendida …
giu ha valutato Il prato bianco: 4 stelle
Il prato bianco di Francesco Scarabicchi
Il prato bianco usci da un piccolo, raffinato editore, l'Obliquo, nel 1997. Era la terza raccolta poetica di Francesco Scarabicchi, …