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@KSGamingLife@livellosegreto.it capisco il tuo (vostro? :D) punto di vista, soprattutto alla luce del fatto che il terzo libro latita, ha divagato molto sul contorno ma a differenza degli ultimi di Martin (dove ho trovato parecchio fastidioso il voler divagare per colmare una evidente mancanza di idee su dove e come chiudere la saga), ho trovato la narrazione più logica e meno inconcludente nel disegno generale. Volendo fare l'ottimista, il secondo libro era quello che piazzava i presupposti per la chiusura della prima trilogia. Ora non ne sono più tanto sicuro :)

@KSGamingLife@livellosegreto.it a me è piaciuto un sacco di più rispetto al primo, l'ho trovato più equilibrato nel dipanarsi della vicenda e negli incastri delle varie parti

Se con il primo libro della saga ho avuto qualche problema ad ingranare (per poi comunque adorarlo), con il secondo è tutta discesa da subito.

Come ci si aspetterebbe da un secondo libro, amplifica tutto il buono del primo libro, allarga la conoscenza del lettore del mondo creato da Rothfuss e di Kvothe stesso, in quello che comunque rimane un romanzo di formazione che è riuscito non solo a farmi provare del sincero interesse per le avventure del protagonista ma soprattutto per tutto il corollario di personaggi che gravitano attorno a lui, in un mondo che come nelle migliori saghe rimane una presenza che vive di vita propria, anche al di fuori delle avventure narrate nel libro.

Ora la vera quesitone è: leggeremo mai il terzo libro della saga?

E mo? Devo decidermi a informarmi prima se sto iniziando a leggere una saga incompiuta, è la seconda volta che mi fregano...

Più lo leggo e più mi rendo conto del lavoro fatto da Rothfuss sul world building, che è davvero strepitoso. E più vado avanti, più preventivamente mi monta l'incazzatura per il terzo libro missing in action.

Onestamente non mi aspettavo molto dopo i primi capitoli, le premesse (che non spoilero) parevano un po' banali e scontate, in realtà la storia è un crescendo continuo, emozionante e commuovente a tratti. Ho trovato interessantissime anche le diserzioni dell'autore sul worldbuilding in chiusura del libro, cosa che non può che mettere in luce il lavoro di impalcatura che sta dietro alla storia, talmente ben fatto che non ti accorgi della sua esistenza finché qualcuno non te lo fa notare. Parto subito con il secondo, ben sapendo che purtroppo il terzo libro della trilogia è disperso da anni.

E finalmente si torna a leggere dopo qualche mese di stop forzato. E il libro dopo una partenza abbastanza lenta mi ha decisamente acchiappato, peccato aver pescato l'ennesima saga rimasta in sospeso...

Intravedo del potenziale ma la partenza è un po' lenta, forse un pelo troppo fantasy per i miei gusti, che con il fantasy son sempre stato un po' esigente.

Mi ricordassi la ragione per cui ce l'avevo in libreria... 🤔

Degna conclusione della trilogia, non c'è molto altro da aggiungere. In tre libri vengono toccati così tanti argomenti come, ma non solo, il diverso, la prigione, la maternità, il rispetto, la natura, in maniera così fluida e naturale tramite le donne narrate da Jemisin che non puoi fare a meno di emozionarti genuinamente.

La quarta di copertina recita "L'emozionante conclusione..." e di solito non mi fido mai delle quarte di copertina ma stavolta...

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