Il secondo capitolo della trilogia della Terra Spezzata.
«In un campo della narrativa che è stato storicamente appannaggio degli scrittori maschi bianchi, i pluripremiati romanzi di N.K. Jemisin descrivono complessi mondi multiculturali di una profondità narrativa e di una bellezza senza precedenti. Questi libri sono un autentico dono per l'intera nostra cultura» – The Guardian
La fine delle Stagioni. Sembra... inimmaginabile. Ci sono sempre state le Stagioni. No. Ora sai che non è vero. «Quindi non è una scelta» dici. «Mettere fine alle Stagioni oppure veder morire ogni cosa mentre questa Stagione arde per sempre?»
La Stagione della fine si fa sempre più buia, mentre la civiltà sprofonda in una notte senza termine. Essun ha trovato un luogo dove rifugiarsi, ma soprattutto ha trovato Alabaster, sorprendentemente ancora vivo; ha inoltre scoperto che è stato lui, ormai in procinto di trasformarsi in pietra, a …
Vincitore del Premio Hugo 2017. Miglior romanzo
Il secondo capitolo della trilogia della Terra Spezzata.
«In un campo della narrativa che è stato storicamente appannaggio degli scrittori maschi bianchi, i pluripremiati romanzi di N.K. Jemisin descrivono complessi mondi multiculturali di una profondità narrativa e di una bellezza senza precedenti. Questi libri sono un autentico dono per l'intera nostra cultura» – The Guardian
La fine delle Stagioni. Sembra... inimmaginabile. Ci sono sempre state le Stagioni. No. Ora sai che non è vero. «Quindi non è una scelta» dici. «Mettere fine alle Stagioni oppure veder morire ogni cosa mentre questa Stagione arde per sempre?»
La Stagione della fine si fa sempre più buia, mentre la civiltà sprofonda in una notte senza termine. Essun ha trovato un luogo dove rifugiarsi, ma soprattutto ha trovato Alabaster, sorprendentemente ancora vivo; ha inoltre scoperto che è stato lui, ormai in procinto di trasformarsi in pietra, a provocare la frattura nel continente e a scatenare una Stagione che forse non terminerà mai. E ora Alabaster ha una richiesta da farle: deve usare il suo potere per chiamare un obelisco. Agendo così, però, segnerà per sempre il destino del continente Immoto. Nel frattempo, molto lontano, anche Nassun, la figlia perduta di Essun, è forse approdata in un luogo dove sentirsi a casa, dove coltivare la sua straordinaria dote di orogenia, per diventare sempre più potente. Ma anche Nassun dovrà compiere scelte decisive, in grado di mutare il futuro del mondo intero.
Un fulgido esempio di secondo libro all'altezza del primo, e in cui l'unica cosa che manca è il "fattore SDENG" del primissimo impatto. La storia va avanti, i conflitti proseguono, eccetera.
Se il primo libro della trilogia della Terra Spezzata mi ha calamitato per il world building affascinante che mette in piedi e per i fini tratteggi delle vicende delle protagoniste, questo secondo capitolo mi ha inchiodato dall'inizio alla fine capitalizzando tutto il buono che l'autrice ha creato fino ad ora in una cavalcata frenetica verso la chiusura che, auspicabilmente, sarà lasciata al terzo libro.
Review of 'Il Portale degli Obelischi' on 'Goodreads'
Nessuna valutazione
La Quinta Stagione è stato in assoluto il libro più bello che io abbia letto l’anno scorso – e ne ho letti più di centocinquanta, l’anno scorso. Quest’anno sono al trentottesimo titolo, mancano molti, molti mesi al 31 dicembre, e Il Portale Degli Obelischi è già sulla buona strada per essere il libro più bello che avrò letto nel 2020. Ha la stessa straordinaria potenza, lo stesso struggente, profondo scorrere delle emozioni umane, la stessa implacabile coerenza nel worldbuilding, la stessa scrittura impeccabile (e lo stesso magnifico livello nella traduzione, fatta così bene che è come immergersi in un bagno caldo con i sali quando avevi tutti i muscoli doloranti). E giusto un pochino meno del livello di SDENG del primo libro. Di La Quinta Stagione ho continuato a ripetere per mesi “è così bello che è come prendere una serie di mazzate in testa dall’interno”. Il Portale Degli Obelischi …
La Quinta Stagione è stato in assoluto il libro più bello che io abbia letto l’anno scorso – e ne ho letti più di centocinquanta, l’anno scorso. Quest’anno sono al trentottesimo titolo, mancano molti, molti mesi al 31 dicembre, e Il Portale Degli Obelischi è già sulla buona strada per essere il libro più bello che avrò letto nel 2020. Ha la stessa straordinaria potenza, lo stesso struggente, profondo scorrere delle emozioni umane, la stessa implacabile coerenza nel worldbuilding, la stessa scrittura impeccabile (e lo stesso magnifico livello nella traduzione, fatta così bene che è come immergersi in un bagno caldo con i sali quando avevi tutti i muscoli doloranti). E giusto un pochino meno del livello di SDENG del primo libro. Di La Quinta Stagione ho continuato a ripetere per mesi “è così bello che è come prendere una serie di mazzate in testa dall’interno”. Il Portale Degli Obelischi non ti prende a mazzate in testa solo perché non restavano più ostruzioni da demolire. Ti trascina, ti travolge, ti fa mettere radici e te le strappa via. Per portarti verso il prossimo libro.