Classico istantaneo
5 stars
La consolazione di trovare il proprio pensiero scritto meglio di come ce lo avevi in testa e (perlomeno) sentirsi meno soli.
Paperback, 156 pages
Italiano language
Published Jan. 23, 2018 by Nero Editions.
È davvero più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo? E perché ci siamo ormai assuefatti all’idea che, per dirla con Margaret Thatcher, «non c’è alternativa» al sistema in cui viviamo? Da queste domande, prende spunto uno dei più incisivi e influenti saggi critici degli ultimi quindici anni: il manifesto politico ed estetico del filosofo inglese Mark Fisher, per la prima volta tradotto in italiano.
La consolazione di trovare il proprio pensiero scritto meglio di come ce lo avevi in testa e (perlomeno) sentirsi meno soli.
È la prima cosa che leggo di Fisher e dovrebbe anche essere una delle sue prime produzioni, per cui non è facile definire un autore così con così poco: è chiaro che presenti spunti di riflessione e prospettive critiche molto stimolanti, anche a distanza di anni (ha un tono quasi profetico se guardiamo ad oggi): l'analisi di come il capitale abbia pervaso tutto e si sia autorganizzato e le timide offerte di riorganizzazione della società, le cose che mi sono piaciute di più
"Da una situazione in cui nulla può accadere, tutto di colpo torna possibile."
Per entrare nello spirito di questo libro è sufficiente aver pensato, almeno una volta nella vita, "il sistema fa schifo". Mark Fisher lo sa, sa che tutti noi lo abbiamo pensato, e non si sofferma a raccontarci le miserie dell'oggi (2009). Quello che fa è semplicemente metterle in relazione all'onnipresenza e all'oppressività di un sistema che fa pieno affidamento sul Capitale non come scelta migliore, ma come unica scelta possibile. Questo è, in poche parole, il realismo capitalista.
Qui e là Fisher semina anche una serie di spunti, di quelle che secondo lui potrebbero (o avrebbero potuto) essere strade percorribili da una generica Sinistra decisa a non accettare il funzionamento capitalista ma neanche intenzionata a tentare un ritorno al passato. Al di là della validità dei consigli (non saprei giudicarla), Realismo capitalista è un libro che …
"Da una situazione in cui nulla può accadere, tutto di colpo torna possibile."
Per entrare nello spirito di questo libro è sufficiente aver pensato, almeno una volta nella vita, "il sistema fa schifo". Mark Fisher lo sa, sa che tutti noi lo abbiamo pensato, e non si sofferma a raccontarci le miserie dell'oggi (2009). Quello che fa è semplicemente metterle in relazione all'onnipresenza e all'oppressività di un sistema che fa pieno affidamento sul Capitale non come scelta migliore, ma come unica scelta possibile. Questo è, in poche parole, il realismo capitalista.
Qui e là Fisher semina anche una serie di spunti, di quelle che secondo lui potrebbero (o avrebbero potuto) essere strade percorribili da una generica Sinistra decisa a non accettare il funzionamento capitalista ma neanche intenzionata a tentare un ritorno al passato. Al di là della validità dei consigli (non saprei giudicarla), Realismo capitalista è un libro che apre orizzonti. Ci mostra i limiti della nostra società e ci invita ad abbatterli. Con nulla di didattico né di semplificatorio, ma mettendo insieme autori classici e riferimenti al cinema e alla musica leggera, Realismo capitalista non è un libro rivolto solo a specialisti di politica, economia o filosofia; è un libro per tutti coloro ai quali è successo di farsi delle domande. Un libro che incontra i suoi lettori sul piano della scoperta, direi addirittura della meraviglia, mentre suggerisce loro le motivazioni di cui erano in cerca ma che non credevano di poter avere.