175, pagine
lingua English
Pubblicato il 31 Agosto 2006
Fahrenheit 451 is a 1953 dystopian novel by American writer Ray Bradbury. Often regarded as one of his best works, the novel presents a future American society where books are outlawed and "firemen" burn any that are found. The book's tagline explains the title as "the temperature at which book paper catches fire, and burns": the autoignition temperature of paper. The lead character, Guy Montag, is a fireman who becomes disillusioned with his role of censoring literature and destroying knowledge, eventually quitting his job and committing himself to the preservation of literary and cultural writings. People have used this novel to focus on the historical role of book burning. Bradbury himself was inspired by the Nazi book burnings and by ideological repression in the Soviet Union. In a 1956 radio interview, Bradbury said that he wrote Fahrenheit 451 because of his concerns at the time, during the Second Red Scare, …
Fahrenheit 451 is a 1953 dystopian novel by American writer Ray Bradbury. Often regarded as one of his best works, the novel presents a future American society where books are outlawed and "firemen" burn any that are found. The book's tagline explains the title as "the temperature at which book paper catches fire, and burns": the autoignition temperature of paper. The lead character, Guy Montag, is a fireman who becomes disillusioned with his role of censoring literature and destroying knowledge, eventually quitting his job and committing himself to the preservation of literary and cultural writings. People have used this novel to focus on the historical role of book burning. Bradbury himself was inspired by the Nazi book burnings and by ideological repression in the Soviet Union. In a 1956 radio interview, Bradbury said that he wrote Fahrenheit 451 because of his concerns at the time, during the Second Red Scare, about the threat of book burning in the United States. In later years, he described the book as a commentary on how mass media reduces interest in reading literature, and, in a 1994 interview, stated that the book was more relevant during this time than in any other because of political correctness which he described as "the real enemy these days", and as "thought control and freedom of speech control".In 1954, Fahrenheit 451 won the American Academy of Arts and Letters Award in Literature and the Commonwealth Club of California Gold Medal. It later won the Prometheus "Hall of Fame" Award in 1984 and a "Retro" Hugo Award in 2004. Bradbury was honored with a Spoken Word Grammy nomination for his 1976 audiobook version.Adaptations of the novel include François Truffaut's 1966 film, Ramin Bahrani's 2018 film, and two BBC Radio dramatizations. Bradbury published a stage play version in 1979 and helped develop a 1984 interactive fiction computer game of the same name, as well as a collection of his short stories titled A Pleasure to Burn.
I had read this book a long time ago and remembered it as a difficult read - my english was not quite on the same level as it is today. When re-reading it now i was blown away. An amazing story paired with wonderful storytelling. After reading "boring" contemporary novels this was delightfully refreshing
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog ---> La siepe di more
Credo che Fahrenheit 451 sia un romanzo più vicino alla nostra sensibilità di quanto non lo fosse 1984 di Orwell, che ormai è diventato uno spauracchio da agitare quando si ritiene che libertà individuali e privacy siano state violate. Peccato che, se fossimo in una società orwelliana, libertà individuali e privacy neanche esisterebbero...
Ray Bradbury, invece, ci dice che, per quanto una società sia assuefatta alla massificazione e alla dittatura della maggioranza, spunterà sempre fuori qualcuno che vedrà la realtà da una prospettiva diversa ed entrerà a far parte di una sgradevole e pericolosa minoranza.
Questo concetto, oggi, nel 2015, riusciamo a capirlo bene; il finale di 1984, invece, lo percepiamo molto più distante, di difficile realizzazione pratica. In parte, forse, per un incrollabile ottimismo nell'essere umano: facciamo di tutto per sembrare (ed essere) stupidi, ma, …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog ---> La siepe di more
Credo che Fahrenheit 451 sia un romanzo più vicino alla nostra sensibilità di quanto non lo fosse 1984 di Orwell, che ormai è diventato uno spauracchio da agitare quando si ritiene che libertà individuali e privacy siano state violate. Peccato che, se fossimo in una società orwelliana, libertà individuali e privacy neanche esisterebbero...
Ray Bradbury, invece, ci dice che, per quanto una società sia assuefatta alla massificazione e alla dittatura della maggioranza, spunterà sempre fuori qualcuno che vedrà la realtà da una prospettiva diversa ed entrerà a far parte di una sgradevole e pericolosa minoranza.
Questo concetto, oggi, nel 2015, riusciamo a capirlo bene; il finale di 1984, invece, lo percepiamo molto più distante, di difficile realizzazione pratica. In parte, forse, per un incrollabile ottimismo nell'essere umano: facciamo di tutto per sembrare (ed essere) stupidi, ma, per quanto ne sappiamo ad oggi, il cervello più evoluto è il nostro. Sic.
In parte, però, dipende dal tipo di società nella quale viviamo oggi. Nel nostro sfrenato e spudorato individualismo ci pare assurdo che un regime possa indurci a pensare qualunque cosa voglia: o, perlomeno, a farlo con chiunque, in maniera indiscriminata.
In questo senso, ho trovato Fahrenheit 451 molto più moderno e attuale di quanto non fosse 1984 (e, a quanto ne so, anche de Il mondo nuovo di Huxley, ma ancora non l'ho letto). Per noi è molto più facile identificarsi in Montag, il pompiere che non vuole più bruciare i libri ma leggerli, piuttosto che in Winston, un uomo dei tanti che si ribella per sentirsi vivo ma sa di essere morto.
Una novela infantiloide. Y no me refiero a los personajes, que viven en un sistema que los quiere idiotizados, me refiero a la forma en la que está escrita, parece un libro dirigido a niños o a gente de derecha (que ya sabemos que no le da la cabeza para mucho). Si quieres una buena distopía: 1984.
