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Lo avevo lasciato iniziato qualche mese fa. Oggi lo riprendo.

Ammetto che odio leggere le mosse base: mi sembrano un elenco della spesa. Però sono il cuore del gioco: un male necessario.

Lo avevo già iniziato, Dio sa solo quando. Lo riprendo oggi, nella speranza di finirlo.

Ora, non voglio essere cattivo, ma davvero: questa è una produzione di basso livello. Ci sono diversi errori di editing basilari, il che denota che non c’è stata neanche una vera e propria correzione delle bozze da parte degli autori, che è il minimo che mi aspetto da un’autoproduzione. E i racconti sono davvero molto basilari e poco d’effetto. Darei due stelle per la simpatia per le autoproduzioni, ma stavolta sarò più obiettivo.

Per ora sistema molto molto leggero, con colore, premessa e ambientazione molto molto forti.

@Hasimir@bookrastinating.com Me ne parlano sempre (bene) Greta e il mio amico Lorenzo.

A livello artistico, di ambientazione e di colore questo gioco OSR spacca: non c’è che dire. Ha anche delle belle trovate regolistiche, ma trovo che poi si perda su meccaniche eccessive che, a mio avviso, portano anche un po’ fuori dallo stile OSR. Gli do comunque quattro stelle per lo sforzo artistico e per l’autoproduzione, altrimenti sarebbe comunque un gioco da tre stelle meritate.

In questa raccolta di racconti che Chandler non voleva pubblicare, dal momento che aveva ampiamente saccheggiato molti di questi per scrivere i suoi romanzi, c’è una grande anima del genere noir in letteratura. Trovo che alcuni di questi racconti siano persino più belli e affrontabili della loro versione romanzata (penso, in particolare, al racconto “La donna nel lago” e alla sua trasposizione in romanzo con “La signora nel lago”).

Per ora, il colore e l’ambientazione spaccano. Le classi mi sembrano molto più giocattolose di quelle del padre (”Mörk Borg”) e persino di quelle di “Cy_Borg” e hanno delle acrobazie meccaniche che le rendono, almeno sulla carta, più carine. Per esempio c'è la classe del “Rapscallion” (il furfante), che è anche uno scommettitore e che, per questo, al tavolo, a parte i dadi, usa anche un mazzo di carte francesi per alcune meccaniche. Non so se sarà troppo pesante da giocare, ma sicuramente ispira.

Per ora i racconti sono davvero banali, con qualche tocco di genio ogni tanto. L’editing e la correzione delle bozze sono inesistenti.