FraEmme ha valutato Harry Potter e i doni della morte: 4 stelle

Harry Potter e i doni della morte di J.K. Rowling
Harry Potter and the Deathly Hallows is a fantasy novel written by British author J. K. Rowling and the seventh …
Questo collegamento si apre in una finestra pop-up

Harry Potter and the Deathly Hallows is a fantasy novel written by British author J. K. Rowling and the seventh …
... non lo so. M'è piaciuto, mi piace lo stile di Ammaniti (anche se a volte lo trovo un po' troppo forzatamente volgare), MA... boh. Come hanno detto altri prima di me, alcuni racconti son godibilissimi, altri invece sembrano degli abbozzi lasciati lì e non rivisti. Un sacco di racconti mi hanno fatto pensare solo "sì, okay... e quindi?".
Ripeto: m'è piaciuto, nonostante questo, ma nulla di eccezionale. Da leggere nei ritagli di tempo.

Harry Potter and the Half-Blood Prince is a fantasy novel written by British author J.K. Rowling and the sixth and …
Secondo me stilisticamente tra questo e il precedente c'è quasi un abisso. C'è un grosso miglioramento; in generale poi mi è piaciuto molto vedere la "corruzione" del Ministero. Molto reale.
Continuo a credere che tanti personaggi siano essenzialmente delle macchiette, e che ci siano dei crateri nella trama, ma comunque. Harry continua a starmi sulle balle.
C'È UNA STORIA MOLTO DIVERTENTE DIETRO QUESTO ROMANZO
Zola era amicissimissimo con gli impressionisti, no, erano veramente un sacco amici, Cézanne, Monet, Renoir e compagnia bella, no. Li sosteneva, scriveva articoli in loro favore ed era tra i pochi, perché all'epoca tanti critici d'arte non capivano - i geni vengono quasi sempre apprezzati dopo, no? Mangiavano insieme, passeggiavano insieme per le strade di Parigi, Zola gli faceva compagnia mentre dipingevano, loro facevano compagnia a Zola mentre scriveva, forse dormivano insieme - no homo, ma in ogni caso non giudico -, insomma, erano pappa e ciccia.
A una certa però Zola sbrocca, non si sa cosa gli dice la testa, ma comunque prende e scrive questo romanzo. Che parla di un gruppo di pittori fallitissimi, disgraziati, roba che affittano delle stanze misere e dormono per terra pur di portare avanti la loro arte che non è capita da nessuno. Tra questi …
C'È UNA STORIA MOLTO DIVERTENTE DIETRO QUESTO ROMANZO
Zola era amicissimissimo con gli impressionisti, no, erano veramente un sacco amici, Cézanne, Monet, Renoir e compagnia bella, no. Li sosteneva, scriveva articoli in loro favore ed era tra i pochi, perché all'epoca tanti critici d'arte non capivano - i geni vengono quasi sempre apprezzati dopo, no? Mangiavano insieme, passeggiavano insieme per le strade di Parigi, Zola gli faceva compagnia mentre dipingevano, loro facevano compagnia a Zola mentre scriveva, forse dormivano insieme - no homo, ma in ogni caso non giudico -, insomma, erano pappa e ciccia.
A una certa però Zola sbrocca, non si sa cosa gli dice la testa, ma comunque prende e scrive questo romanzo. Che parla di un gruppo di pittori fallitissimi, disgraziati, roba che affittano delle stanze misere e dormono per terra pur di portare avanti la loro arte che non è capita da nessuno. Tra questi spicca il protagonista, Claude Lantier, il più fallito di tutti, che svende totalmente la propria vita e impazzisce pur di completare il suo quadro più ambizioso - del quale tutti, comunque, ridono, non capendo.
Com'è, come non è, è chiarissimo che questo gruppo di pittori sia il gruppo impressionista, quello vero. Ci restano tutti discretamente male, ma soprattutto ci resta male il buon Cézanne, che si riconosce nel personaggio di Lantier e va a fare una discreta e giusta sparata a Zola, del tipo "eravamo tanto amici e tu mi fai 'sta cosa qui, ma che schifo di persona sei, ma io ti denunzio", e Zola in tutta risposta è tipo "E vbb". Monet cerca di calmare gli animi e dice a Cézanne "Eddai Paul non fare così, è chiaro che Lantier non sei tu, questo genio, qui, Émile, ha chiamato il protagonista 'Claude'. Io mi chiamo Claude, ma che genio puoi essere, Émile, veramente antisgamo, complimenti, bravissimo", e Zola è ancora tipo "E vbb".
In sostanza, non è chiaro chi fosse realmente Claude Latier, ma è chiaro che giustamente gli impressionisti non vollero più avere a che fare con Zola.
Che si rivelò essere una discreta persona un po' del cavolo (sto cercando di scrivere questa recensione senza parolacce, perdonatemi).
La morale è: se volete scrivere un romanzo in cui prendete per il sedere i vostri amici, cercate di essere meno sgamabili di Zola.
(In realtà non è poi così divertente, ma a me fa molto ridere. Questo è quello che conta.)
Detto questo, il romanzo non è niente male.
Se vi piace la storia dell'arte, leggetelo.
Ma pure se non vi piace.
... vabé.
Avendolo letto da piccola me lo ricordavo MOLTO meglio.
Senza infamia e senza lode, certo non il capolavoro che molti (forse troppi) vanno millantando.
Andiamo con ordine.
La scrittura è parecchio... sciatta. Poco approfondita. Resta tutto sulla superficie, ma amen, è un libro rivolto ad un target abbastanza giovane, quindi può anche starci.
Una cosa che veramente m'è stata sulle balle è stata il continuo rimarcare che Harry poverino tutti ce l'hanno con lui e tutto capita a lui, anche le cose più improbabili.
"Eh, ma Harry è il protagonista, ovvio che gli succede tutto".
Okay, ma neanche si può stare a calcarci tanto la mano, e in questo libro ci viene ricordato ogni due o tre pagine. Davvero. Abbiamo capito.
Non soltanto: gli va anche sempre tutto bene. Ha sempre i suoi deus ex machina che risolvono i guai per lui, e guarda caso riesce sempre meglio …
... vabé.
Avendolo letto da piccola me lo ricordavo MOLTO meglio.
Senza infamia e senza lode, certo non il capolavoro che molti (forse troppi) vanno millantando.
Andiamo con ordine.
La scrittura è parecchio... sciatta. Poco approfondita. Resta tutto sulla superficie, ma amen, è un libro rivolto ad un target abbastanza giovane, quindi può anche starci.
Una cosa che veramente m'è stata sulle balle è stata il continuo rimarcare che Harry poverino tutti ce l'hanno con lui e tutto capita a lui, anche le cose più improbabili.
"Eh, ma Harry è il protagonista, ovvio che gli succede tutto".
Okay, ma neanche si può stare a calcarci tanto la mano, e in questo libro ci viene ricordato ogni due o tre pagine. Davvero. Abbiamo capito.
Non soltanto: gli va anche sempre tutto bene. Ha sempre i suoi deus ex machina che risolvono i guai per lui, e guarda caso riesce sempre meglio degli altri. Non è mai realmente in difficoltà. Non ci si sente mai realmente coinvolti, perché tanto sai che qualcuno risolverà tutto per lui.
Harry come personaggio è insopportabile. Gli altri, a parte qualcuno, sono macchiette. Tra parentesi: l'abbiamo capito che i Serpeverde son cattivi, non serve ricordarci che gli fanno le boccacce le smorfie gli sgambetti in ogni capitolo. Su.
Se lo avessi letto adesso per la prima volta, in tutta franchezza non so se mi sarebbe piaciuto.
Ho letto fanfiction scritte da tredicenni in piena tempesta ormonale di qualità nettamente migliore rispetto a questa roba.
Un'accozzaglia di descrizioni di scene di sesso senza capo né coda. Trama pressocché inesistente.
E adesso ci lamentiamo di Cinquanta Sfumature di Grigio.

Set in post-apartheid South Africa, J. M. Coetzee’s searing novel tells the story of David Lurie, a twice divorced, 52-year-old …
