Antagonismo in Italia: 1967-1978 (e oltre) Pubblico

Se si vuole leggere un unico libro sul tema, che sia questa monumentale enciclopedia su tutto ciò che è successo in quel lungo e complesso decennio, assemblata da alcune delle personalità più colte e sul pezzo di quella generazione.

Se si vogliono leggere due libri sul tema, che il secondo sia questa inchiesta, in cui viene conprovato con i fatti ciò che le magistrature hanno preso a lungo per mera illazione: le bombe detonate in Italia dal '69 all'80 le piazzavano i neofascisti per conto della CIA.

Se si vogliono leggere tre libri sul tema, che il terzo sia questa trilogia di inchieste in cui viene ricostruita la rifondazione e sopravvivenza del movimento fascista dopo la sconfitta del '45, con ampia enfasi sui progetti golpisti neri elaborati fra anni Sessanta e Settanta.

Per capire il '67-'79 bisogna prima capire l'Italia della ricostruzione e del "miracolo economico", ma questo significa andare oltre la vulgata del benessere istantaneo e capire i veri rapporti di forza fra capitale statunitense, conglomerati industriali italiani e partiti politici della Repubblica.

Nel 1960 la Democrazia Cristiana stipula un patto informale con i neofascisti del Movimento Sociale Italiano, e le forze di sinstra insorgono: guerriglia a Genova, manifestanti ammazzati dalla polizia a Reggio Emilia, Licata, Palermo e Catania. È finita la pacificazione nazionale.

In bene e in male, Milano è stata l'epicentro del Movimento almeno dalla strage di Piazza Fontana. Questo testo ricostruisce le condizioni che a partire dal Dopoguerra hanno determinato questa natura pionieristica, e gli sviluppi locali che poi hanno fatto scuola nel resto d'Italia.

Per assurdo che possa sembrare, il Movimento del '68 in Italia non si sarebbe mai innescato senza la democratizzazione della scuola pubblica nel Dopoguerra, e quel processo di riforma si deve alle e ai docenti militanti... per cui sì, il lavoro pedagogico di Rodari è parte di questa Storia.

Già alla fine degli anni '50 c'era insoddisfazione verso il Partito Comunista Italiano, e alcuni intellettuali abbozzarono una teoria "operaista" che assegnasse la guida della lotta di classe ai lavoratori stessi, non ai funzionari del partito. Nel '68 ci sarebbe stata la prova sul campo.

Solo due anni dopo i tumulti antifascisti del '60, la Fiat di Torino è paralizzata da scioperi tenaci che escalano fino alla battaglia di piazza Statuto: la Democrazia Cristiana deve aprirsi alla collaborazione col Partito Socialista, e finisce il "miracolo economico".

Per lo Stato assassini e rapinatori, per parte loro combattenti anarchici in continuità con l'azione diretta di inizio secolo e del Dopoguerra, sicuramente Cavallero e Notarnicola tracciarono una strada dei futuri extraparlamentari.

Con la crescita della tensione sociale durante gli anni Sessanta, urgono nuovi strumenti comunicativi per aggirare la censura della stampa tradizionale (e di radio e televisione libere, per ora non se ne può nemmeno pensare). La risposta della nascente "Nuova Sinistra" è l'editoria autogestita.

Nuovo epicentro imperiale dell'Occidente, gli USA conoscono precocemente un tumulto sociale interno, una generazione nata durante la Guerra Mondiale che ora reclama un mondo diverso: è dagli hippies che partirà, anche da noi, l'assalto al cielo.

In Occidente la "seconda ondata" del femminismo politicamente organizzato iniziò a montare negli anni Sessanta e raggiunse una potenza dirompente col Movimento del '68. Questo bignami studia il femminismo italiano proprio nella fase originaria antagonista, fino alla Repressione degli anni Ottanta.

Se certamente il Movimento del '67-'78 è stato un fenomeno particolare italiano, altrettanto indubbiamente si inserì in un processo storico già globalizzato che si era diffuso su entrambi i lati della Cortina di Ferro. Questo studio ricostruisce il 1968 nella sua dimensione internazionale.

A fare da contrappunto al precedente testo, quest'altro rileva che in tutti i Paesi occidentali il movimento del '68 non si limitò alla contestazione culturale, ma produsse sempre una frangia rivoluzionaria, da Parigi a Tokyo; il resto di questa lista espanderà, appunto, il caso italiano.