Baylee ha recensito Il movimento femminista in Italia di Fiamma Lussana
Il movimento femminista in Italia
4 stelle
Il movimento femminista in Italia è un saggio che racconta la storia del femminismo italiano tra il 1965 e il 1980 ed è un libro molto prezioso perché non è facilissimo incrociare testi che ne parlino, soprattutto al di fuori dell’ambito accademico e di documenti consultabili, ma disponibili per lo più a studiosə. È una parte della nostra storia che continua a essere negletta e sono contenta di aver incrociato questo saggio di Fiamma Lussana, di facile lettura e che incornicia il femminismo italiano all’interno degli eventi internazionali e della politica e società italiane.
È importante, infatti, tenere conto del fatto che, sebbene il femminismo sia un movimento pressoché globale – per rendervene conto vi consiglio, se leggete in inglese, la newsletter di Mona Eltahawy, che raccoglie notizie di iniziative e lotte femministe e/o della comunità LGBTQIA+ da tutto il mondo – in ogni Stato e in ogni società si …
Il movimento femminista in Italia è un saggio che racconta la storia del femminismo italiano tra il 1965 e il 1980 ed è un libro molto prezioso perché non è facilissimo incrociare testi che ne parlino, soprattutto al di fuori dell’ambito accademico e di documenti consultabili, ma disponibili per lo più a studiosə. È una parte della nostra storia che continua a essere negletta e sono contenta di aver incrociato questo saggio di Fiamma Lussana, di facile lettura e che incornicia il femminismo italiano all’interno degli eventi internazionali e della politica e società italiane.
È importante, infatti, tenere conto del fatto che, sebbene il femminismo sia un movimento pressoché globale – per rendervene conto vi consiglio, se leggete in inglese, la newsletter di Mona Eltahawy, che raccoglie notizie di iniziative e lotte femministe e/o della comunità LGBTQIA+ da tutto il mondo – in ogni Stato e in ogni società si è delineato in maniera diversa a seconda delle specificità locali. Anche il femminismo italiano non ha fatto eccezione e, se è importante mantenere il dialogo e il confronto con i movimenti di tutto il mondo per condividere pratiche e idee, è altrettanto importante tenere presente in quel contesto e sulla scia di quale storia si interviene.
Il carattere più originale del femminismo italiano, in controtendenza rispetto a quanto accadeva in gran parte degli altri Paesi cosiddetti occidentali, è stato il suo atteggiamento critico e scettico rispetto all’idea che bastasse far entrare le donne nella vita pubblica (prima con il diritto di voto, poi con la partecipazione al lavoro e alla politica) per avere automaticamente la parità con gli uomini. Sono abbastanza certa che, se bazzicate il femminismo, a un certo punto abbiate sentito parlare di femminismo della differenza, probabilmente in termini negativi.
Ecco, il femminismo della differenza è stato una particolarità italiana e conoscerne la storia permette di apprezzarne la portata dirompente e innovativa e allo stesso tempo riconoscerne i limiti, soprattutto se lo analizziamo con il senno del poi, quando dovremmo aver imparato che le differenze sono tante, e non solo tra uomini e donne – anche tra ogni donna (e ogni uomo) ci sono differenze importanti che vanno tenute in considerazione nella riflessione e pratica femminista. Sapere qual è stato il percorso del nostro femminismo ci permette di inquadrare l’opposizione all’omogenitorialità e alla GPA e l’inquadramento dell’aborto unicamente nella cornice della scelta sofferta di quella parte del movimento che ancora si riconosce nel femminismo della differenza e di capire come mai sia ancora tanto influente da far tutt’oggi parte del nostro dibattito pubblico. Un aspetto che probabilmente lascia confuse molte persone che, come me, non hanno vissuto sulla loro pelle quella parte della storia del femminismo italiano: vi consiglio quindi caldamente di recuperare questo libro per avere un’idea più chiara del perché il dibattito su certi temi in Italia tende a prendere la piega che prende.