Baylee ha recensito Il Gabbiano Jonathan Livingston di Richard David Bach
Review of 'Il Gabbiano Jonathan Livingston' on 'Goodreads'
1 stella
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Autocitandomi, il sei settembre avevo scritto su questo blog: male che vada sono poco più di cento pagine, quanto potrà essere tremendo? Adesso, mentre sto per scrivere nero su bianco le mie opinioni su Il gabbiano Jonathan Livingston, sorrido davanti alla mia ingenuità.
Penso che Il gabbiano Jonathan Linvingston sia uno dei libri più pretenziosi che abbia letto nella mia vita. È pieno di voglia di essere profondo, di cambiarti la vita, di darti quel senso che vai cercando ovunque e non che non potrai non trovare in questo pennuto.
Continuo questa recensione mentre ridacchio come una scema perché il libro inizia con il nostro eroe che non usa le ali per procacciarsi il cibo, ma per volare a caso. Quindi rischia di morire di fame – ma gli scemi sono i suoi genitori che gli dicono …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Autocitandomi, il sei settembre avevo scritto su questo blog: male che vada sono poco più di cento pagine, quanto potrà essere tremendo? Adesso, mentre sto per scrivere nero su bianco le mie opinioni su Il gabbiano Jonathan Livingston, sorrido davanti alla mia ingenuità.
Penso che Il gabbiano Jonathan Linvingston sia uno dei libri più pretenziosi che abbia letto nella mia vita. È pieno di voglia di essere profondo, di cambiarti la vita, di darti quel senso che vai cercando ovunque e non che non potrai non trovare in questo pennuto.
Continuo questa recensione mentre ridacchio come una scema perché il libro inizia con il nostro eroe che non usa le ali per procacciarsi il cibo, ma per volare a caso. Quindi rischia di morire di fame – ma gli scemi sono i suoi genitori che gli dicono che sta sbagliando. Capite perché io e questo libro siamo partiti con il piede sbagliato? Il volo privo di scopo puoi godertelo anche con la pancia piena, questa subdola glorificazione del non mangiare risparmiamocela.
E lo so che è una fiaba, che ha tutto un meraviglioso significato spirituale, ma per una volta tutta questa fulgida spiritualità non potremmo impacchettarla in una forma decente che non sembri uscita dal tema di un bambino di otto anni? (E non che i bambini di otto anni scrivano male, ma da un uomo di trent’anni mi aspetto una padronanza più matura della lingua).
Infine, non sono rimasta affatto colpita da questa spiritualità che a tratti mi è sembrata concretizzarsi in una setta terrificante tanto quanto lo Stormo che caccia Jonathan Livingston solo perché non magia e vola a caso; a tratti, invece, mi è sembrata molto elitaria con l’idea che solo alcuni gabbiani eletti riescano a passare di livello, magari solo perché sono nati in un certo modo. Mi ha messo una gran tristezza, alla quale si è aggiunta l’angoscia delle fotografie di gabbiani di Russell Munson, che paiono usciti da Gli uccelli di Hitchcock, e il fastidio dello strizzare l’occhio a chi legge per farlə sentire parte del popolo eletto.