"At first, only a few things are known about the celestial object that astronomers dub …
Review of 'Rendezvous with Rama' on 'Goodreads'
5 stelle
Clarke, come suo solito, racconta l'esplorazione spaziale con ampia cognizione di causa; è chiaro fin dalle prime pagine che non procede improvvisando, ma basandosi su conoscenze approfondite, ed attingendo all'immaginazione solo quando è strettamente necessario. Clarke in pratica impiega le (notevoli) conoscenze scientifiche a sua disposizione per immaginare come potrebbe essere possibile costruire un vascello lungo 40 Km ed in grado di autosostenersi, da impiegare nei lunghissimi viaggi intergalattici. Il risultato tuttavia non è un arido...
Clarke, come suo solito, racconta l'esplorazione spaziale con ampia cognizione di causa; è chiaro fin dalle prime pagine che non procede improvvisando, ma basandosi su conoscenze approfondite, ed attingendo all'immaginazione solo quando è strettamente necessario. Clarke in pratica impiega le (notevoli) conoscenze scientifiche a sua disposizione per immaginare come potrebbe essere possibile costruire un vascello lungo 40 Km ed in grado di autosostenersi, da impiegare nei lunghissimi viaggi intergalattici. Il risultato tuttavia non è un arido...
Se gli uomini avessero costruito una torre fino al cielo? Se un farmaco incrementasse l'intelligenza? …
Review of 'Storie della tua vita' on 'Goodreads'
5 stelle
Storia della tua vita Questo racconto è un piccolo gioiellino. E' un continuo alternarsi di paragrafi in cui si raccontano episodi della vita della protagonista in quanto genitore e altri in cui si narrano i suoi sforzi come esperta di linguistica nel tradurre il linguaggio di una razza aliena in una situazione di primo contatto. Inizialmente questa sembra essere puramente una scelta stilistica, ma ben presto si intuisce che è invece parte integrante della storia. Le tematiche ricordano infatti molto quelle di Babel-17 di Samuel Delany: gli effetti del linguaggio sulla mente umana e sulla sua capacità di percepire il mondo. Anche il modo in cui l'autore gioca con la struttura narrativa ricorda molto Delany. Notevole anche l'opposto livello di empatia che i due tipi di paragrafi trasmettono. Mentre quelli dedicati agli alieni sono rigorosi e asettici, quelli dedicati alla figlia della protagonista sono molto umani, emotivi, spesso commoventi. Se, …
Storia della tua vita Questo racconto è un piccolo gioiellino. E' un continuo alternarsi di paragrafi in cui si raccontano episodi della vita della protagonista in quanto genitore e altri in cui si narrano i suoi sforzi come esperta di linguistica nel tradurre il linguaggio di una razza aliena in una situazione di primo contatto. Inizialmente questa sembra essere puramente una scelta stilistica, ma ben presto si intuisce che è invece parte integrante della storia. Le tematiche ricordano infatti molto quelle di Babel-17 di Samuel Delany: gli effetti del linguaggio sulla mente umana e sulla sua capacità di percepire il mondo. Anche il modo in cui l'autore gioca con la struttura narrativa ricorda molto Delany. Notevole anche l'opposto livello di empatia che i due tipi di paragrafi trasmettono. Mentre quelli dedicati agli alieni sono rigorosi e asettici, quelli dedicati alla figlia della protagonista sono molto umani, emotivi, spesso commoventi. Se, come me, avete sempre considerato il magico traduttore universale di Star Terk come una delle più grosse sciocchezze mai viste in ambito fantascientifico, allora leggetevi questo racconto.
Torre di Babilonia E' la storia di un minatore che scala la torre di Babilonia per aiutare ad aprire un varco nella volta del cielo. Evito di commentare i riferimenti biblici, che decisamente non sono il mio forte, soffermandomi invece sulla descrizione del viaggio del minatore, la scalata dell'interminabile torre, che richiederà ben 4 mesi. Durante la scalata, molte sono le meraviglie di cui egli sarà testimone, e tutte coerenti con quella che probabilmente era la concezione del mondo dell'epoca. Per capirci, la torre risulta talmente alta da superare la luna, il sole e le stelle. In passato è addirittura successo che una stella (grande quanto l'apertura di braccia di un uomo) sia andata a scagliarsi contro la torre, lasciando una cicatrice indelebile sulla sua superficie. Detta così la cosa può sembrare assurda, ma in realtà questa scelta stilistica permette di creare una sorta di complicità tra autore lettore; il lettore accetta tacitamente l'irrazionalità di quanto viene descritto, ed in cambio l'autore offre un racconto intellettualmente ed emotivamente stimolante. Qualcosa del genere mi era successo leggendo il bellissimo racconto "La biblioteca di Babele" di Borges. Chiang qui forse non sarà all'altezza di Borges, ma il suo racconto risulta comunque davvero godibilissimo, e meritevole del premio nebula che gli è stato assegnato.
Capire Dopo i due precedenti racconti, questo Capire mi ha lasciato un po' di amaro in bocca. Non per mancanza di qualità, ma se Storia della tua vita e Torre di Babilonia sono racconti che nulla hanno da invidiare alla SF dei tempi d'oro, Capire è semplciemente più conforme agli standard della SF prodotta oggidì. La trama ricorda un po' quella del film Il tagliaerbe. E durante la lettura non sono mai riuscio a scrollarmi di dosso quella fastidiosa sensazione di già visto. Settantadue lettere Bel racconto dal sapore steampunk, Chiang immagina un'inghilterra alternativa in cui la tradizione ebraica ha dato origine ad una vera propria scienza dei golem. Idea notevole, così come la protata della trama, che coinvolge il futuro dell'intera razza umana. Forse una trama un po' troppo ambiziosa per un racconto breve. Si sarebbe potuta sviluppare meglio in un romanzo.
L'inferno è l'assenza di Dio Racconto decisamente insolito. Chiang immagina un mondo in cui l'esistenza di Dio è un dato di fatto, confermato dalle continue visitazioni del mondo mortale da parte degli angeli. Visitazioni che spesso fanno più danni che altro... Interessantissima rivisitazione del tema della fede. Nonstante l'esistenza di Dio sia stata provata, il protagonista non riesce a trovare in sè la devozione, necessaria per ricongiungersi alla moglie nmorta ed ascela in Cielo.
Il piacere di ciò che vedi. Un documentario Il mio preferito della raccolta, a parimerito con "Storia della tua vita". La scienza è in grado di provocare nel cervello umano una calliagnosia artificiale. Che diavolo è la calliagnosia? Una patologia che impedisce di distinguere tra una persona bella ed una brutta. Perchè mai si dovrebbe provocare artificialmente la calliagnosia? Per educare le persone a riconoscere il vero valore delle persone, anzichè il loro aspetto fisico. Il racconto è nella forma di un susseguirsi di pareri sull'eticità di tale utilizzo della calliagnosia. Una sorta di dibattito in cui ognuno dice la sua, a volte tentando di convincere l'interlocutore della propria posizione. Notevole l'efficacia con cui Chiang riesce ad esporre i singoli punti di vista.
Neuromancer is a 1984 science fiction novel by American-Canadian writer William Gibson. Considered one of …
Review of 'Neuromancer' on 'Goodreads'
5 stelle
“A consensual hallucination experienced daily by billions of legitimate operators, in every nation, by children being taught mathematical concepts... A graphic representation of data abstracted from banks of every computer in the human system. Unthinkable complexity. Lines of light ranged in the nonspace of the mind, clusters and constellations of data. Like city lights, receding...”
Ka-boom. E' il suono emesso dal mio cervellino quando, nel 1991, William Gibson vi imprimeva in modo indelebile la definizione di cyberspazio. Con una manciata di parole scelte meticolosamente rendeva limpido e vivido un concetto complesso, fino ad allora fumoso e sfuggente. Da allora, non mi sono più perso un suo libro.
Non aspettatevi una trama concreta e razionale da questo volume, una storia che inizia, si sviluppa e arriva ad una conclusione. Cages è più una sequenza di situazioni, dialoghi, emozioni, impressioni, collegate da un esile filo conduttore (che sono i personaggi, ma forse neanche quelli).
McKean tenta di raccontare quello che passa per la mente di un artista durante il processo creativo, che sia questi uno scrittore, un pittore o un musicista (perchè McKean è anche un musicista, giusto per non farsi mancare niente accidenti a lui). E per affrontare un tema del genere è indispensabile accantonare la razionalità e lasciarsi trasportare dell'istinto. Che è un po' quello che viene richiesto anche al lettore.
Se si è disposti ad accettare queste premesse, Cages ripaga alla grande, offrendo un'esperienza (non so come altro definirla) quantomeno unica. Il "mood" che McKean riesce a ricreare è qualcosa di incredibile, onirico, sfuggente, impalpabile, eppure …
Non aspettatevi una trama concreta e razionale da questo volume, una storia che inizia, si sviluppa e arriva ad una conclusione. Cages è più una sequenza di situazioni, dialoghi, emozioni, impressioni, collegate da un esile filo conduttore (che sono i personaggi, ma forse neanche quelli).
McKean tenta di raccontare quello che passa per la mente di un artista durante il processo creativo, che sia questi uno scrittore, un pittore o un musicista (perchè McKean è anche un musicista, giusto per non farsi mancare niente accidenti a lui). E per affrontare un tema del genere è indispensabile accantonare la razionalità e lasciarsi trasportare dell'istinto. Che è un po' quello che viene richiesto anche al lettore.
Se si è disposti ad accettare queste premesse, Cages ripaga alla grande, offrendo un'esperienza (non so come altro definirla) quantomeno unica. Il "mood" che McKean riesce a ricreare è qualcosa di incredibile, onirico, sfuggente, impalpabile, eppure intenso e viscerale.
Lo stile delle tavole è molto essenziale, sembrano quasi disegni tratteggiati a penna in fretta e furia (ma solo all'apparenza). Questo stile scarno viene spesso inframmezzato da tecniche che mischiano la fotografia e il ritocco digitale, creando un mix che è un po' il marchio di fabbrica di McKean, e che personalmente adoro. Prima o poi dovrò procurarmi qualche stampa da appendere in salotto.
Sick of combat, Cordelia Naismith is ready to settle down to a quiet life. But …
Review of "Cordelia's Honor." on 'Goodreads'
4 stelle
Volume composto da "Shards of honor" e "Barrayar", i primi della saga dei Vor. "Shards of honor" mi è sembrato un po' insipido, molto meglio "Barrayar".
Il meglio della saga a mio parere sta negli ultimi volumi. Personalmente ho adorato "Memory", romanzo fondamentale nella crescita del presonaggio di Miles.
Volume composto da "Shards of honor" e "Barrayar", i primi della saga dei Vor. "Shards of honor" mi è sembrato un po' insipido, molto meglio "Barrayar".
Il meglio della saga a mio parere sta negli ultimi volumi. Personalmente ho adorato "Memory", romanzo fondamentale nella crescita del presonaggio di Miles.
Raramente ho visto una intreccio narrativo così complesso e ricco di personaggi, ma al contempo così ben gestito e sviluppato. Il primo impatto probabilmente vi sarà piuttosto ostico: decine e decine di nomi di luoghi, personaggi e avvenimenti storici creano inevitabilmente un po' di confusione, ma lo sforzo iniziale necessario per acquisire familiarità con il mondo creato da Martin viene ampiamente appagato. Sto scrivendo questa recensione dopo aver letto per la seconda volta questo "A Game of Thrones", e vi assicuro che l'ho apprezzato molto di più nella seconda lettura, quando avevo già un'idea chiara dell'ambientazione e non avevo necessità di andare a consultare continuamente le genealogie delle grandi case riportate in appendice. Il mondo dei Sette Regni è ben diverso dalle classiche ambientazioni fantasy cui ero abituato. Più crudo, spietato, cinico, violento, quasi del tutto privo di magia (almeno inizialmente) e di conseguenza molto più realistico e credibile. Qui …
Raramente ho visto una intreccio narrativo così complesso e ricco di personaggi, ma al contempo così ben gestito e sviluppato. Il primo impatto probabilmente vi sarà piuttosto ostico: decine e decine di nomi di luoghi, personaggi e avvenimenti storici creano inevitabilmente un po' di confusione, ma lo sforzo iniziale necessario per acquisire familiarità con il mondo creato da Martin viene ampiamente appagato. Sto scrivendo questa recensione dopo aver letto per la seconda volta questo "A Game of Thrones", e vi assicuro che l'ho apprezzato molto di più nella seconda lettura, quando avevo già un'idea chiara dell'ambientazione e non avevo necessità di andare a consultare continuamente le genealogie delle grandi case riportate in appendice. Il mondo dei Sette Regni è ben diverso dalle classiche ambientazioni fantasy cui ero abituato. Più crudo, spietato, cinico, violento, quasi del tutto privo di magia (almeno inizialmente) e di conseguenza molto più realistico e credibile. Qui non troverete il classico manipolo di eroi in missione per salvare il mondo. Qui le sorti dei vari regni vengono decise dall'interazione di...
Childhood's End is a 1953 science fiction novel by the British author Arthur C. Clarke. …
Review of "Childhood's End (Arthur C. Clarke Collection)" on 'Goodreads'
5 stelle
E’ incredibile la quantità e la grandiosità delle idee contenute in questo romanzo di 200 paginette scarse. Si inizia con una delle scene più suggestive e memorabili che la SF abbia mai proposto: enormi navi aliene che compaiono nei cieli delle maggiori città della Terra, stravolgendo per sempre la concezione del mondo nella mente degli uomini. Prima di dire “ma questa l’ho già vista un milione di volte!” guardate bene la data di pubblicazione del romanzo, e pensate un attimo a chi è che può rivendicare la paternità dell’idea. Già di per sé questo basterebbe a tirare fuori un buon romanzo, ma Clarke non si accontenta e si spinge ben oltre, andando a speculare sul futuro stesso dell’intera razza umana, osando per certi versi più di quanto non osi in “2001: Odissea nello spazio”. Più di questo non posso dire, perché vi rovinerei la lettura. E’ quindi inevitabile che di …
E’ incredibile la quantità e la grandiosità delle idee contenute in questo romanzo di 200 paginette scarse. Si inizia con una delle scene più suggestive e memorabili che la SF abbia mai proposto: enormi navi aliene che compaiono nei cieli delle maggiori città della Terra, stravolgendo per sempre la concezione del mondo nella mente degli uomini. Prima di dire “ma questa l’ho già vista un milione di volte!” guardate bene la data di pubblicazione del romanzo, e pensate un attimo a chi è che può rivendicare la paternità dell’idea. Già di per sé questo basterebbe a tirare fuori un buon romanzo, ma Clarke non si accontenta e si spinge ben oltre, andando a speculare sul futuro stesso dell’intera razza umana, osando per certi versi più di quanto non osi in “2001: Odissea nello spazio”. Più di questo non posso dire, perché vi rovinerei la lettura. E’ quindi inevitabile che di fronte ad una storia di questa portata, i singoli personaggi e la loro caratterizzazione passino in secondo piano. Clarke come al solito preferisce raccontare la storia dell’umanità, anziché...