In anni recenti si sono tuttavia prodotti un paio di eventi significativi che hanno tenuta viva la speranza che, dopotutto, l’abisso possa nascondere strani legami con il passato. Nel dicembre del 1938, al largo della punta sudorientale dell’Africa, venne tratto vivo, con una rete a strascico, un pesce sorprendente, che si supponeva estinto da almeno sessanta milioni di anni! Vale a dire che gli ultimi resti fossili conosciuti di questa specie risalgono al Cretaceo e nessun esemplare vivente era stato riconosciuto in periodo storico sino a questo fortunato colpo di rete.
I pescatori che lo portarono in superficie nella rete a strascico da una profondità di appena settanta metri, compresero che questo pesce d’un vivido colore azzurro, lungo un metro e mezzo, munito di una grossa testa e di squame, pinne e coda di forme inusitate, era diverso da qualunque altra cosa avessero mai pescato, e al ritorno in porto lo consegnarono al più vicino museo. Questo esemplare unico di Latimeria, come venne battezzato il pesce, è sinora rimasto il solo catturato e sembra giustificata l’ipotesi che si tratti di un abitatore di profondità non raggiunte nelle pesche ordinarie, e che quello sudafricano fosse un animale smarritosi fuori del suo ambiente naturale.
La Latimeria venne identificata come un celacantide, ossia come un appartenente a un gruppo incredibilmente antico di pesci che apparvero per la prima volta nel mare circa trecento milioni di anni fa. Le rocce che rappresentano i successivi duecento milioni di anni e più della storia della terra contenevano celacantidi fossili; più tardi, nel Cretaceo, si persero le tracce di questi pesci. La riapparizione di un celacantide come pesce vivente al largo del Sudafrica venne considerata in un primo tempo come un avvenimento misterioso e straordinario, di improbabile ripetizione. Un ittiologo sudafricano, il professor J.L.B. Smith, non condivideva questo punto di vista e, ritenendo che nel mare dovessero esisterne altri esemplari, iniziò una paziente ricerca che si protrasse per quattordici anni prima di rivelarsi fruttuosa. Poi, nel dicembre del 1952 un secondo pesce di questo gruppo venne catturato in prossimità dell’isola di Anjouan, al largo dell’estremità nordoccidentale del Madagascar. La ricerca venne quindi continuata dal professor J. Millot, direttore dell’Istituto di ricerche del Madagascar. Nel 1958 il professor Millot aveva ottenuto altri dieci esemplari, sette dei quali maschi e tre femmine.