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ha recensito Racconto d'autunno di Tommaso Landolfi (BUR -- 40)

Tommaso Landolfi: Racconto d'autunno (Italian language, 1975, Biblioteca Universale Rizzoli) 4 stelle

Si sa che l'ultima guerra, e in particolare la Resistenza, hanno per lo più dato …

Racconto d'autunno

4 stelle

Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog ---> La siepe di more

La prima cosa che mi sento di dire riguardo a Racconto d'autunno è che non sembra un libro scritto da un autore italiano. So che suona come una cretinata o l'inizio di una tirata lagnosa contro i vizi degli italici scrittori, ma lasciatemi spiegare.

Racconto d'autunno è un vero e proprio fulmine a ciel sereno nella letteratura italiana. Nessuno di noi si stupirebbe nel vederlo accanto a Dracula di Bram Stoker: invece, è del 1946, quando un libro ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale non finiva certo per raccontare di una casa piena di misteri (neanche oggi a dirla tutta, ma questa non è una tirata lagnosa contro i vizi degli italici scrittori).

Un'altra cosa che vorrei dire è che Tommaso Landolfi è uno dei maggiori scrittori italiani del Novecento. Sorpresi? Io sì, perché, prima di imbattermi in Racconto d'autunno, non avevo neanche mai sentito parlare di questo autore. Tra l'altro è stato un autore estremamente prolifico, con romanzi, poesie e racconti, oltre alle sue traduzioni. Com'è che la scuola italiana si è dimenticata di lui e non racconta ai suoi studenti che nel Novecento c'è stato anche un tale Tommaso Landolfi?

Vorrei anche dirvi che leggere Racconto d'autunno è stata un'esperienza esaltante per l'amante della lingua italiana che vive in me. Landolfi does it better, mi verrebbe quasi da dire. In Racconto d'autunno ho percepito proprio come ogni romanzo sia costruito con mattoni non casuali di parole. Sì, sembra la scoperta dell'acqua calda, ma in mondo pieno di scrittori dilettanti allo sbaraglio che pensano di scrivere capolavori infilando parole a caso una dietro l'altra, direi che ci siamo dimenticati anche degli elementi più basilari. Infatti, se – forse – il caso domina le vite degli esseri umani, di certo non può dominare nella letteratura, almeno per Landolfi.

Per quanto riguarda la trama, non vi ho raccontato quasi niente, né ho intenzione di approfondire. Racconto d'autunno è uno di quei libri che è meglio leggere che raccontare. C'è un'aura di mistero, inquietudine e desiderio di saperne di più che va indagata pagina dopo pagina.

ha risposto allo stato di Baylee

@lasiepedimore io scoprii l'esistenza di Landolfi per puro caso in quarto anno di università al corso di letteratura italiana contemporanea, grazie a un guizzo del professore che ci mise in programma un estratto da La pietra lunare, e considerando che ora sono io stesso insegnante alle superiori, penso di poterti dire la mia sul perché non si parla di lui nella scuola dell'obbligo: perché nel Dopoguerra è stato democristianamente decretato che la letteratura italofona del Novecento consiste unicamente di tre filoni:

  • Le poesie liriche solipsiste di UngarettiMontaleSabaQuasimodo (rigorosamente tutti attaccati).
  • Il romanzo sociale di ManzoniVergaCalvinoLevi (di nuovo, tutti attaccati).
  • Il romanzo di "crisi dell'Io" con D'AnnunzioSvevoPirandelloMoravia (ormai avete capito).

Se si lascia entrare in scena Landolfi, allora entrano in scena anche le scritture di auobiografia e vita minuta con cui le scrittrici done (gasp!) si sono fatte strada sin dall'Ottocento, ed entra in scena la tradizione italiana di narrativa …

ha risposto allo stato di cretinodicrescenzago

@cretinodicrescenzago ti credo, fa tutto parte di quella impalcatura che rende così rigida la cultura in questo Paese, dove si può parlare solo bene di certə autorə, è anatema dare letture femministe di noti classici, i fumetti valgono meno anche se ora vanno di moda e l'aulica critica letteraria si lamenta perché la gente non segue più i loro illustri consigli di lettura ma va a nutrirsi nel trogolo dei blog, di YouTube e financo di TikTok...

ha risposto allo stato di Baylee

@lasiepedimore ti racconterò un aneddoto: una mia conoscente ha fatto studi di germanistica e traduzione in una città universitaria relativamente progressista qui in pianura padana, in mezzo a un anello rurale che è bastione leghista da trent'anni. Conoscente ha imperniato la tesi triennale sull'analisi di Tolkien sotto non ricordo che ottica, e lə relatoru l'ha ammonita che così si sarebbe giocata il 110 con lode, perché Tolkien è ancora considerato un autore di Destra. Traiamo le nostre conclusioni sul fatto che in questo paese l'accademia "di sinistra" è ignorante e provinciale quanto ti aspetteresti dalla vecchia intellighenzia democristiana, quindi non stupiamoci se fallisce nel contenere (non dico battere, dico "contenere") la produzione di Destra.