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Contratto fatale (Paperback, Italiano language, Corbaccio) 1 stella

Per consentire alla sorella di sposarsi, il milionario italiano Michael Conte, deve trovare per sè …

Contratto fatale

1 stella

Questo romanzo mi ha fatto profondamente incazzare. Così, senza tanti giri di parole. E ciò che mi ha fatto incazzare non è il fatto che sia incentrato su un'usanza vecchia e profondamente ingiusta.

Ma cominciamo dall'inizio. Michael Conte deve sposarsi perché mammina vuole (o meglio, pretende) che il primogenito uccel-di-bosco si sposi prima della sorella minore innamoratissima-e-isterica.

Ora, a quanto mi si dice, questa usanza esiste davvero in alcune famiglie italiane (per il bene dei loro figli, spero che siano davvero pochissime e che la tradizione vada estinguendosi), quindi mi tocca prenderne atto. L'inizio del romanzo non è così inverosimile come mi era parso (purtroppo). Pare che questa caata sia una forma di rispetto per il primogenito. Stro**e. Io sono una primogenita e non mi sentirei affatto rispettata se mi toccasse sposarmi per forza per salvare il matrimonio di mio fratello.

Ad ogni modo, torniamo al romanzo e a quello che mi ha fatto incazzare. Il punto è che questa faccenda del matrimonio obbligato sembra una faccenda sgradita, ma necessaria. Come la ceretta all'inguine. Il tutto abilmente condito con sentenze a dir poco sconcertanti. Ecco alcune "perle di saggezza".

Le sue sorelle erano cocciute e peperine, ma alla fine si piegavano sempre ai suoi ordini, perché così voleva la legge di famiglia.

Ah, ah, ah. Michael, vieni a fare il fratello maggiore con me. Poi vedi dove te li ficco i tuoi ordini del cavolo. E con gran gusto.

«[...] la mamma non accetterà nessun altro tipo di unione se non quella religiosa.»

Mammina è pure esigente. La cerimonia religiosa. Poi cosa vuole? Una fettina di c*lo?

Carolina rise, ma mamma Conte esalò un sospiro sofferto. «Valeria, non abbiamo bisogno di sapere cosa porta Domenico sotto i vestiti. E nemmeno tu, almeno finché non lo avrai sposato. Chiaro?»

Oh. Mio. Dio. Vogliamo anche fare un controllo della verginità prima del matrimonio? Tanto per essere sicuri che quella "sgualdrina" non abbia "disonorato" la famiglia e altre amenità di questo tipo. Seriamente. E nessuno prende a calci in c*lo quel coglione?

« [..]. Questa sera servirai la cena a tuo marito con le tue mani. E questo non perché gli sei sottomessa, o perché lui ti consideri inferiore. Al contrario. Perché tu sei di più. Molto di più. Capisci cosa intendo?»

No, mammina. L'unica cosa che intendo è che questa mi sembra una scusa per le tue idee del 1400. Hai sbagliato secolo. Siamo nel 2013, hai presente?

«Ma tutto quello che dice Michael è legge!» si lagnò Carolina. «Lui è il capofamiglia!» «Non ti sto dicendo di mancargli di rispetto, ma solo di essere più chiara nella comunicazione. Provaci.»

Ecco, Carolina, piccola sorellina di Michael, ascolta la futura sposa costretta del suddetto Michael. Non mancare di rispetto al tuo povero fratello, anche se lui non ha rispetto per te e i tuoi desideri. E' solo una mancanza di comunicazione. Umiliati nell'implorarlo di lasciarti seguire le tue inclinazioni: il suo ego di maschio capofamiglia si gonfierà talmente tanto che ti darà lo zuccherino.

«Cosa le ho fatto adesso? Eh? È così sbagliato proibirle di andare a una festa alcolica con un mucchio di modelli nudi e perdersi per sempre? È troppo giovane! [...]»

Perdersi per sempre? Ma, Michael, dove pensi che vada tua sorella? Nella tana del Bianconiglio? Nel Labirinto del Minotauro? Se hai paura che si perda, compragli un maledetto dispositivo GPS!

Ovviamente la sua [di Valeria, un'altra sorella] decisione di non lavorare per l’azienda di famiglia aveva causato tuoni e fulmini, e Michael non aveva ancora superato la delusione, ma non era niente in confronto a veder corrotta per sempre l’innocenza di Carolina.

Tua sorella non lavora nell'azienda di famiglia, ma trova la sua strada ed è felice e tu le tieni il muso? F***iti, Michael, sul serio. Sei il peggior fratello (e uomo) del pianeta. Per non parlare dei sudori freddi per l'"innocenza" di Carolina... non pensi che sia abbastanza grande per gestirsela da sola, la sua "innocenza"? Non è una bambina a rischio pedofili.

D’accordo, era una donna anche lei, ma si era sempre dichiarata poco interessata alle cose che di solito interessano il gentil sesso: cucinare, spettegolare, i bambini, la vita domestica.

Questa recensione rischia davvero di essere la più volgare della mia vita. Davvero, Michael, mi viene da mandarti a quel paese (in maniera più colorita) una riga sì e l'altra pure.

Invece di liquidare come pura follia la sua assurda pretesa che lui si sposasse e lasciare che sfogasse la sua contrarietà sulla sorella, aveva ideato un piano che avrebbe reso felici tutti.

Ecco che ci si mette pure Maggie (la sposa rimediata e di facciata). E' proprio quello che avrebbe dovuto fare, mandare al diavolo quella strega di madre che si ritrova e continuare la sua vita (magari ospitando la sorella novella sposa, dato che mammina l'avrebbe diseredata per l'affronto).

«Sì, ma non bisogna toccarsi le zone intime. [...]»

Grande Maggie. Ottimo approccio all'educazione sessuale dei più piccoli di casa.

Non si era tolta il trucco, ma persino lui dovette ammettere che era molto meglio dei pasticci che si metteva da sola. Adesso aveva un aspetto pulito. Era se stessa, in meglio.

Dulcis in fundo, una perla sulla necessità che le donne si trucchino per essere se stesse. In meglio, addirittura. E io che credevo ancora nel caro, vecchio acqua e sapone per essere autentica.