Baylee ha recensito Il canto del drago di Anne McCaffrey
Il canto del drago
Nuova trilogia incentrata su Pern, dove ritroviamo - come di consueto - i vecchi personaggi, ma il protagonista questa volta è una ragazza, Menolly (conosciuta in Il drago bianco, ambientato qualche anno dopo Il canto del drago).
Menolly ha lo straordinario dono della musica: canta e compone canzoni meravigliose, ma nella tenuta dove vive non può esercitare il suo talento perché, secondo suo padre Yanus, Proprietario della Tenuta Marina, una ragazza non è adatta a fare l'Arpista e porterebbe disonore alla loro comunità.
Conosciamo quindi una Menolly infelice e costretta a nascondere e reprimere il suo talento: vediamo la sua fragile autostima continuamente minata dalla disapprovazione dei genitori - soprattutto paterna - e dalla convinzione che tutti siano d'accordo sul suo essere una "portatrice di disonore". E non le giova nemmeno una sorella gelosa e acida come uno yogurt andato a male...
Gli eventi precipitano: Menolly perde tutto quello che le ha dato gioia nella Tenuta Marina, ma riuscirà anche a liberarsi dalle pastoie del suo mondo e a trovare persone che le daranno fiducia e crederanno in lei e nel suo talento.
Sembrerebbe una storia come tante su un'adolescente incompresa se Anne McCaffrey non ricamasse sottilmente nella trama un messaggio che sembra starle davvero a cuore: l'importanza della conoscenza e della sconfitta delle tradizione che impediscono agli abitanti di Pern di migliorare la loro condizione.
Come dice Robinton, il mitico Maestro Arpista, il compito della loro Arte è quello di diffondere la conoscenza, compito che non implica anche trasmettere fedelmente le tradizioni. Ci sono tradizione che, con il progresso della conoscenza, perdono significato ed è stupido rimanervi attaccati. Questo è anche il compito di un buon Arpista: aprire la mente delle persone con la conoscenza, che non deve assolutamente rimanere patrimonio di poche persone.
Ecco perché Robinton capisce immediatamente il valore di Menolly: non è solo una potenziale Arpista dal raro talento, ma è anche un importante veicolo del cambiamento in atto a Pern.
Il suo problema era che aveva il compito di provocare un cambiamento, inizialmente sottile, nella realtà che aveva trovato, perché Robinton, il Maestro Arpista, voleva che i suoi artigiani inducessero i Signori, i Proprietari e i Maestri delle Arti a interessarsi a qualcosa di più, al di fuori degli interessi immediati delle loro terre, delle loro Sedi, della loro gente. Gli Arpisti non si limitavano semplicemente a cantare e a narrare: erano gli arbitri della giustizia, i confidenti dei Signori e dei Maestri delle Arti... e plasmavano i giovani.
E Anne McCaffrey crede molto nei giovani: sono loro di solito ad avere le idee più innovative e a spingere perché la tradizione cambi per il benessere di tutti.