Baylee ha recensito Homocaust di Massimo Consoli (Libertaria)
Review of 'Homocaust' on 'Goodreads'
4 stelle
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Il ventisette gennaio di ogni anno dal 2000 (almeno in Italia) si commemorano le vittime dello sterminio di milioni di persone “indesiderabili” per il regime nazista. Di solito si pensa prevalentemente agli/alle ebre e anche i media e la letteratura hanno contribuito con decisione a questa visione: le testimonianze sono sempre di ebre e quella che si interpella e alla quale si chiede in qualche modo scusa ogni anno è la comunità ebraica.
Ora, non è che abbia intenzione di promuovere cazzate revisioniste: si stima che gli/le ebre mort nei campi di sterminio siano tra i cinque e i sei milioni. Tuttavia, si stima che il totale delle persone morte in questi luoghi di disperazione siano state quindici milioni: in soldoni, più della metà non erano ebree. Tra queste c'erano gli omosessuali e la politica nazista che portò al loro sterminio è appunto il tema di questo saggio.
Per gli omosessuali, poi, la Liberazione non avvenne affatto con la fine del nazismo. Nessuno voleva stare a sentire le loro storie: erano ancora degli sporchi pervertiti e ce n'è voluto prima che potessero testimoniare a fianco degli altri sopravvissuti (che oltretutto pare volessero “l'esclusiva”, visto che a lungo nemmeno le associazioni di ex-deportati e partigiani accettavano la presenza di omosessuali nelle commemorazioni).
Manco sterminare omosessuali fosse normale. Eppure ancora oggi c'è gente che la pensa così (e non solo tra i fanatici dell'ISIS... anche agli integralisti cristiani piacerebbe ricominciare a sterminare un po' di pervertiti). Basta leggere dell'iter ideologico che portò i nazisti a sterminare gli omosessuali per riconoscervi idee che ancora circolano e ancora pretendono di essere legittimate dalla “natura” dell'essere umano o dalla “difesa” dell'”integrità” dei giovani. Come se tutte queste idee non siano già state smontate pezzo per pezzo. Come se avessimo bisogno di altro orrore nella nostra storia.
Massimo Consoli ha scritto un saggio preciso, puntuale, ricco di fonti e scientifico: non troverete nessun fatto che non sia stato accuratamente documentato e non deve essere stato facile in un mondo di sottaciuto come quello dell'omosessualità e di documenti distrutti come quello nazista.
Eppure il filo dell'odio è stato ricostruito: dall'apertura iniziale (o indifferenza per ciò che i tedeschi facevano privatamente tra di loro) ai tentativi di “cura” (inclusa la sterilizzazione), perché in fondo, se erano tedeschi ariani, “spiaceva” doversene disfare. Ma quando divenne evidente che nessuna cura avrebbe mai funzionato (e come avrebbe potuto?), Himmler (e Hitler) non si fece alcun problema a passare allo sterminio (ma sempre per proteggere e non infettare con questo “morbo” la buona gioventù).
Lavoro massacrante, torture, l'uso come cavie umane, la degradazione di dover pulire le latrine del campo, l'orrore di veder morire il proprio compagno davanti ai propri occhi: io non so davvero di quanta disumanità sia necessaria l'umanità prima di vergognarsi del modo indecente con il quale ancora guarda all'omosessualità (e, mi viene da aggiungere, a tutto il mondo LGBTQIA+). Avrei detto che quella passata sarebbe stata sufficiente, e invece...