Baylee ha recensito Il circo della notte di Erin. Morgenstern
Review of 'Il circo della notte' on 'Goodreads'
2 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
All’inizio Il Circo della Notte mi è sembrato molto promettente: pieno di un’atmosfera magica e onirica, mi prometteva una lettura originale piena di bellezza e meraviglia. Poi nel proseguimento della lettura, due elementi hanno ridimensionato di molto le mie prime impressioni.
Il primo elemento di disturbo per me è stato la presenza di molte descrizione che non aggiungevano granché alla storia. La parte centrale del romanzo è costituita per lo più da descrizioni volte a meravigliare il lettore, ma che non portano avanti la storia e non aiutano a dare tridimensionalità ai personaggi. Insomma, mi ha annoiato a morte: non amo leggere pagine non utili alla storia o al messaggio che l’autrice vuole trasmettere…
Tuttavia, Il Circo della Notte avrebbe ancora potuto rivelarsi una buona lettura se non fosse stato per il finale. Non ho idea di come scrivere chiaramente le mie impressioni senza fare spoiler, ma vediamo quel che riesco a mettere giù.
Il Circo della Notte è un romanzo molto simbolico: se lo avete letto, avrete notato l’importanza che vi rivestono i tarocchi. Ora, queste carte magiche possono essere considerate una sintesi della simbologia classica che potete trovare nell’occultismo: i tarocchi si intersecano con l’oroscopo, i pianeti, l’alfabeto ebraico, le stagioni, i quattro elementi, la numerologia e chi più ne ha più ne metta. Si tratta anche di un sistema magico-simbolico estremamente dualistico: bene/male, cielo/terra, acqua/fuoco, uomo/donna e via dicendo (se bazzicate il genere fantasy, niente di quanto sto scrivendo vi sembrerà una novità).
Cosa c’entra tutto questo con Il Circo della Notte? Il rigido dualismo uomo/donna tipico della simbologia usata da Morgenstern in questo romanzo è talmente superato che ormai lo sbandierano solo gli integralisti religiosi e/o politici. Sappiamo che esistono più dei due generi “tradizionali” (agender, bigender, genderfluid, etc…) e anche l’esistenza di due sessi “opposti” è messa in discussione dai vari tipi di intersessualità.
Erin Morgenstern non mi avrebbe infastidito tanto se nel finale avesse sovvertito questo sistema: invece lo ribadisce, e nella maniera più classica possibile, con la forza tipica del maschile e la cura tipica del femminile. Per quanto sia tutto ben mascherato dal circo e da questa sfida che non si capisce bene cosa voglia dimostrare, Il Circo della Notte è la solita storiella d’amore dove si è pronti anche a morire l’uno per l’altra (e viceversa) senza che neanche ci sia stato il tempo e il modo di costruire un vero e proprio rapporto.
Che palle...