È incredibile il viaggio che hanno dovuto affrontare le parole del Buddha per arrivare fino a noi. Sono state imparate a memoria dai discepoli, tramandate di bocca in bocca, e solo in seguito trascritte su foglie di palma. I monaci dell'isola di Ceylon hanno conservato queste inestimabili reliquie per oltre due millenni, proteggendole nei monasteri; solo verso la metà dell'Ottocento sono state ritrovate da un gruppo di ricercatori europei. Karl Eugen Neumann, indologo viennese, è stato il primo a comprenderne e apprezzarne l'immenso valore. La sua traduzione ha reso finalmente accessibile in lingua europea questo patrimonio. La forza e lo spirito sono immutati, l'intima essenza del buddhismo ci giunge nella sua originale purezza. Arricchisce il volume il "Dhamma-Pada (I versetti della legge)", che con le sue 423 strofe rappresenta una delle opere più venerate del mondo buddhista.
I quattro pilastri della saggezza illustra le fondamenta della disciplina e della filosofia Buddhista ed è sicuramente il primo passo per una conoscenza completa, da approfondire con altri testi.
E' un testo che si legge velocemente e costa anche poco, quindi in generale lo consiglio per un primo approccio alla materia.
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Io e le religioni abbiamo un grosso problema: la stragrande maggioranza dei testi religiosi mi annoia a morte (e non sono l’unica, secondo me, il che spiegherebbe almeno in parte perché un sacco di credenti non ha idea di cosa dicano davvero i testi della propria religione). Il fatto che I quattro pilastri della saggezza sia pieno delle ripetizioni tipiche di un testo nato per essere tramandato oralmente, non mi ha affatto aiutato.
Poi il mio cervello entra in automatico in modalità trova l’eccezione alla regola e a qualunque affermazione ribatte con situazioni non contemplate dal testo. So che la genericità è la linfa vitale dei libri che raccolgono precetti religiosi e/o morali, ma è più forte di me: sono una rompicoglioni.
Non so quindi perché continuo a comprare testi religiosi ben sapendo di finire per trovarli noiosi, …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Io e le religioni abbiamo un grosso problema: la stragrande maggioranza dei testi religiosi mi annoia a morte (e non sono l’unica, secondo me, il che spiegherebbe almeno in parte perché un sacco di credenti non ha idea di cosa dicano davvero i testi della propria religione). Il fatto che I quattro pilastri della saggezza sia pieno delle ripetizioni tipiche di un testo nato per essere tramandato oralmente, non mi ha affatto aiutato.
Poi il mio cervello entra in automatico in modalità trova l’eccezione alla regola e a qualunque affermazione ribatte con situazioni non contemplate dal testo. So che la genericità è la linfa vitale dei libri che raccolgono precetti religiosi e/o morali, ma è più forte di me: sono una rompicoglioni.
Non so quindi perché continuo a comprare testi religiosi ben sapendo di finire per trovarli noiosi, ripetitivi e incapaci di darmi risposte soddisfacenti (qualche credente solerte direbbe che sto cercando il divino, ma io direi – più prosaicamente – che sto cercando buone risposte per scaricare chi prova a convertirmi). Almeno mi sono comprata questa scarsissima edizione Newton Compton a novantanove centesimi e le mie finanze non hanno pianto troppo…
Se però voi volete leggervelo seriamente, rivolgetevi altrove: Newton Compton ci propone l’edizione tradotta da K.E. Neumann e G. De Lorenzo (subentrato dopo l’improvvisa morte del primo) e risalente ai primi del Novecento. Pure io che non so nulla di Buddhismo e compagnia bella ho trovato il loro approccio al testo datato.