l était une fois une enfant, Modesta, née le 1er janvier 1900, dans un monde frustre et rapidement englouti... Non, L'Art de la joie résiste à toute présentation. Roman d'apprentissage, il foisonne d'une multitude de vies. Roman des sens et de la sensualité, il ressuscite les élans politiques qui ont crevé le XXe siècle. Ancré dans une Sicile à la fois sombre et solaire, il se tend vers l'horizon des mers et des grandes villes européennes...
"Pourquoi faut-il lire ce livre ? Parce qu'il est un hymne à la joie. A la joie la plus simple qui soit, celle qui émane de la conscience et de l'acceptation sereine de sa propre existence et de celle des autres, personnes et choses, sans lesquelles le bonheur serait absolument impossible. Le XXe siècle, époque de tragédies horribles et d'esprits brillantissimes, se révèle sous un angle différent et les événements qui le caractérisent - …
l était une fois une enfant, Modesta, née le 1er janvier 1900, dans un monde frustre et rapidement englouti... Non, L'Art de la joie résiste à toute présentation. Roman d'apprentissage, il foisonne d'une multitude de vies. Roman des sens et de la sensualité, il ressuscite les élans politiques qui ont crevé le XXe siècle. Ancré dans une Sicile à la fois sombre et solaire, il se tend vers l'horizon des mers et des grandes villes européennes...
"Pourquoi faut-il lire ce livre ? Parce qu'il est un hymne à la joie. A la joie la plus simple qui soit, celle qui émane de la conscience et de l'acceptation sereine de sa propre existence et de celle des autres, personnes et choses, sans lesquelles le bonheur serait absolument impossible. Le XXe siècle, époque de tragédies horribles et d'esprits brillantissimes, se révèle sous un angle différent et les événements qui le caractérisent - guerres et révolutions, sciences et techniques, art et philosophie - portent les stigmates d'une seule femme, Modesta, qui assume les espoirs et la volonté de toutes les autres. " Luca Orsenigo, Corriere della sera.
Sebbene sia stato scritto più tardi rispetto all'ambientazione resta un libro di 50 anni fa, e offre spunti sull'affettività, sessualità, rapporti e analisi politiche di una modernità spiazzante. Alcuni passaggi sono sembrati onestamente troppo lunghi.
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog ---> La siepe di more
L’arte della gioia è un romanzo sul quale è difficile scrivere una recensione perché il suo più grande pregio è, a parer mio, anche il suo peggior difetto (anche se, devo ammettere, ce ne fossero di difetti così!).
Goliarda Sapienza, infatti, ha scritto un romanzo popolare incentrato su tematiche femministe che, perlomeno in Italia e per quel che ho potuto constatare negli ultimi anni, di popolare non hanno niente, visto che sembrano sorprendentemente lontane dalla cultura di massa (penso a fiction italiane, programmi televisivi, letteratura d’evasione, e via dicendo).
Sono rimasta molto colpita da questo aspetto: pensavo che avrei letto un romanzo mainstream e invece mi sono ritrovata tra le mani un libro che grondava melodramma e ha messo a dura prova la mia sospensione dell’incredulità in più punti. Tuttavia, per quanto questo possa essere stato fastidioso, …
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog ---> La siepe di more
L’arte della gioia è un romanzo sul quale è difficile scrivere una recensione perché il suo più grande pregio è, a parer mio, anche il suo peggior difetto (anche se, devo ammettere, ce ne fossero di difetti così!).
Goliarda Sapienza, infatti, ha scritto un romanzo popolare incentrato su tematiche femministe che, perlomeno in Italia e per quel che ho potuto constatare negli ultimi anni, di popolare non hanno niente, visto che sembrano sorprendentemente lontane dalla cultura di massa (penso a fiction italiane, programmi televisivi, letteratura d’evasione, e via dicendo).
Sono rimasta molto colpita da questo aspetto: pensavo che avrei letto un romanzo mainstream e invece mi sono ritrovata tra le mani un libro che grondava melodramma e ha messo a dura prova la mia sospensione dell’incredulità in più punti. Tuttavia, per quanto questo possa essere stato fastidioso, non ho potuto fare a meno di apprezzare il lavoro di Sapienza, il suo essere riuscita a portare il femminismo in una storia popolare, accessibile e godibile per chiunque.
È assai probabile che, se “trafficate” abitualmente con il femminismo, L’arte della gioia non vi riservi rivelazioni o vi scateni chissà quale riflessioni inedita: anzi, la filosofia della differenza che vi aleggia oggi ci sembra superata. Però non si può fare a meno di tifare per Modesta, anticonvenzionale fin dal nome con un deciso adieu al nomen omen.
Sarebbe bello, per la popolarità e la diffusione che hanno ultimamente, se qualcuno facesse de L’arte della gioia una serie televisiva: è un testo che si presterebbe molto bene a questo tipo di trasposizione e così si riuscirebbe a farlo uscire dalla cerchia molto intellettuale alla quale mi sembra sia stato “condannato”. Spero solo che un’eventuale trasposizione non venga affidata a emittenti dagli eccessi di pudore facili (cough Rai cough): Modesta oggi sarebbe più scandalosa che mai e di certo non se ne starebbe tremebonda ad aspettare il discorso redentore di Don Matteo...