Gianluigi citazione da Il mare intorno a noi di Rachel Louise Carson
La leggenda dell’uniformità del fondale oceanico venne completamente distrutta dalla spedizione oceanografica svedese, che salpò da Goteborg nell’estate del 1947 e trascorse i successivi quindici mesi a esplorare il letto dell’oceano. Mentre la nave svedese Albatross attraversava l’Atlantico diretta verso il Canale di Panama, gli scienziati di bordo furono sorpresi dall’estrema irregolarità del fondale oceanico. Raramente i batimetri rivelavano tratti pianeggianti per più di pochi chilometri consecutivi; al contrario il profilo del fondo saliva e scendeva in curiosi gradini di scala gigantesca, di larghezza variabile da qualche centinaio di metri a parecchi chilometri. Nel Pacifico gli ineguali contorni del fondo resero difficile l’uso di molti degli strumenti oceanografici, e più di un tubo di carotaggio venne abbandonato, probabilmente conficcato in qualche crepaccio sottomarino.
(..).
Una delle eccezioni all’esistenza di un fondale collinoso o montagnoso venne riscontrata nell’Oceano Indiano dove, a sud-est di Ceylon – l’attuale Sri Lanka – l’Albatross corse per alcune centinaia di chilometri su una pianura uniforme. I tentativi di prelevare campioni del fondo di questa pianura non ebbero successo poiché i tubi di carotaggio si spezzarono ripetutamente, facendo nascere l’ipotesi che il fondo fosse costituito da lava indurita e che l’intera ampia piattaforma fosse stata formata da colate eruttive di vulcani sottomarini su scala formidabile. Questa pianura lavica sotto l’Oceano Indiano è probabilmente il corrispondente oceanico del grande altopiano basaltico esistente nella parte orientale dello Stato di Washington, oppure dell’altopiano indiano del Deccan, costituito di roccia basaltica dello spessore di tremila metri.