Baylee ha recensito L'importanza di essere onesto di Oscar Wilde
L'importanza di essere onesto
5 stelle
Immaginate di essere uno scrittore e di avere a cuore un certo tema. Vorreste che la società – e forse il mondo intero – vi ponesse attenzione e migliorasse i propri comportamenti di conseguenza. Un obiettivo ambizioso, non c'è dubbio, ma questa questione è per voi davvero molto importante e siete abbastanza onesti da essere consapevoli del vostro talento.
Cosa fare? Qual è il modo migliore per veicolare un messaggio? Un saggio? Troppo elitario. Un romanzo? Certo garantirebbe un ampio pubblico. Ma una commedia, una commedia frivola per persone serie, è in grado di raggiungere chiunque. Il lazzo, la battuta di spirito, l'arguzia possono essere apprezzate dal colto e dall'incolto.
Oscar Wilde aveva ben pochi rivali in arguzia nel 1895, quando The Importance of Being Earnest debuttò. La sua capacità di ribaltare il luogo comune e l'ipocrisia del suo tempo generava prima risate, poi malinconica riflessione sulla sua veridicità. D'altro canto, Wilde era un animale mondano e conosceva a fondo la società della quale parlava ed era troppo intelligente per non vederne i difetti – troppo intelligente, purtroppo per lui, anche per sottomettersi alle sue falsità.
The Importance of Being Earnest è stato l'ultimo capolavoro teatrale di Wilde, forse il suo acme. Per lo più incompresa dai suoi contemporanei, ha avuto un successo strepitoso in seguito alla morte dell'autore, tanto che è una delle commedie più amate, tanto rappresentata quanto lo sono le opere di Shakespeare. Tanto amata da travalicare i confini del palco e approdare anche al cinema. Tanto amata da farci rimpiangere la decisione di condannare Wilde a due anni di lavori forzati, che ci hanno anticipatamente privati del suo genio.