Baylee ha recensito Abarat di Clive Barker
Abarat
4 stelle
La prima cosa da dire di Abarat è che è un mondo e non soltanto un libro. Il lettore non si limita a leggere, ma entra in Abarat, trasportato dal Mar d'Izabella insieme alla protagonista, Candy Quackenbush.
Merito di ciò è sicuramente anche delle illustrazioni dell'autore che impreziosiscono il romanzo: così possiamo seguire a fianco a fianco Candy in tutte le sue avventure e meravigliarci con lei davanti alle stravaganti (a dir poco) creature che popolano Abarat. L'immaginazione non fa certo difetto al signor Barker, che ha inserito nel suo libro creature che saltellano a pelo d'acqua, glifi (cioè macchine volanti fatte di luce e magia) e ladri matricolati a otto teste.
Il mondo stesso che queste creature abitano – Abarat, appunto – è favoloso: ventiquattro isole, una per ogni ora del giorno, alle quali si aggiunge la misteriosa Venticinquesima Ora, dove spazio e tempo si confondono. Essendo le Ore così territorialmente divise in isole, Notte e Giorno assumono l'importanza di Male e Bene, in eterna lotta ed equilibrio tra di loro. O almeno lo sono stati finché non si è intromesso un terzo elemento... Cosa accade se quel Male non è più così Male? E se il Bene non riesce a trovare il Male “giusto” da combattere?
Una favola horror per ragazzi che si fa leggere volentieri anche dai grandi; una favola piena di commistioni tra razze; una favola dove anche Bene e Male si confondono, dove i sorrisi celano malvagi e aspetti grotteschi rivelano gentilezza. Un romanzo pieno di magia, mistero e fascino; un mondo indimenticabile.