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Angela Davis: Donne, razza e classe (Paperback, Italian language, 2022, Edizioni Alegre) 5 stelle

Uscito per la prima volta negli Stati Uniti nel 1981, è considerato uno dei testi …

Review of 'Donne, razza e classe' on 'Goodreads'

4 stelle

Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more

Mi aspettavo che Donne, razza e classe fosse un libro molto teorico, invece mi sono trovata a leggere un saggio saldamente radicato nella storia statunitense e capace di parlare con estrema chiarezza della sua tesi, ovvero dell’intreccio di discriminazioni (di genere, razziale e di classe) subito dalle donne nere lavoratrici.

La chiarezza espositiva di Davis lascia pochi dubbi sull’esistenza di questa triplice discriminazione in capo alle donne nere lavoratrici: la sua analisi prende avvio dalla schiavitù e segue la storia delle rivendicazioni femministe (in primis, il diritto di voto) per denunciare la prospettiva unicamente bianca che ha caratterizzato il movimento suffragista e che ha finito per farne emergere i ragionamenti e la retorica razzista.

Pur essendo un saggio incentrato sulla storia degli USA, ci sono molte riflessioni applicabili anche all’Europa, per esempio quella riguardante il mito dello stupratore nero, tornata tristemente in auge con la crisi migratoria (poi non è chiaro perché dovremmo berci questa scemenza se, in quanto donne bianche, ci troviamo a essere “protette” da uomini che non esitano ad augurarci – o minacciarci proprio – lo stupro perché dissentiamo da loro e siamo chiaramente delle donnacce invece che Vere Donne™).

Molto interessante è anche la riflessione sul perché alcune battaglie tipicamente femministe, ed evidentemente riguardanti anche le donne nere, per lungo tempo non abbiano fatto presa tra i loro ranghi, come i diritti riproduttivi. In questo caso, invece di lamentarsi, è bene chiedersi: come mai? In questo caso, uno sguardo più attendo avrebbe notato che anni di sterilizzazioni forzate (a volte fatte addirittura all’insaputa delle vittime) non rendevano le donne nere così recettive nei confronti del diritto all’aborto.

Vi consiglio davvero tanto di leggere perché, sebbene sia un testo del 1981, la sua analisi e le questioni che solleva sono tutt’altro che risolte e può essere utile leggere un classico sull’argomento.