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Philip K. Dick: Ma gli androidi sognano pecore elettriche? Il romanzo che ha ispirato Blade Runner (Italian language, 2000) 4 stelle

Do Androids Dream of Electric Sheep? (retitled Blade Runner: Do Androids Dream of Electric Sheep? …

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5 stelle

Questo romanzo ha spesso incrociato i miei occhi durante i miei pellegrinaggi in libreria: ha un titolo così originale che non poteva non finire tra le mie grinfie prima o poi. Alla fine l'ho adocchiato anche in biblioteca e ha finito per essere ospite della mia casa.

Cosa dire di questo capolavoro di fantascienza? Credo sia uno di quei libri di cui sia difficile parlare: si può solo consigliare di leggerli per poter apprezzare i molteplici spunti di riflessione che offre per noi abitanti di un mondo tecnologico. E, cosa ancora più straordinaria, Ma gli androidi sognano pecore elettriche? è del 1968.

Personalmente, ciò che mi ha colpito di più nel romanzo è stato il rapporto tra gli esseri umani e gli animali veri. In mondo post-apocalittico dove la maggior parte delle specie animali si è estinta e gli esseri umani vivono su una Terra preda di polvere radioattiva e rifiuti, Dick ci fa percepire tutto il peso della perdita della speranza di salvezza. Non c'è religione o fuga che possa salvare Rick Deckard, il protagonista: non c'è nemmeno conforto umano, dato che anche i rapporti umani sembrano irrimediabilmente sfilacciati.

L'unico modo per sentirsi ancora umani, infatti, sembra essere il possesso di un animale vero: estremamente costosi, molte persone li sostituiscono con androidi quasi identici agli originali. Eppure, possedere un animale finto scatena la diffidenza altrui, come se fosse chiaro segno della perdita della propria umanità: dato che i rapporti interpersonali si sono sfaldati, l'unico modo per rimanere aggrappati alla propria empatia è stabilire un rapporto di affetto con animale vivo.

È un'idea che mi ha messo i brividi e che sembra di vedere all'opera quando animalisti fanatici insultano persone malate (e vive solo grazie alla ricerca) perché difendono la sperimentazione animale. È terribilmente facile stabilire un rapporto di affetto con un animale: non richiede la complessità emotiva di cui invece ha bisogno una relazione tra persone. Ma sacrificando questa complessità, non stiamo dimenticando chi siamo?