Baylee ha recensito Le nozze di al-Zain di Tayyib Salih
Le nozze di al-Zain
4 stelle
Le nozze di al-Zain è una raccolta di storie brevi: la prima – quella più lunga – dà il titolo al libro e tratteggia molto bene la nascita di una di quelle figure che nelle piccole comunità, a causa di una o più caratteristiche peculiari, assumono loro malgrado un ruolo ben preciso e un certo leggendario si forma intorno a loro.
Al-Zain è proprio una di queste figure: a un aspetto fisico distintivo si somma la sua risata, che si vocifera si sia sentita prima che mettesse piede sulla terra e che l’abbia accompagnato per tutta la vita. Così gli è stato attribuito il potere di innamorarsi delle donne con le migliori qualità e alle quali conveniva guardare per concludere un buon matrimonio, potere che finisce per dare vita a una serie di situazioni al limite dell’assurdo.
Non è il tipo di racconto che ti fa gridare al capolavoro – anche se nel finale si può ben vedere la pennellata di uno scrittore di talento – ma di sicuro lo fanno i due racconti che accompagnano Le nozze di al-Zain. Il primo, Una manciata di datteri, in appena sei pagine, riesce a essere un racconto potentissimo sulla fine dell’innocenza e sui vari tipi di rapacità che impoveriscono il Sudan.
Infine, Il dum di Wad Hamid (il dum è una specie di palma) racconta della complessità di portare innovazione e riforme repentine, ma in molti casi necessarie in luoghi sperduti del Sudan. La pretesa di cancellare tradizione antiche in nome del progresso calato dall’alto porta le persone a irrigidirsi e a rifiutare in toto dei cambiamenti necessari, con il solo risultato di ritardarli ancora di più.
Mi dispiace molto che non ci siano più lavori di Salih e che il suo romanzo più noto, La stagione della migrazione a Nord, sia fuori catalogo da anni. Spero proprio che Sellerio lo ristampi perché questi racconti mi sono sembrati solo un assaggino del talento di questo scrittore.