Sono molto combattuta su questo romanzo. Da una parte capisco perché ha vinto uno Hugo Award for Best Novella: ha un world building molto intrigante e dei personaggi che certo sanno come attirare la nostra attenzione con le loro peculiarità. Dall’altro lato, però, mi ha lasciato molto perplessa, per non dire estremamente fredda, per quanto riguarda la rappresentazione dei personaggi queer e, in particolare, del personaggio asessuale, Nancy.

Non ho affatto apprezzato il fatto che non ci sia alcun aspetto positivo riguardante l’asessualità, che viene usata unicamente per costruire un passato di discriminazione per Nancy, senza amalgamarla nel modo in cui si rapporta allз altrз e senza allontanarsi dalla solita idea che significhi semplicemente che lei non è interessata al sesso. È vero che spesso è l’unica cosa che passa per la testa dellз allosessualз quando sentono la parola asessualità, ma dalla letteratura mi aspetterei un passo oltre.

Sicuramente non mi aspetto che poco dopo il coming out di Nancy parta una domanda sulla masturbazione, totalmente a caso e fuori luogo. Lo so che McGuire l’ha intesa come un’uscita simpatica volta a confermare allǝ lettorǝ che Sumi segue dei percorsi mentali tutti suoi, ma l’ho trovata una scena piuttosto aggressiva e nemmeno tanto in linea con il personaggio, che è fuori dalle righe, ma non cattiva. Perché mai, infatti, una persona come Sumi dovrebbe chiedere a Nancy conferma che la sua vita sessuale continuerà come sempre?

Infine, non mi è piaciuto il fatto che Nancy sia legata al mondo dell’oltretomba. C’è infatti nei romanzi fantasy con personaggi asessuali la fissazione di legarli alla sfera del non-umano o, come in questo caso, del non-più-umano, finendo drittз nel campo semantico della freddezza, della solitudine e dell’immobilità. Non proprio il genere di rappresentazione che mi sarei aspettata da uno dei romanzi che viene citato più spesso quando si parla di personaggi asessuali.