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Il crollo (Paperback, Italiano language, 2002, E/O) 4 stelle

"Il crollo" è indubbiamente la più grande opera letteraria sull'Africa coloniale ed è stato il …

Il crollo

4 stelle

Non credo di aver mai letto un libro come questo sul colonialismo in Africa: a fine lettura mi è ben chiaro come mai sia considerato un classico sul tema e un testo imprescindibile. Infatti, gran parte dei testi sull’argomento presentano un’impostazione manichea: colonialistз cattivз e colonizzatз buonз. Non che sia sbagliato: non c’è molto di positivo da dire su un gruppo di persone che saccheggia la terra altrui e mette su un sistema volto a discriminare le persone indigene.

Però come sempre le visione manichee eliminano i dettagli che ci aiutano a farci un’idea più chiara della complessità delle situazioni: Achebe inizia mostrandoci il funzionamento della società ibo attraverso uno dei suoi membri più in vista e rispettati, Okonkwo, un uomo molto ambizioso che gode della stima del suo villaggio, conquistata a fatica a partire da una condizione familiare di svantaggio.

Okonkwo, però, non è il tipico personaggio positivo per cui ci viene spontaneo fare il tifo: affogato nel suo bisogno di affermare la sua mascolinità a tutti i costi per smarcarsi dall’ombra del padre, un uomo lontano dell’ideale guerriero ibo, è difficile provare simpatia per lui mentre maltratta il figlio, che vorrebbe più simile a lui, e picchia le mogli.

Achebe lo ha reso un esempio perfetto della società ibo nel momento i cui l’uomo bianco è arrivato: una società niente affatto idilliaca e non una mitica età dell’oro precoloniale alla quale aspirare a tornare, ma una società come tante altre, con i suoi pregi e i suoi difetti. Sicuramente una società bisognosa di un cambiamento, un bisogno che diviene drammaticamente evidente a tuttз nel momento in cui la religione cristiana manifesta tutta la sua attrattiva sullз abitanti del villaggio.

La tesi di Achebe è che entrambe le culture si siano dimostrate rigide e si siano rifiutate di lasciarsi contaminare l’una dall’altra, vedendo nella contaminazione solo la corruzione della propria purezza e non una preziosa evoluzione. Alla fine la cultura inglese è diventata quella colonizzatrice (e distruttrice) solo perché la sua potenza offensiva in quel contesto era maggiore, non perché fosse culturalmente superiore: non c’è nessuna superiorità morale nell’essere solo il bullo più forte.

ha risposto allo stato di Baylee

@lasiepedimore
Letto in piena pandemia, mentre imperava "ne usciremo migliori".

Concordo in pieno, due civiltà; entrambe migliorabili, entrambe con proprie modalità di gestire i conflitti.
Sottolineo questo perché spesso sento esaltare l'occidente "che ha le leggi"…
…che troppo spesso vengono usate per prevaricare, usando in realtà la potenza di fuoco.

Un libro non retorico, primo di una trilogia.

La traduzione più recente pare si intitoli "Le cose crollano", ma anche io avevo letto questa.