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Heartstopper. Vol. 3 (Paperback, Italiano language, 2021, Mondadori) 4 stelle

Heartstopper parla di amicizia, amore, lealtà, salute mentale. Unendo le storie private di Nick e …

Heartstopper. Vol. 3

4 stelle

Essendo quello centrale della serie, questo terzo volume è un libro di transizione: non succede niente di eclatante, ma pone le basi per gli eventi che accadranno nel quarto volume – e non saranno niente di bello, perché iniziamo a vedere Charlie avere dei serie problemi di salute mentale e sprofondare nell’anoressia. Già nei precedenti volumi avevamo avuto sentore del fatto che Charlie non avesse un rapporto sano con il cibo, ma adesso la situazione sta davvero precipitando.

Evidentemente, nonostante le cose stiano andando tutto sommato bene per lui, il bullismo subito in passato e lo stress che il coming out di Nick prima e il loro coming out come coppia poi stanno iniziando a chiedere il conto a Charlie, che è un ragazzo che tende un po’ troppo a soprassedere su qualsiasi cosa brutta gli accada, senza davvero prendersi il tempo per elaborare. Quindi adesso sono qui ad attendere che il quarto volume mi investa con la potenza di un treno merci in transito.

Per il resto, il volume terzo ci mostra tutta la follia di un gruppo di adolescenti in gita: esce tutto l’entusiasmo e tutta la tensione di essere insieme in un contesto diverso da quello dell’edificio scolastico. infatti, succedono una marea di cose – compresa Darcy che riesce davvero a procurarsi dell’alcol. È anche il contesto ideale per continuare a esplorare il tema del coming out, che infatti va avanti, con reazioni alterne. C’è pure il momento del maledetto gioco della bottiglia, che credo sia stato inventato da un tizio allocisetero molto estroverso e senza un problema relazionale al mondo, altrimenti non mi spiego come sia potuto venire alla luce.

Poi adoro il fatto che in questo genere di storie i personaggi positivi siano tutti LGBTQIA+ o alleati – ma con uno sbilanciamento significativo a favore dei primi: nemmeno il corpo docente si salva e devo ammettere che ho trovato adorabili il prof. Ajayi e il prof. Farouk, che sembravano il professore zerbino e il professore carabiniere, e invece sotto, sotto entrambi volevano solo sopravvivere alla gita tutti interi e riportare a casa la scolaresca sana e salva. Cosa che, adesso che sono cresciuta, mi sembra davvero un’impresa titanica (anche se nella mia gita a Parigi, un insegnante fu inavvertitamente lasciato all’Autogrill e dovemmo tornare indietro a recuperarlo: ogni volta che risalivamo sull’autobus, l’altro professore ci chiedeva sempre sottovoce se il prof. X era con noi). Un ringraziamento a tuttз lз insegnanti che ci hanno tenutз a bada durante le gite (e magari hanno chiuso un occhio quando ci illudevamo di aver eluso la loro sorveglianza)!