Baylee ha recensito Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby
Caffè amaro
2 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
I romanzi di Agnello Hornby non mi hanno mai invogliato alla lettura e mi dispiace scrivere che Caffè amaro ha confermato le vibrazioni negative che mi arrivavano dai lavori di quest’autrice. Seguiranno spoiler, perché la seconda metà di questo romanzo mi ha lasciato basita.
Il mio principale problema ha riguardato la storia in sé, che mi è sembrata l’ennesima riproposta del racconto della vita di una donna moderna per i suoi tempi e delle persone che le ruotano intorno. Mentre leggevo, il mio cervello prevedeva e spuntava ogni situazione già vista e ogni comparsa tipica di queste storie (vuoi che nella famiglia ricca non ci sia lo zio omosessuale che non si è mai sposato, ha un amante e rischia sempre di dare scandalo?).
La novità per me – se così vogliamo chiamarla – è stata rappresentata dall’interesse amoroso della protagonista, Maria, tale Giosuè: all’inizio è un tipico personaggio da romance storico, poi mi diventa un gerarca fascista e mi viene chiesto di fare il tifo per lui. Ecco, io questa cosa non l’ho tollerata perché non stiamo parlando di un personaggio complesso e contraddittorio che viene analizzato nel corso di una storia, ma di un eroe romantico per il quale dovresti soffrire o gioire. Io ho sperato che si beccasse un bomba e ci liberasse così della sua presenza. Qualcosa è evidentemente andato storto.
Ancora più fastidio mi ha dato il fatto che Agnello Hornby gli abbia dato delle origini ebraiche che lo costringono alla clandestinità: un espediente che serve unicamente a mettere del dramma nella storia d’amore tra Giosuè e Maria, dato che questo non porta il nostro eroe a riconsiderare le sue scelte di vita. Macché, è solo contento che i suoi trascorsi come gerarca gli abbiano garantito abbastanza appoggi da potersi nascondere e poi riabilitare come vittima in quanto ebreo alla fine della guerra. Dovrei davvero fare il tifo per uno così?