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Mariasilvia Spolato: I movimenti omosessuali di liberazione (Paperback, Italiano language, 2019, Asterisco Edizioni) 5 stelle

dito dalla casa editrice Samonà e Savelli nel 1972, I movimenti omosessuali di liberazione di …

I movimenti omosessuali di liberazione

5 stelle

Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more

Questo è il secondo libro della collana Eresia di Asterisco Edizioni e sono oltremodo felice dell’esistenza una casa editrice che ripubblica questi testi storici del movimento LGBTQIA+ italiano, altrimenti difficili da reperire, anche nelle biblioteche. Per dire, di Mariasilvia Spolato è più facile trovare Gli insiemi e la matematica piuttosto che questo testo di cui vi parlo oggi.

Passetto indietro: Mariasilvia Spolato è stata la prima lesbica pubblicamente dichiarata d’Italia, dopo che una foto della sua partecipazione alla manifestazione in occasione dell’otto marzo a Roma, dove esibiva un cartello con su scritto “Liberazione omosessuale” finì su Panorama. Quindi perde il lavoro come insegnante di matematica e inizia poco dopo una vita da senza tetto, dormendo in diverse stazioni, tanto che oggi – Spolato è morta nel 2018 – è difficile ricostruirne i movimenti.

I movimenti omosessuali di liberazione è la raccolta dei testi europei e statunitensi nati dalle proteste di Stonewall e dal successivo attivismo per la liberazione delle persone LGBTQIA+. Sono quasi tutti testi volti alla divulgazione, quindi di facile comprensione e anche di impatto: spesso si tratta di volantini, manifesti e anche canzoni. Nel volume è contenuto anche il famoso articolo L’infelice che ama la propria immagine di Andrea Romero pubblicato su La stampa il 15 aprile 1971 e in reazione al quale si creò il FUORI, il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano.

Si parla spesso dell’importanza di ricordare e preservare le tradizioni: ecco, nel leggere I movimenti omosessuali di liberazione si sente di star celebrando le lotte del passato e di accoglierle nella propria memoria per poterle portare avanti. Perché è evidente dalla lettura di questi testi degli anni Settanta che sono state vinte alcune battaglie, ma la guerra è ancora tutta lì, anzi forse oggi avremmo proprio bisogno di sentire di nuovo scorrere nei nostri pensieri queste parole così dirompenti.