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ha recensito La peste di Albert Camus

La peste (Paperback, Italiano language, 2000, Bompiani) 5 stelle

Orano è colpita da un'epidemia inesorabile e tremenda. Isolata con un cordone sanitario dal resto …

La peste

4 stelle

Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more

Confesso che la prima metà de La peste mi ha terribilmente annoiato: mi è sembrato che Camus si trastullasse con la storia rimandando il momento in cui avrebbe tirato le fila (e ancora lo penso: Camus, dal basso della mia insignificanza, ti dico che qui ti sei baloccato un po’ troppo).

Questa mia insofferenza per la prima parte, però, si è portata con sé con riflessione interessante: io sono proprio il tipo di persona che minimizza i sintomi della peste perché, porca merda, non possiamo essere così stupidu da fare un accordo con le milizie libiche che torturano la gente e aspettarci che tutto vada a meraviglia. E invece c’è chi ancora se ne vanta.

Com’è possibile che una persona, di carne e sangue come me, non sia disturbata dal fatto che il governo italiano abbia di fatto appoggiato un sistema del genere? Voglio dire, non sono né particolarmente buona né particolarmente intelligente, non c’è davvero niente che mi renda speciale. Però mi repelle il superamento di certi limiti.

Perché?

Non lo so. So solo che mi è stato insegnato che esistono diritti umani considerati inalienabili dalla cultura nella quale sono nata e cresciuta. Ho solo fatto mio quell’insegnamento: l’ho lasciato diventare parte di me e dell’ideale al quale aspiro. So di non essere spesso all’altezza del mio ideale, ma mi sforzo di arrivarci.

Come ci dice Camus, la peste – la volontà e la capacità di fare del male come la nostra indifferenza di fronte a esso – è una malattia latente: bisogna vaccinarsi e ricordarsi di fare il richiamo. Non è mai eradicata una volta per tutte: meno la vediamo e meno ci ricordiamo del richiamo; più si diffonde e più diventa faticoso evitare il contagio.

La seconda metà de La peste mi ha ricordato che è importante continuare a faticare, anche quando è inutile, anche quando è senza senso. Spero solo di averne sempre la forza.