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Trilogia di New York (Paperback, Italiano language, 2014, Einaudi) 3 stelle

Tre detective-stories eccentriche e avvincenti in cui Paul Auster inventa una sua New York fantastica, …

Trilogia di New York

3 stelle

Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more

Trilogia di New York è da molte persone considerato un capolavoro e da un punto di vista strettamente tecnico sono d’accordo: formata da tre brevi romanzi postmoderni, questa trilogia è una straordinaria riflessione sulla scrittura e sul mestiere di scrivere – e forse anche sui mondi dove chi scrive e chi legge rischia di perdersi.

Tuttavia, Trilogia di New York non ha incontrato i miei gusti e il mio favore: l’ho trovata troppo impegnata a costruire intreccio su intreccio, stanza dentro stanza, indizi su indizi, doppelgänger su doppelgänger, senza curarsi minimamente di andare oltre al mero esercizio di stile. La mia impressione durante la lettura è stata di avere tra le mani l’esempio pratico di una teoria: l’avrei trovato interessante se fosse stato all’interno di un saggio, visto che mi avrebbe aiutato a capire le tesi presentate, ma così l’ho trovato abbastanza fine a se stesso.

Anzi, per quanto in alcuni punti (soprattutto la parte iniziale di ogni romanzo) Auster abbia davvero avuto tutto il mio interesse e la mia ammirazione, con il proseguimento della lettura è subentrata proprio la noia e, complice la presenza del doppelgänger – forse in maniera piuttosto insensata, viste le differenze –, mi è venuta in mente Twin Peaks.

La serie tv di Lynch certo non manca di avvenimenti apparentemente incomprensibili, ma a differenza di Trilogia di New York ha mantenuto vivo il mio interesse, non solo per un generico “voglio vedere cosa succede”, ma anche per il coinvolgimento provato nei confronti dei vari personaggi. Ecco, questo manca completamente in questa trilogia e, nonostante la bravura di Auster, non sono proprio riuscita ad apprezzarla.