Baylee ha recensito Daemon di Daniel Suarez
Daemon
2 stelle
Puoi trovare questa recensione anche sul mio blog, La siepe di more
Nonostante Daemon sia un thriller pieno di azione e tecnologia sofisticatissima, mi ha annoiato a morte. Il suo problema principale mi è sembrata la sua inverosimiglianza, alla quale si è aggiunta la sensazione che la storia non stesse andando da nessuna parte e che non fosse nient’altro che azione e suspense fine a se stesse.
Quest’ultima sensazione è stata spazzata via dal finale, dove viene finalmente data una parvenza di senso a quello che si è letto fino a quel momento, sebbene la spiegazione sia stata tutt’altro che soddisfacente, visto che la vera questione morale che giustifica l’esistenza di questa storia sembrerebbe essere stata in toto rimandata al secondo volume della duologia, rendendo di fatto le quasi cinquecento pagine di Daemon soltanto un prologo di quella che dovrebbe essere la parte più interessante.
Ora, il condizionale è d’obbligo perché rimane comunque il problema della verosimiglianza. Tutto l’ambaradan viene messo su da un certo Sobol, il classico genio pazzo della Silicon Valley che ha messo su un impero creando videogiochi online, convinto di essere sostanzialmente l’unico in grado di salvare il mondo. È possibile che il mio scetticismo sia alimentato dal fatto che i geni pazzi della Silicon Valley ultimamente non se la passano benissimo, tra licenziamenti di massa e colpi di testa assortiti, ma trovo strano che un uomo, morto per un tumore a soli 34 anni, abbia trovato il tempo di mettere su questo piano così sofisticato.
Per carità, ci viene detto che alcune parti di questo piano sono state programmate da persone inconsapevoli di quello che stavano facendo, ma a questo punto mi sembra strano che nessunə si sia accortə che Sobol aveva in testa delle idee strane. Poi magari sta parlando la mia ignoranza in informatica e tutto questo è perfettamente plausibile – d’altro canto Suarez è un consulente informatico, non è che per scrivere questo romanzo si è limitato a leggere Wikipedia – ma sento che è stato chiesto un po’ troppo alla mia sospensione dell’incredulità.