cretinodicrescenzago ha recensito Poirot a Styles Court di Agatha Christie (Hercule Poirot, #1)
La quintessenza del giallo inglese, nel genio e nel banale
3 stelle
Prima di tutto, è doveroso precisare che questa recensione è un caso di "ho visto da ragazzino lo sceneggiato TV e dopo più di 15 anni mi sono letto il libro" – e trattandosi di un giallo deduttivo, non negherò che ricordami grossomodo il colpevole e la procedura del delitto ha probabilmente tolto un po' di gusto alla lettura, ma ci torniamo dopo.
Per quanto mi riguarda, concordo su tutta la linea sul commento al romanzo fornito dalla prefazione e postfazione della mia edizione: Poirot a Styles Court è chiaramente un'opera prima con qualche impurità, ma il livello è già molto molto alto. Da un lato, è lapalissiano che come comprimario punto di vista il capitano Hastings sia ancora eccessivamente aderente al modello classico del dottor Watson contrapposto a Sherlock Holmes, e quindi il romanzo manca un po' del cruciale mordente di investigare di pari passo con i protagonisti – visto che sappiamo benissimo che l'ingenuo Hastings prenderà cantonate e Poirot sarà sempre due passi avanti a noi; dall'altro lato la futura dama Christie era già versata nel tessere intricate reti di rapporti vitriolici e gelosie segrete, il che rende gustosa il giusto la componente di sordido dramma familiare, e si sente tanto la sua esperienza di prima mano nei tecnicismi dell'avvelenamento e delle gabole legali atte a legare le mani alla polizia (e come indica la postfazione, se ora sono dei cliché è perché li ha inventati lei!). A questo proposito, un commento sulla prosa che si ricollega al discorso iniziale dell'adattamento audiovisivo: mi pare che il romanzo sia estremamente "fotografico" o "cronachistico" nel descrivere con poche secche parole i gesti e gli oggetti fondamentali (si veda l'ispezione di Poirot nella camera di Emily Inglethorpe) e dedichi ampissimo spazio agli scambi dialogici, che oscillano dal falsamente posato come si confà all'aristocrazia all'istrionico della scena di processo – una modalità di linguaggio narrativo che mi ha ricordato moltissimo Orgoglio e pregiudizio, mi ha fatto ipotizzare una filiazione diretta del "giallo di campagna" degli scorsi anni Venti dal "romanzo di maniere" di un secolo prima (spero che qualche anglista me lo possa confermare o smentire!)... e non sembra essere nelle mie corde né in stile austeniano né in stile christieniano – mi sa tanto che la mia estrazione mediterranea e proletaria mi rende più affine alla modalità yankee dell'hard-boiled e noir. Di sicuro, comunque, questa prosa si presta benissimo alla trasposizione in drammaturgia, e guarda caso è difficile che un film tratto da soggetto di Christie mi deluda!
Non credo che mi sia scattata la volontà maniacale di leggere tutto Poirot, ma può essere che io e il buon vecchio belga ci si riveda con un'opera o due della maturità e poi, chissà, con [book:Sipario, l'ultima avventura di Poirot|9824681].