cretinodicrescenzago ha recensito The Birthgrave di Tanith Lee (Birthgrave, #1)
"Bandita, indovina, regina, dea"
4 stelle
Nell'estate del 2017 ero fresco di saga di Terramare, volevo leggere altra spec-fiction di brave autrici donne e avevo sentito parlare bene di Tanith Lee, ergo avevo recuperato tutta la trilogia della Birthgrave. Il primo romanzo, però, sulle prime mi aveva annoiato a morte e l'ho ripreso in mano solo a fine maggio 2019... e l'ho spolpato in poche sedute di lettura da molte ore. Lo scoglio iniziale è che The Birthgrave è impostato quasi come un diario, con narrazione in prima persona al passato, e nei primi capitoli l'eroina sta viaggiando ed è (sostanzialmente) in stato confusionale, così che gli eventi sono fortemente episodici senza una trama di fondo netta – una combinazione che può dare una sensazione di "ma dove vuole andare a parare?!". Sapere in anticipo che l'incipit del romanzo è così eccentrico, però, attenua la botta di straniamento e la sostituisce con la curiosità, e a furia di leggere per curiosità si arriva in fretta al momento in cui la trama di fondo si palesa. Alla fin fine, The Birthgrave è un racconto di viaggio in cui l'eroina esplora il suo mondo (ignoto a lei come a noi) per recuperare la propria identità perduta, e fra le disavventure di viaggio si inseriscono momenti d'azione al cardiopalma e una corposissima sezione di intrighi politici, più, nella parte finale, un cambio di tono tanto inaspettato quanto ben integrato. Nel complesso il libro risulta vario e avvincente, nel senso elementare che ti incolla alla pagina perché vuoi sapere come va avanti, e sul finale non si potrà non empatizzare un sacco (forse persino commuoversi) per la sorte dell'eroina. Di per sé darei 3,5 stelle perché per quanto ben riuscito non è impeccabile; ci sono elementi del worldbuilding un po' forzati (specialmente una questione di cronologia che impatta direttamente la trama) e un uso un po' eccessivo di spiegoni... ma considerando che Lee aveva appena ventidue anni quando ha scritto questo mattone di 450 pagine stampate pure in piccolo, non ci si può proprio lamentare! Questo detto, lo conto come un 4 stelle piene perché scommetto un sopracciglio che George Martin l'ha letto in gioventù e ne ha tratto ispirazione per la storia di Daenerys Targaryen e il worldbuilding di Essos nel suo Canto del Ghiaccio e del Fuoco: notare tutte le somigliaze fa sorridere e, se la mia intuizione è corretta, allora l'opera di Lee acquisisce un importante valore storico; se invece mi sbaglio ha comunque il merito di aver precorso i tempi.