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The Seven Husbands of Evelyn Hugo (2018) 3 stelle

Aging and reclusive Hollywood movie icon Evelyn Hugo is finally ready to tell the truth …

Evelyn Hugo ha sempre vent'anni (ma non nel senso buono)

1 stella

Un libro non è fatto solo dalla storia, che può essere vincente, avvincente, geniale. Se i personaggi non crescono e non cambiano nel corso di una narrazione che spazia attraverso decenni, tutto quello che c'era di buono per me non vale poi un cazzo. Il cinema dell'epoca d'oro di Hollywood mi ha sempre affascinato e anni fa ero fissata con le storie dietro ai film, con le vicende personali di attori e attrici, con il susseguirsi delle edizioni degli Academy Awards. Sono felicissima che quella parte della mia vita sia finita, non ho più il fascino per quel mondo di successo e bellezza estetica, ora voglio solo mangiare i milionari di merda che lo abitano. Eppure le storie umane mi interessano ancora e soprattutto ho sviluppato la curiosità nei confronti delle storie che sono state schiacciate dall'eteronormatività di quel periodo. Rock Hudson, Marlon Brando, Katharine Hepburn e Joan Crawford. Quindi cosa c'è di meglio della biografia di un'attrice voluttuosa come Marilyn Monroe, che cammuffa le sue origini latine come Rita Hayworth, che passa alla storia per i suoi infiniti matrimoni come Elizabeth Taylor, che è segretamente queer come non sappiamo di preciso chi altrə. Eppure a dispetto di tutto il mio hype, non ho niente da salvare di questo libro. Evelyn inizia la sua carriera da ragazzina arrogante, arrivista, spietata, interessata solo ai soldi e al successo. Evelyn finisce la sua vita da donna anziana arrogante, arrivista, spietata, che si racconta indifferente ai soldi e al successo che tanto possiede quindi cazzo gliene. Inizia il racconto dicendo di non avere rimpianti, poi rimpiange tutte le scelte che l'hanno portata lontana dalla donna amata, alla fine della sua vita rimarca di avere un solo rimorso (non tornerò a rileggere la prima parte solo per confermare questo ricordo, mi rifiuto proprio, quindi potrei anche sbagliare e non mi interessa). Onestamente insopportabile. Speravo che si parlasse anche di un viaggio alla riscoperta della propria identità latina, cancellata dal white-washing hollywoodiano, mentre viene accennato di striscio il ritorno allo spagnolo alla fine della sua vita, ma senza che abbia un riflesso sull'identità di Evelyn. Celia St. James, l'interesse amoroso che funge da spina dorsale di tutta la storia, è inutile. Non è niente se non dei capelli rossi e un talento per il cinema descritto in modo superficiale. Nel momento in cui Evelyn dice "Celia era una donna complicata e imprevedibile" (come sopra, non andrò a controllare), sono scoppiata a ridere, perché l'autrice non ha raccontato nulla che caraterizzasse così il personaggio. Non puoi definire qualcunə solo con due aggettivi, sperando che chi legge ti creda sulla parola. Allibita. In più concordo con tutte le accuse di bifobia che ho visto in giro, soprattutto nelle parole di chi la difendeva, lol. La sua evoluzione del personaggio esiste solo nel momento in cui praticamente sul letto di morte dice a Evelyn "Ah sì, tu sei bisessuale". Wow, grazie. Per tutto il resto del tempo invece è dipinta come una vittima ostinata e inamovibile, ma da compatire e comprendere. Invece mi sembra solo una bambina piagnucolosa. AAAAAAAAAh. Hai presente quando vuoi a tutti i costi apprezzare una persona, ma non riesci comunque a capire come mai chiunque altrə la ama alla follia? Soprattutto però, irrealistico e offensivo come le due protagoniste non si parlino per 5 anni, poi si riuniscono e "ti ho sempre amata", poi non si parlano per 10 anni e si ritrovano "non ho mai smesso di amarti". Ame, crescete un po' però. E il tempo che passano insieme è come se non esistesse per quanto male racconta le relazioni stabili. Come ultima cosa, perché se no mi trovi a dicembre ancora a scrivere arrabbiata, non è possibile che un libro che abbraccia tutta la seconda metà del Novecento non riesca a farmi sentire lo scorrere del tempo. Ogni volta che veniva nominata la figlia di Evelyn non potevo capire quanti anni avesse, che forma avesse, che reazione potesse avere alle cose che le stavano succedendo attorno. Finché a un certo punto non ti butta in faccia i suoi 14 anni ribelli e incazzati. Così de botto. Non mi sono mai sentita portar dentro la storia: le descrizioni sono appena sufficienti, gli spazi sono informi, le persone sono sagome, i film che vengono narrati sono vacui e le protagoniste potrebbero essere broker di Wall Street che la storia non cambierebbe di una virgola. Bella merda. Però almeno delle cose belle ne son saltate fuori, per esempio questa: www.tumblr.com/jeniferprince/727901406775967744/when-celia-says-lets-help-each-other?source=share