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Slavenka Drakulić: La gatta di Varsavia (Paperback, Italiano language, 2010, B.C. Dalai editore) 5 stelle

Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una …

Anche se mettersi a parlare di femminismo, oggi come oggi, non è di moda, resta comunque necessario farlo. Basti pensare ai Paesi in via di transizione, come quello da cui provengo. Il mio parere di scienziata è che a perderci più di tutti, con il crollo del comunismo in Europa orientale, siano state le donne. Ho visto con i miei occhi come i dissidenti, non appena saliti al potere, si siano dimenticati delle loro compagne. E che dire di tutto l'olio di gomito che ci avevano messo le donne, senza il quale la «Rivoluzione di velluto» (che poi non fu così vellutata in tutta l'Europa orientale) non sarebbe stata possibile? Del contributo teorico, delle discussioni, dei volantini che quelle donne scrissero, stamparono, distribuirono, delle manifestazioni fatte insieme, dei pasti che prepararono per gli uomini, di tutte le volte che li aiutarono a riprendersi da una sbornia o che li nascosero dalla polizia? Dopo il 1990 tutte le dissidenti scomparvero nel nulla! Alla faccia dell'ugua-glianza... Ma tanto, quando si tratta di prendere il potere, l'uguaglianza va a farsi benedire. In termini generali, nei Paesi ex comunisti la vita delle donne è peggiorata. Le donne sono state le prime a perdere il lavoro e le ultime a trovarlo.

Una mia amica ungherese mi ha raccontato che la figlia trentenne, quando ha finalmente trovato lavoro, ha dovuto firmare un contratto segreto. Si è dovuta impegnare a non avere figli per i successivi cinque anni! E molte sue giovani amiche hanno dovuto fare altrettanto, perché era l'unico modo per farsi assumere. Queste donne sono costrette a convivere con le leggi del capitalismo selvaggio, che da quelle parti sono più spietate che in Occidente, così come ho avuto modo di constatare che, nella parte del mondo da cui provengo, le donne non le protegge nessuno; nessun governo farà mai rispettare i loro diritti, se non impareranno a farlo da sole.

La gatta di Varsavia di  (Pagina 136 - 137)