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Slavenka Drakulić: La gatta di Varsavia (Paperback, Italiano language, 2010, B.C. Dalai editore) 5 stelle

Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una …

«Se credete a quello che dice la gente, ne dovreste dedurre che in questo Paese non una singola persona sia mai stata iscritta al Partito Cominusta Cecoslovacco! Erano tutte vittime! Il che è da idioti, soprattutto alla luce del fatto che il 10% della popolazione aveva la tessera del partito, punto e basta. Fanno un milione e settecentomila persone! Dubito che fossero tutti sostenitori convinti, in molti casi si trattava solo di tessere "formali", prese per il lavoro e la carriera e i benefici che la tessera stessa comportava. Ma nessun regime, per quanto totalitario, può esistere senza la complicità di una parte della popolazione - per quanto estorta controvoglia», diceva il professor Perlik. «Non prendiamoci in giro, se la maggior parte di noi si allineava non lo faceva solo per sopravvivere - perché la Cecoslovacchia non era l'Unione Sovietica - ma semplicemente per vivere meglio. Capisco che sia una verità dura da ingoiare oggi come oggi. »

La gatta di Varsavia di  (Pagina 16)