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citazione da La gatta di Varsavia di Slavenka Drakulić

Slavenka Drakulić: La gatta di Varsavia (Paperback, Italiano language, 2010, B.C. Dalai editore) 5 stelle

Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una …

E qui, in questo cinema, finisce la storia del comunismo. Quella del museo, intendo.

<<Che me n'è venuto dal cambiamento?» dice Milena. «Ho perso il lavoro. Ho meno soldi. Mio marito beve. La libertà? Quale libertà? Non possiamo fare un viaggio, non ci possiamo comprare niente. Non abbiamo neanche più la macchina, non ce la possiamo permettere», si sfoga con Dasha, che non può fare altro che concordare. Ogni tanto provo pena per entrambe, fanno palesemente parte della schiera dei perdenti. Queste due signore non sono forse la migliore pubblicità per la democrazia e il capitalismo, direi. Il cambiamento è arrivato troppo tardi per loro. Effettivamente, deve essere proprio frustrante ritrovarsi finalmente nell'era dell'opulenza, ma non potersela godere, non trovi, Hans?

La gatta di Varsavia di  (Pagina 26)